Italia, oltre 2,7 milioni senza posto fisso ma stimare il precariato è difficile
7 febbraio 2012
I dati Istat sul terzo trimestre del 2011 parlano chiaro: in Italia ci sono 2,364 milioni di dipendenti a tempo determinato e 385 mila collaboratori. In tutto si tratta quindi di 2,749 milioni di persone a cui manca il posto fisso, ovvero lavoratori atipici.
Continua quindi a crescere il numero dei dipendenti a termine, che segna un rialzo del 7,6% (+166.000 unità) su base annua. Un aumento che coinvolge per circa due terzi gli under 35. Ecco che l’incidenza del lavoro a termine sul totale degli occupati raggiunge quota 10,3%. Quanto ai collaboratori, invece, si registra un piccolo passo indietro rispetto al terzo trimestre del 2010 (-2,1%, ovvero -8 mila unità). I dati riguardano occupati dipendenti a termine e collaboratori, ma il mondo della flessibilità in entrata è molto più vario. C’è, infatti, un folto sottobosco, basti pensare alle cosiddette “false partire Iva”. Ecco che ottenere una stima ufficiale sul “precariato” è difficile, anche se possiamo immaginare sia più ampia della cifra “base” pari a 2,7 milioni.
I giovani (15-24 anni), risultati dipendenti a tempo determinato sono pari al 46,7% del totale dei dipendenti occupati in quella stessa fascia d’età. Prendendo in considerazione i dipendenti over 35, solo l’8% di questi è figurato come a tempo determinato. Nel dettaglio, guardando ad ognuna delle diverse fasce d’età individuate dall’Istat emerge che, se tra i dipendenti under 25 quasi il 47% è impiegato a tempo, la quota si abbassa al, comunque consistente, 18% per coloro di età compresa tra i 25 e 35 anni. E ancora scende all’8,3% per chi ha tra i 35 e 54 anni, per finire al 6,3% considerando gli over 55.
Continua quindi a crescere il numero dei dipendenti a termine, che segna un rialzo del 7,6% (+166.000 unità) su base annua. Un aumento che coinvolge per circa due terzi gli under 35. Ecco che l’incidenza del lavoro a termine sul totale degli occupati raggiunge quota 10,3%. Quanto ai collaboratori, invece, si registra un piccolo passo indietro rispetto al terzo trimestre del 2010 (-2,1%, ovvero -8 mila unità). I dati riguardano occupati dipendenti a termine e collaboratori, ma il mondo della flessibilità in entrata è molto più vario. C’è, infatti, un folto sottobosco, basti pensare alle cosiddette “false partire Iva”. Ecco che ottenere una stima ufficiale sul “precariato” è difficile, anche se possiamo immaginare sia più ampia della cifra “base” pari a 2,7 milioni.
I giovani (15-24 anni), risultati dipendenti a tempo determinato sono pari al 46,7% del totale dei dipendenti occupati in quella stessa fascia d’età. Prendendo in considerazione i dipendenti over 35, solo l’8% di questi è figurato come a tempo determinato. Nel dettaglio, guardando ad ognuna delle diverse fasce d’età individuate dall’Istat emerge che, se tra i dipendenti under 25 quasi il 47% è impiegato a tempo, la quota si abbassa al, comunque consistente, 18% per coloro di età compresa tra i 25 e 35 anni. E ancora scende all’8,3% per chi ha tra i 35 e 54 anni, per finire al 6,3% considerando gli over 55.
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