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venerdì 25 gennaio 2013

SHOAH: LADANY ALL'UNIVERSITA' DELLA CALABRIA, IL RICORDO LUCIDO DI BERGEN BELSEN

Cosenza, 25 gen. (Adnkronos) - Aveva otto anni quando e' stato deportato nel campo di concentramento di Bergen Belsen, nel 1944, ma la sua memoria e' ancora viva. Ricorda ogni particolare di quella terribile esperienza. Shaul Ladany, campione olimpico nel '68 a Citta' del Messico e nel '72 a Monaco, sta trascorrendo due giorni a Cosenza come testimonial della giornata della memoria organizzata dal'Universita' della Calabria. ''Mi sono sempre posto un obiettivo per volta'', ha raccontato ai cronisti. Quando la seconda guerra mondiale e' finita, Ladany e' andato in Israele, ha studiato ingegneria ed e' stato anche un ufficiale militare. Il ricordo della sua esperienza a Bergen Belsen e' lucido. ''Avevo sempre fame. Mia madre raccontava a mia moglie che mi chiedeva se avevo fame e io rispondevo: ho sempre fame''. Schaul Ladany e' tornato nel campo di concentramento negli anni '70 insieme alla moglie.  ''C'era una cartina in rilievo -ha raccontato- che tracciava i punti dove ero stato. Dicevo a mia moglie che i contorni della cartina non erano quelli che io ricordavo. Lei mi disse che se ci tenevo potevo farlo notare, sono andato dal direttore e mi ha chiesto come facessi a saperlo. Io c'ero stato, nel '44. Il direttore mi ha chiesto quanti anni avessi, avevo otto anni e mi ha chiesto come facessi a ricordare perche' ero cosi' piccolo. Io lo ricordo. Sono andato a controllare su un'altra cartina che avevano tracciato i britannici dall'aereo e il direttore ha ammesso che era possibile che ero come sostenevo io, mi disse che avevo una memoria incredibile''. Nel 1972 a Monaco, Ladany e' scampato a un attentato terroristico. ''Ricordo ogni minuto, ogni cosa che ho visto. Dove alloggiavo, la via, il numero dell'alloggio. Hanno attaccato l'appartamento numero uno e numero tre. Io ero nell'appartamento numero due. Mi sentivo come in un sandwich''. Schaul Ladany non sente di essere sopravvissuto solo due volte. ''Sono sopravvissuto diverse volte. Durante l'olocausto non bastava essere fortunato una sola volta, ma di continuo''. 

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