“Una scelta affrettata e assai
discutibile che lascia francamente sconcertati”. Legambiente commenta così le
notizie sulla decisione assunta dal procuratore della Repubblica di Nocera Inferiore, Giovanni Francesco Izzo, di non
riaprire l'indagine sulla morte del capitano di corvetta Natale De Grazia e di
chiedere al Gip l'archiviazione del caso.
“L'orientamento del procuratore
Izzo, che ci auguriamo non venga accolto dal Gip – dichiara Nuccio Barillà,
della segreteria nazionale di Legambiente – è stato espresso senza aver ancora
ricevuto la Relazione conclusiva della Commissione parlamentare d'inchiesta sul
ciclo dei rifiuti dedicata al caso De Grazia, approvata lo scorso 5 febbraio.
Nella relazione, oltre al contenuto della perizia medico legale (che smonta le
conclusioni di morte naturale e avanza l'ipotesi di una decesso causato da sostanze
tossiche, anche se non più accertabile), viene delineato, attraverso episodi
precisi e circostanze dettagliate, il clima di pressioni, di minacce e di
esposizione in cui operava il pool, di cui Natale De Grazia era il motore
investigativo, poi smembratosi dopo la sua morte. Allegata alla relazione vi è
tra l'altro una mole impressionante di documenti, finalmente desecretati, che
possono essere in ausilio nuovo e
importante al lavoro dei magistrati”.
Il caso De Grazia, come si afferma
nelle conclusioni della Relazione parlamentare, è uno dei grandi misteri del
Paese da chiarire.
“Per quanto difficile possa essere,
dopo tanti anni – ha aggiunto Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di
Legambiente - è dovere dello Stato tornare a indagare in modo approfondito,
sulla base di nuovi indizi, su quella tragica morte, sul contesto entro cui è
maturata e sui motivi che l'hanno ispirata, per
tentare di giungere finalmente alla verità. Ci auguriamo che il Giudice
per le indagini preliminari, a cui tocca pronunciarsi sul caso, rigetti la
richiesta d'archiviazione e disponga l'approfondimento delle indagini, a cominciare
dall'acquisizione della Relazione conclusiva sul caso De Grazie e di tutti gli allegati. In questa vicenda pesano, secondo la stessa
Commissione, superficialità, inadeguatezze, errori che hanno condizionato gli
esiti della stessa perizia medico legale e che richiedono oggi il massimo del
rigore”.
Per Legambiente, dopo l'esclusione
della causa naturale del decesso del capitano De Grazia, è arrivato anche il
momento di riconoscere ai suoi
famigliari quanto previsto dalla legge 466 de 1990 per le “vittime del dovere”.
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