(ANSA) - BOLOGNA, 23 GEN - ''Modena, terra d'affari per i clan dei videogames'', cosi' titolava la Gazzetta di Modena il 17 dicembre 2011. E' di quel giorno l'articolo di Giovanni Tizian di cui Nicola Femia, boss della 'ndrangheta, si lamentera' successivamente con un faccendiere piemontese, Guido Torello. ''O la smette, o gli spariamo in bocca'', la risposta. Dalle carte dell'indagine 'Medusa' condotta dalla Dda di Bologna nel 2009, riportava il cronista, ''spunta anche il nome di uno 'ndranghetista. Gli uomini del clan lo chiamavano 'Rocco', in realta' si chiama Nicola Femia, secondo gli investigatori sarebbe legato alle 'ndrine della provincia di Reggio Calabria e opera nel settore delle slot. Gli uomini del clan chiedevano a lui le ricariche per il poker online e lo chiamavano preoccupati quando qualche giocatore vinceva troppo. Ma 'Rocco' rispondeva con un laconico ''e vabbe' si vince e si perde non preoccupatevi'''. Ancora, raccontava il giornalista, '''Rocco' e' citato anche in un'indagine recente della Dda di Milano. In quella vicenda il suo nome e' legato a esponenti di spessore della 'ndrangheta lombarda che con il gioco d'azzardo legale hanno accumulato milioni di euro''.
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