L’assessore comunale all’Urbanistica Luigi “attak” Tuccio, noto per i suoi vergognosi scritti razzisti e antisemiti, ha rotto il silenzio delle ultime settimane.
Le attese della città, però, sono rimaste deluse. Infatti, Tuccio non ha ripreso la parola per annunciare le sue opportune, anzi necessarie, dimissioni da assessore dopo lo scandalo che lo ha coinvolto, ma al contrario, con una faccia di bronzo senza limiti, si è esibito in una ridicola performance mediatica a difesa del sindaco Arena e dell’amministrazione comunale in merito alla rescissione dei contratti di finanza derivata, vale a dire i tanto decantati swap. Gli swap sono gli strumenti e le strutture di natura tecnico-finanziaria che, per importi enormi e considerevoli, furono stipulati e presentati alla città, in pompa magna, dal sindaco dell’epoca Giuseppe Scopelliti. Si trattava, ovviamente, di milioni di euro della collettività.
Sin dall’inizio furono pubblicizzati come strumenti che rappresentavano un sicuro investimento finanziario che, addirittura, avrebbe, anche, provocato lo sviluppo della città.
Insomma, per otto lunghi anni Scopelliti e il centrodestra reggino, nonostante le numerose critiche e riserve, hanno difeso, sempre, comunque e a oltranza, la scelta di sottoscrivere i famigerati swap.
Anzi, nel momento in cui proprio il PdCI pose serie questioni sul merito tecnico della sottoscrizione e sull’opportunità politica della stessa, la gran cassa mediatica di Scopelliti & co. ci accusò di essere i “soliti” comunisti, oppositori e catastrofisti.
L’odierna decisione assunta dal sindaco Arena è una chiara, palese e incontrovertibile dimostrazione della giustezza e fondatezza delle nostre reiterate critiche e denunce degli anni scorsi: il tempo è, sempre, galantuomo.
Ma il macroscopico dato politico di questa decisione del sindaco Arena, che si tenta di nascondere o annacquare, è enorme. Una vera e propria svolta politico-amministrativa.
Infatti, la rescissione degli swap rappresenta, in primo luogo, una ferocissima e concreta abiura, da parte di Arena, degli otto anni di gestione amministrativa di Scopelliti.
Una inequivocabile presa di distanza dal “modello Reggio”: un modello contraddistinto dal buco in bilancio, dai debiti per centinaia di milioni di euro, dalle infiltrazioni mafiose nella Multiservizi e, in definitiva, da una bancarotta etica, morale e finanziaria del Comune di Reggio Calabria.
Pertanto, la rescissione degli swap che, bisogna rammentarlo, furono il fiore all’occhiello della giunta Scopelliti e della sua gestione, significa, sic et simpliciter, avere rinnegato la stagione politico-amministrativa dello stesso Scopelliti.
Un’epoca che, tra le inchieste della Magistratura, le durissime relazioni della Corte dei Conti e l’arrivo della Commissione d’Accesso, sta miseramente crollando nella polvere.
La via d’uscita è una sola e non vi sono alternative: la Commissione d’Accesso inviata dal Ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, prosegua serenamente nella sua attività di indagine che, senza possedere particolari doti di chiaroveggenza, siamo convinti, approderà nello scioglimento del Consiglio Comunale da parte del Consiglio dei Ministri. Lo scioglimento rappresenterà una “terapia” forte, ma, certamente, migliore rispetto al mantenere in vita una fallimentare Giunta comunale che, tra le altre “perle”, si fregia di avere tra i suoi componenti l’assessore Tuccio, noto per il razzismo e l’antisemitismo.
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