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giovedì 24 gennaio 2013

L'editoriale - Elezioni tra le follie leghiste e il futuro dell'Italia

A volte ritornano. Anzi, diciamo che loro non sono mai andati via. Parlo della Lega Nord che, resuscitata dalle ceneri degli scandali che hanno coinvolto Bossi & Co. che l'hanno portata dall'8% del 2008 al circa 5% odierno, si ripropone[more...] al fianco di Berlusconi e del Pdl per il Governo del Paese.
Il vessillo sbandierato per ritrovare la fiducia del Nord - Italia questa volta è il recupero delle tasse versate dal settentrione produttivo. "Il 75% della nostra fiscalità deve tornare qui". Pazzesco. Non si possono sempre usare 2 pesi e 2 misure. Il Sud è stato "ab illo tempore" condannato a cliente delle industrie del Nord. Un accordo basato su uno squallido baratto: l'arrendevolezza politica in cambio di assistenzialismo e dei finanziamenti a pioggia che facilitano la gestione "allegra" degli enti che consente agli amministratori di intascare, esentasse, milioni di euro, sottraendoli alla società. Questo patto scellerato costringe i cittadini del meridione a vivere con le briciole (se non si hanno Santi in Paradiso...) lasciate dalle lobby economiche e politiche. Lo avevamo già detto ma teniamo a ribadirlo: il vero cittadino del Sud non vuole assistenzialismo o carità, vorrebbe poter godere degli stessi diritti e doveri dei cittadini del "Nord produttivo". Null'altro.
È certo però che il Sud assistito rappresenta il solo e unico bacino di utenti per le loro produzioni. Fuori dai confini nostrani, a causa di prezzo e qualità,i beni italiani non trovano, se non raramente, collocazione nel mercato. Così, la mancanza di grandi industrie meridionali ha imposto a noi "terroni" l'acquisto dei loro prodotti. E quindi i profitti che gli imprenditori settentrionali si assicurano sono gran parte merito del Sud.
A questo punto l'unica risposta possibile alle baggianate leghiste è chiedere indietro, sotto forma di tasse, la quota di guadagni accumulati grazie alle vendite di prodotti nel Meridione. E che poi questi soldi vengano utilizzati per costruire industrie da Roma in giù. Siamo certi che con i nostri cervelli (la percentuale dei laureati è più alta al Sud), finalmente impiegati per lo sviluppo del loro territorio, la crescita del Mezzogiorno e dell'Italia sarebbe rapidissimo.
Per far questo, però, sarebbe necessaria una presa di coscienza dei meridionali. Dobbiamo volerci bene, voler bene alle nostre città, ai nostri vicini, ai nostri amici. Dobbiamo scegliere di alzare la testa, pretendere giustizia, guardare il Nord e pretendere le stesse opportunità. Le elezioni saranno un ottimo banco di prova.
È ora di dire basta al malcostume tutto italiano della politica, evidentemente bipartisan. Basta con questo continuo votare chi, a livello nazionale, si allea con i razzisti (di questo si tratta) con i fazzoletti verdi! Basta con questo mandare il Parlamento chi oggi parla di regolamenti per mandati di massimo 2 legislature quando nelle liste elettorali appena presentate campeggiano nomi che da 20 anni bazzicano per le stanze di Montecitorio. Basta con questo voler credere alle promesse elettorali di chi ha già provocato buchi nel bilancio di Stato, regioni e città. Basta a chi chiede voti utili e voti contro. Scegliamo chi, al netto delle favole da campagna elettorale, può assicurare onestà, chi può rappresentare il voto pro italiani. Ricordiamo che il potere democratico appartiene al popolo, iniziamo a usarlo con giudizio. Una promessa o certezza di un lavoro precario o momentaneo non risolverà i nostri problemi se non nel brevissimo periodo.
Adesso è il momento di puntare al futuro, ovvero a una stabilità che venga dal benessere diffuso, da uno Stato che, con i normali alti e bassi, si attesti su un livello medio di qualità di vita, lavoro, servizi, più vicina all'Europa, più lontana dall'egoismo qualunquista che ancora infetta l'Italia e gli italiani.
E alla Lega, che ha avuto il coraggio di presentare la propria lista in Calabria, e al suo entourage diciamo che preferiamo i nostri "due mari" ai "Tre-monti"... Li sommergeremo!

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