(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 24 GEN - Imprese ''mafiose'' e ''para mafiose'' avevano creato un vero e proprio cartello, governato dalla cosca Tegano, che si relazionava con le societa' dei due imprenditori arrestati stamani, alla stregua di un unico gruppo imprenditoriale sponsorizzato dall'appartenenza al sodalizio mafioso. E' lo scenario delineato dall'inchiesta della Dda di Reggio Calabria condotta da Dia, guardia di finanza e carabinieri, che stamani ha portato all'arresto degli imprenditori Giuseppe e Barbara Croce', padre e figlia. Le imprese, definite dagli stessi investigatori ''mafiose'' e ''para mafiose'', sono state sequestrate stamani insieme a quelle riconducibili ai Croce. I titolari di queste aziende, secondo l'accusa, si sarebbero resi responsabili di atti di concorrenza sleale nei confronti delle imprese oneste. In particolare, le societa' sequestrate avevano obbligato le imprese sane operanti nel settore della distribuzione alimentare, dei servizi bar e della ristorazione a rifornirsi di generi di varia natura, dal pane alla frutta e verdura, dalle bevande ai prodotti lattiero-caseari, dai tabacchi alle uova, da quelle riconducibili alla cosca Tegano impedendo l'eventuale avvio di attivita' imprenditoriali concorrenti lecite. Cosi' facendo e' stata impedita la liberta' d'iniziativa economica privata. Secondo gli investigatori il controllo, da parte dei Tegano, di queste societa' dimostra, ''ancora una volta, quanto la 'ndrangheta sia forte ed in grado di infiltrarsi in attivita' economiche lecite, essenziali per l'economia cittadina''. Un'aggressione all'economia legale avvenuta, sostengono ancora gli investigatori, ''grazie al ruolo di soggetti che non sono mafiosi ma che con la mafia stringono patti collusivi, la cosiddetta 'zona grigia', e che prestano le proprie capacita' professionali ed imprenditoriali all'affermazione ed alla realizzazione degli interessi criminali''. Ed in questo contesto l'utilizzo del sistema dei trust ''e' un chiaro segnale del salto di qualita' della criminalita' organizzata calabrese''.
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