(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 22 GEN - Evitare ''per quanto possibile'' il dissesto del Comune di Reggio Calabria definendo un piano di riequilibro finanziario attendibile che possa essere approvato. E' questa la mission dei commissari straordinari che guidano il Comune di Reggio Calabria dopo lo scioglimento dell'Ente per contiguità mafiose. A dirlo sono stati gli stessi commissari, Vincenzo Panico, Giuseppe Castaldo e Dante Piazza, che hanno incontrato i giornalisti insieme ai quattro sub commissari che li coadiuvano nei diversi settori di competenza, per fare il punto dell'attività svolta a tre mesi dall'insediamento. ''Al momento del nostro insediamento - ha detto il prefetto Panico - ci ritrovavamo solo il rendiconto di gestione del 2011 con un passivo di oltre 107 milioni di euro. Ci siamo resi conto subito, in sede di definizione del Bilancio, che l'unica alternativa possibile alla procedura di dissesto era la richiesta del ricorso al Piano di riequilibrio finanziario. Da allora tutto l'apparato si sta misurando con il completamento di questo Piano''. Al riguardo Panico ha illustrato una serie di direttive assegnate agli uffici ''per mantenere le spese coerenti con il budget assegnato ed una serie di verifiche per il recupero dell'evasione e delle entrate patrimoniali e tributarie relative ad oltre 2000 immobili fantasma. Insomma e' nostra intenzione definire un Piano attendibile e che abbia una prospettiva di essere approvato''. L'obiettivo dei commissari, ha aggiunto Panico, ''in primo luogo e' quello di rimuovere gli aspetti pregiudizievoli dell'interesse pubblico, assicurare il risanamento dell'Ente attraverso l'utilizzo di strumenti efficaci di prevenzione. Evitare, di conseguenza, il dissesto finanziario rispetto ad una situazione contingente di un Ente strutturalmente deficitario, con una procedura prossima al dissesto in avanzata fase presso la Corte dei Conti''. ''Abbiamo avviato - ha poi sostenuto Panico - un 'Piano di priorità' attraverso l'attivazione di strumenti di prevenzione dalle infiltrazioni della criminalità organizzata, come la richiesta di informazione antimafia per gli appalti e i contratti pubblici di qualsiasi importo, l'introduzione di protocolli di legalità per i settori più esposti al rischio come le autorizzazioni in materia di commercio e pubblici esercizi, e nei servizi sociali''.
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