(AGI) - L'Aquila, 9 ott. - Erano pronti a mettere le mani su piu' di quindici appalti della ricostruzione privata del dopo terremoto all'Aquila. Per questo, quattro imprenditori vicini all'ndrangheta erano stati arrestati nell'ambito di un'operazione contro le infiltrazioni malavitose in Abruzzo che ha portato all'arresto di quattro personaggi legati al modo dell'imprenditoria aquilana che hanno contribuito al rafforzamento della cosca mafiosa dei Caridi-Zindato-Borghetto inserita nella piu' ampia Locale dei Libri, radicata nel territorio di Reggio Calabria. L'operazione 'Lypas', che prende il nome da una delle ditte edili riconducibili all'organizzazione criminale, aveva visto impegnati i finanzieri del nucleo di polizia tributaria - Gico - della guardia di finanza dell'Aquila e i poliziotti della sezione criminalita' organizzata della Mobile della questura dell'Aquila. Agli arresi erano finiti Stefano Biasini, 34 anni, nato e residente all'Aquila, Antonino Vincenzo Valenti, di 45 anni, residente a Reggio Calabria, Massimo Maria Valenti, di 38 anni, nato a Reggio Calabria e residente all'Aquila, Francesco Ielo, di 58 anni, nato a Reggio Calabria e residente ad Albenga (Savona), ai quali e' stato contestato il reato di concorso esterno in associazione di stampo mafioso. Il pm Stefano Gallo ha chiesto oggi il rinvio a giudizio per tutti gli imputati. Le indagini, coordinate dal procuratore Alfredo Rossini (da poco scomparso) e dal pm Fabio Picuti, sono durate circa due anni e hanno evidenziato - stando agli inquirenti - il forte interessamento degli esponenti della cosca reggina ai lavori di ricostruzione degli immobili da parte dei privati, nel cui ambito non e' prevista alcuna procedura a evidenza pubblica ne' alcuna certificazione antimafia per l'impresa individuata per l'esecuzione dei lavori.
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