“L’arte viene dalla strada, dai vicoli
nascosti e l’ispirazione che si trae dagli angoli di Cosenza vecchia, quando
ancora oggi dalle radio rimbalzano le melodie di Sergio Bruni, è impagabile.”
Ad esserne fermamente convinto è il
cabarettista cosentino Emanuele Gagliardi, ospitato a Palazzo dei Bruzi in
Commissione cultura, nell’ambito delle iniziative volte a tributare un
riconoscimento a quei talenti locali che dovrebbero avere più occasioni per
esprimere le loro potenzialità.
Emanuele Gagliardi al cabaret è
approdato dopo una formazione teatrale classica. Non fa mistero nel riconoscere
di aver avuto due mentori: il primo Ennio Scalercio, regista cosentino formatosi
a sua volta all’Accademia d’arte drammatica “Silvio D’Amico” e l’altro, Totonno
Chiappetta, che lo ha avviato sulla strada dell’umorismo e della comicità made
in Calabria.
Gagliardi considera l’arte made in
Calabria una sorta di specie protetta da difendere ad ogni costo, contro ogni
tentazione esterofila. E lo ha ribadito con forza anche davanti alla
Commissione cultura. L’audizione di Gagliardi è iniziata con un’introduzione
del Presidente della commissione Claudio Nigro che ha apprezzato la scelta
dell’attore ed umorista cosentino di restare a lavorare e a fare spettacolo
nella sua terra, anziché percorrere la strada dell’emigrazione artistica.
Relatore della proposta di ospitare in
commissione cultura Emanuele Gagliardi è stato il consigliere comunale
Michelangelo Spataro che ne ha seguito passo passo la carriera. Spataro crede fermamente
nelle potenzialità del giovane cabarettista che – ha detto – “pur non
disdegnando di uscire fuori dai confini regionali, ama la sua terra in modo
viscerale esaltandone nei suoi spettacoli la filosofia prettamente umanistica
dei calabresi, dipingendone con grande ironia, ma con altrettanta precisione i
caratteri che ne fanno un popolo altamente generoso, tollerante e che sa stare
insieme agli altri.”
In effetti la forza dell’attore, del comico
ed anche del poeta Emanuele Gagliardi risiede soprattutto nel saper fornire una
chiave di lettura antropologica del calabrese medio.
Veramente esilarante uno dei suoi sketches
più riusciti, “Intrigo di Calabria”, nel quale, con una sorprendente
versatilità, degna del miglior cabarettista, compie una ricerca approfondita, da
Castrovillari a Reggio Calabria, sui dialetti che attraversano la nostra
regione, componendo un mosaico di slang,
di suoni, cadenze – quasi una sorta di grammelot alla Dario Fo, senza istituire
paragoni irriverenti - il cui obiettivo ultimo è la riappropriazione della
identità calabra.
Uno spaccato di questo sketch Gagliardi
lo ha offerto anche ai componenti la commissione cultura che lo hanno molto
apprezzato, come testimoniato dagli interventi di Mimmo Frammartino che ha
sottolineato come “gli incontri che si stanno tenendo in commissione stanno
mettendo in risalto una vera e propria fucina di talenti ed Emanuele Gagliardi
è uno di questi” ed anche del consigliere Sergio Nucci che ha proposto a
Gagliardi, considerata la sua bravura, di poter fare qualcosa insieme allo
studioso dei nostri dialetti, il prof.John Trumper dell’Università della
Calabria.
L’altra faccia di Gagliardi è il suo
impegno nel sociale dove la sua vena attoriale e comica è messa al servizio dei
meno fortunati.
“Ho recitato e continuo a recitare – ha
affermato l’attore - anche in ambienti difficili, come le carceri, dove ho
attivato laboratori teatrali”. O anche per i ragazzi albanesi o rumeni ai quali
declama i versi di “A’ Livella” di Totò o le gesta di Jugale. Eppure i suoi
primi passi Gagliardi li aveva mossi portando in scena alcuni personaggi di
Cechov ( ne “La domanda di matrimonio” “L’orso” o “Il tabacco fa male) o di
Ibsen in “Casa di bambola”. Decisivo nella sua conversione, l’incontro con
Totonno Chiappetta.
Oggi può dire la sua con estrema sicurezza nel teatro-cabaret-canzone in
cui spesso si accompagna al fisarmonicista Eugenio Turboli. Ma la sfida che lo
attende di qui a poco è di quelle che vanno colte al volo perchè Emanuele
Gagliardi sosterrà al Teatro Golden di Roma i provini per la nuova serie di
Zelig. E chissà che tra poco non lo si possa applaudire in tv nella
trasmissione culto che ha lanciato tanti nuovi comici italiani.
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