REGIONE, CATTANEO CONTRO I TAGLI. “PRENDO SOLO 8.000 EURO AL MESE”
6 ottobre 2012
“Ho letto il decreto sul taglio alle Regioni: drastica riduzione dell’indennità entro il 30 novembre e nessuna pensione. Uno come me cosa deve fare?”. Inizia così lo sfogo che l’assessore alle Infrastrutture e mobilità della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, pidiellino e formigoniano di ferro, affida a Twitter, lamentando la ‘sforbiciata’ ai costi della politica decisa dal governo Monti. “Non rubo – aggiunge – e quindi non ho tesori all’estero. Vivo di ciò che fra un mese mi verrà dimezzato e tra mutuo, rette, eccetera non so come fare”.
Poi, a stretto giro, l’assessore ‘in bolletta’ affida un’altra riflessione alla Rete: “Se fossi rimasto un dirigente guadagnerei già ora di più, figuriamoci dopo i tagli. Che faccio? Siamo sicuri che così la politica migliorerà?”. Cattaneo mette in guardia i cittadini: “Ogni dittatore – scrive – diventa tale a furor di popolo. E’ solo dopo che il popolo si accorge del mostro che ha generato! Attenzione! Chi ci va di mezzo è proprio chi lavora e fa politica sul serio”.
Ma la sua preoccupazione scatena il popolo di Twitter che, a colpi di cinguettii, gli fa notare che la stragrande maggioranza degli italiani è messa peggio di lui. A Davide D’Antoni, giornalista di Telelombardia che propone ironicamente una colletta, risponde: “Bravo! Vedo che ha colto perfettamente. Queste banalità porteranno il Paese a star meglio? Allora cancelliamo la democrazia”.
“Ora guadagno circa 8mila euro per 12 mensilità. Non è poco, è distante dai 14mila di cui si favoleggia. Dopo, circa la metà”, aggiunge rispondendo a chi gli chiede quanto guadagni in Regione. Ma Cattaneo, come si legge dal suo sito, oltre ad essere assessore è anche consigliere della Sea e membro del Consiglio di sorveglianza di Infrastrutture Lombarde Spa.
Fonte:repubblica.it
«GLI ENTI PUBBLICI NON CI PAGANO». CLASS ACTION DEI COSTRUTTORI SICILIANI
5 ottobre 2012
Una class action contro le pubbliche amministrazione per i ritardati pagamenti. E’ quanto deciso dall’assemblea straordinaria dell’Ance, l’associazione dei costruttori, di Sicilia. «Prima non dormivamo a causa dell’oppressione della mafia -scrivono in una nota -. Avevamo riconquistato il sonno grazie ai risultati della svolta di legalità che abbiamo sostenuto. Adesso non dormiamo più perchè le pubbliche amministrazioni non ci pagano da anni e nel frattempo Riscossione Sicilia ci perseguita con le cartelle esattoriali». Tra i costruttori siciliani è forte il malessere. Da qui la decisione di promuovere la class action per ottenere le somme dovute tramite decreti ingiuntivi, sia per chiedere il risarcimento dei danni provocati da queste prolungate morosità alle imprese già fallite, a quelle che sono in procinto di farlo, a quelle che stanno pagando enormi interessi bancari sulle anticipazioni, a quelle che non possono più partecipare a gare non avendo potuto pagare i contributi previdenziali. Una class action contro le pubbliche amministrazione per i ritardati pagamenti. È
MANIFESTAZIONE – L’Ance ha poi programmato una manifestazione a Roma, assieme all’Ance nazionale, ai sindacati e al sistema degli enti locali, per chiedere al governo Monti una corsia preferenziale per le imprese siciliane, considerato che il nuovo governo regionale sarà operativo non prima di alcuni mesi. E se ciò non bastasse, una serrata: le imprese sospenderanno tutti i cantieri di opere appaltate da Pubbliche amministrazioni morose.
LABORATORIO – Per il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, «la Sicilia è giunta in anticipo ad una condizione disperata che man mano toccherà le altre regioni e sta facendo da laboratorio per mettere a punto contromisure che poi adotteremo altrove. L’Ance nazionale – ha concluso – sosterrà in pieno le azioni di lotta dell’Ance Sicilia e farà pressioni sul governo centrale per evitare il default del settore».
Fonte: corriere.it
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