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sabato 11 febbraio 2012

Carabinieri: arresto latitante Rocco Aquino


ARRESTATO DAI CARABINIERI, IN CALABRIA, IL LATITANTE ROCCO AQUINO, 51ENNE, CAPO DELL’OMONIMA COSCA, MENTRE SI TROVAVA NASCOSTO ALL’INTERNO DI UN BUNKER DI PICCOLE DIMENSIONI, RICAVATO NEL SOTTOTETTO DELLA VILLA DI MARINA DI GIOIOSA JONICA, OVE VIVEVANO I FAMILIARI.
L’ACCESSO AL NASCONDIGLIO, PERFETTAMENTE CAMUFFATO, ERA POSSIBILE ATTRAVERSO UNA BOTOLA ATTIVABILE TRAMITE SOFISTICATI CONGEGNI ELETTROMECCANICI.
AQUINO ROCCO, INSERITO NELL’ELENCO DEI LATITANTI PIU’ PERICOLOSI IN AMBITO NAZIONALE, ERA RICERCATO PER ASSOCIAZIONE MAFIOSA, ESTORSIONE ED ALTRO, A SEGUITO DELLA PRIMA FASE DELLA MAXI ’OPERAZIONE “IL CRIMINE”, CONCLUSA NEL LUGLIO 2010, E COORDINATA DALLE PROCURE DISTRETTUALI DI REGGIO CALABRIA E MILANO.
L’ATTIVITA’ INVESTIGATIVA, CHE AVEVA PORTATO ALL’ARRESTO DI CIRCA 300 INDAGATI PER ASSOCIAZIONE MAFIOSA ED ALTRO, AVEVA TRA L’ALTRO DELINEATO LA FIGURA DEL LATITANTE AQUINO ROCCO, ALL’INTERNO DELLA “PROVINCIA” ED IL RUOLO DI VERTICE ASSUNTO NEL “LOCALE” DI MARINA DI GIOIOSA JONICA (RC).  
NEL MESE DI OTTOBRE 2010, LE INDAGINI DEL ROS AVEVANO GIA’ CONSENTITO DI LOCALIZZARE TRE DEI BUNKER UTILIZZATI DAL LATITANTE PER SOTTRARSI ALLA CATTURA.

L’INTERVENTO ODIERNO, ESEGUITO DAI CARABINIERI DEL ROS, DEL COMANDO PROVINCIALE DI REGGIO CALABRIA E DELLO SQUADRONE ELIPORTATO CACCIATORI DI “CALABRIA”, COSTITUISCE UN RISULTATO DI ECCEZIONALE RILEVANZA NELL’AMBITO DELL’AMPIA MANOVRA INVESTIGATIVA SVILUPPATA DAI CARABINIERI E COORDINATA DALLA PROCURA DISTRETTUALE DI REGGIO CALABRIA NEI CONFRONTI DELLE COSCHE DELLA ‘NDRANGHETA CHE HA DETERMINATO, A PARTIRE DAL 2004, LA CATTURA DI NUMEROSI CAPICLAN DEL CALIBRO DI GIUSEPPE MORABITO, PASQUALE CONDELLO, GREGORIO E GIUSEPPE BELLOCCO, COLUCCIO GIUSEPPE E SALVATORE (CUGINI DI AQUINO ROCCO), PELLE ANTONIO E MOLE’ GIROLAMO CHE, DALLA LATITANZA, CONTINUAVANO A DIRIGERE I SODALIZI DI RIFERIMENTO.

1 commento:

  1. Gentile direttore
    Il sottoscritto Aquino Domenico, in relazione alle dichiarazioni rilasciate dal sost. Procuratore dott. Nicola Gratteri in data 11.02.2012 e riportate dagli organi di stampa, intende fare alcune precisazioni.
    Le doglianze del sottoscritto non sono rivolte alle notizie diffuse dalla stampa che, confrontate con l’audio della conferenza effettuata il medesimo giorno, riportano fedelmente le parole del dott. Gratteri, ma al contenuto delle dichiarazioni rilasciate dallo stesso.
    Il dott. Gratteri in tale data, dichiarava che gli Aquino avevano denunciato un Carabiniere dello “Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria”e che tale atto aveva come unico fine quello di demotivare ed intimidire sia il miglior Carabiniere, a suo dire, del reparto, sia gli altri Carabinieri impegnati nella ricerca di latitanti. Ed ancora che in tale circostanza gli stessi Aquino erano stati “male consigliati”, ed avevano fatto “male i loro conti” perché non avevano capito l’animo dei Carabinieri, considerato che proprio il militare denunciato ha fatto richiesta di partecipare all’operazione che ha portato all’arresto di Aquino Rocco, e che sempre lo stesso è stato la testa d’ariete che ha individuato la botola dietro la quale si celava il latitante, e che comunque non esiste un Carabiniere ma i Carabinieri. Sempre il dott. Gratteri riferiva di un ulteriore denuncia presentata dagli stessi soggetti contro lui e la dott.ssa Miranda, e che anche in questa circostanza gli Aquino erano stati “molto male consigliati”, perché in Procura oltre a loro due vi è la presenza di altri 28 Magistrati ed altri 5 in arrivo. In conclusione dichiarava di essere un duro, ma rispettoso delle regole, che non ha mai consentito alla p.g. di andare oltre le regole per acquisire un risultato.
    Orbene, si sottolinea in primis, che la denuncia contro il militare dello “Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria, non è stata sporta da Aquino Rocco, arrestato in data 10.02.2012, ma dal sottoscritto ed in secundis che il fine della stessa non è quello di intimidire nessuno, ma di perseguire un reato subito. Le parole utilizzate dal Magistrato sono, a parere di chi scrive, gravi e non rispettose di quei principi garantiti dalla Costituzione. Difatti il sottoscritto si è comportato per come prescrive la Legge, ha denunciato un reato subito. I reati contestati a carico del Carabiniere nella denuncia-querela sono accertati e dimostrati, non da teoremi fantasiosi desunti da presunzioni proprie, come purtroppo spesso accade in altre sedi, ma da PROVE CERTE, acquisite ed utilizzate nel rispetto delle Leggi dello Stato. I fatti riportati nella denuncia erano stati comunicati a suo tempo anche al Dott. Gratteri, il quale prima di inoltrarsi in ipotesi azzardate, false e prive di qualsiasi fondamento, dovrebbe prendere conoscenza degli elementi acquisiti a carico del militare, o quantomeno aspettare che il Giudice adito decida sul caso. Le prove prima richiamate non vengono divulgate in questa sede poiché il procedimento è ancora pendente, ma non appena lo stesso volgerà al termine sarà cura del sottoscritto inviargliele, così potrà anche lei constatare l’attendibilità delle mie dichiarazioni. Ed ancora, dichiarare che dietro un Carabiniere vi è la fila di altri che vogliono prendere il suo posto, o comunicare il numero preciso dei Procuratori presenti a Reggio Calabria spaventerà qualcun altro, ma sicuramente non il sottoscritto e la sua famiglia che da sempre lavorano onestamente e contribuiscono alle spese dello Stato pagando le tasse.

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