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venerdì 25 gennaio 2013

'Ndrangheta: boss ucciso a Roma era di cosca S. Luca

(di Lorenzo Attianese) (ANSA) - ROMA, 25 GEN - Una raffica di pallottole in faccia fanno calare il sipario su uno degli 'sponsor' della cosca San Luca a Roma. E ora per la 'ndrangheta si aprono nuovi scenari sulla spartizione del territorio sul fronte della criminalita' organizzata a Roma, in particolare per il mercato della droga. E' un'esecuzione di mafia in piena regola quella avvenuta la scorsa notte in una stradina buia nella periferia sud della Capitale, a Trigoria, dove e' stato ucciso il boss Vincenzo Femia: 'personaggio di spicco' della criminalita' romana e referente della 'ndrina a Roma, appartenente alla cosca di San Luca conosciuta per la strage di Duisburg. Il cadavere e' stato trovato poco dopo le 23 di ieri sera tra l'orrore di alcuni automobilisti che hanno allertato il 113 dopo aver visto un corpo ricoperto di sangue e schegge di vetro, crivellato di colpi calibro 9, almeno una decina, mentre era all'interno della sua auto, una Matiz grigia, rimasta ancora accesa. La testa era china sul volante, i finestrini in frantumi e c'erano pallottole ovunque. Forse a sparare e' stato piu' di un killer, i quali devono aver attirato Femia con un inganno in via della Catelluccia di San Paolo. In sostanza, un agguato. Gli agenti della Squadra Mobile - diretta da Renato Cortese - stanno tentando in queste ore di sciogliere i fili della matassa. Nell'intreccio dei vari clan che operano nella Capitale, la 'ndrangheta gia' da tempo ha avviato la sua scalata all'interno della gestione del traffico di droga a Roma. E sono proprio i fiumi di cocaina arrivati negli ultimi anni nella Capitale ad aver causato la spirale di violenza tra la seconda meta' del 2010 e l'inizio del 2012, seguita da una fase di relativa 'pace'. Che ora sembra essere stata turbata. Femia - come riferiscono gli investigatori - era uno degli esponenti di spicco e referenti della 'ndrangheta su Roma da vent'anni, insomma ''un personaggio di primo piano'' nella malavita della Capitale. Era originario di Reggio Calabria ma risiedeva da molti anni a Roma nel quartiere di Montespaccato ed era sorvegliato speciale. Aveva precedenti per associazione mafiosa, traffico internazionale di stupefacenti, tentato omicidio e armi. L'uomo era un referente romano della 'ndrangheta ed affiliato alla cosca di San Luca, la stessa coinvolta nella strage del 2007 di Duisburg in Germania, dove in un ristorante italiano furono uccisi cinque calabresi. Per anni i Femia erano stati i referenti della potente famiglia dei Nirta a Roma, avevano legami con clan catanesi e napoletani. Suo padre Antonio, il ''boss della Locride'', e' stato un noto trafficante di droga e considerato 'pezzo storico' della criminalita' organizzata in Italia, coinvolto in vicende di sequestri ma poi assolto, cosi' come in alcune 'biografie' criminali della Banda della Magliana. A prendere le 'consegne' del vertice della cosca, dopo l'arresto e la morte del padre, secondo gli investigatori era stato proprio Vincenzo, in passato latitante e arrestato piu' volte. La cosca dei Femia era stata legata con un matrimonio a quella dei Nirta, ritenuta una delle piu' importanti della costa jonica calabrese. Poi l'affiliazione a quella di San Luca, forse la piu' sanguinaria.

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