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venerdì 9 marzo 2012

Nucera su Anmil

Nell’ambito delle celebrazioni della Festa della donna, il Segretario Questore del Consiglio regionale on. Giovanni Nucera è intervenuto all’iniziativa svoltasi questa mattina nella sede provinciale della Anmil, Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi del Lavoro di Reggio Calabria, alla presenza del segretario regionale Vincenzo Berardi e di quello provinciale Francesco Costantino.
Nel corso  del suo intervento l’on. Giovanni Nucera ha evidenziato il ruolo fondamentale che le associazioni di rappresentanza sociale svolgono nella inversione della cultura nella società per raggiungere le pari dignità nel ruolo di genere.
“Oggi la donna – ha ancora detto Nucera – è sempre più proiettata ad inserirsi nel sistema di produzione sociale, non solo attraverso il lavoro, ma anche attraverso la sensibilità che pone negli ambiti in cui opera. La disoccupazione femminile è ancora alta in Italia, ma lo è ancor più in Calabria. Tuttavia gli indici di riferimento sull’infortunistica nei posti di lavoro – ha evidenziato – sono abbastanza alti. Ma un infortunio su tre che avviene in Calabria, è al femminile. E quello che ancora è più grave – ha continuato l’on. Giovanni Nucera  - è la condizione delle donne immigrate che patiscono ancora maggiori sofferenze”.
Giovanni Nucera ha anche stigmatizzato il comportamento della Regione Calabria, “perché – ha sostenuto – è necessario dare piena attuazione anche in Calabria, alla legge n. 11 del 2010, normativa sulla tutela del lavoro e sull’assegno di solidarietà alle famiglie delle vittime degli incidenti di lavoro”.
“Va posto in essere la circostanza – ha proseguito il Segretario Questore del Consiglio regionale della Calabria – che questa società, sempre più proiettata ad un relativismo ingiustificato, recuperi il senso vero dei valori, e quello dell’universo femminile, che rappresenta, senza dubbio, lo strumento ideale per riconciliare le famiglie in una logica di recupero della solidarietà che può significare condivisione di responsabilità familiari uomo/donna ma anche maggiore educazione alla cittadinanza attiva nella società”.
“Infatti – ha concluso – se la donna ha più peso nella famiglia, anche fenomeni di degenerazione sociale, come la ‘ndrangheta, possono subire momenti di arresto o arretramenti considerevoli. Un percorso utile per l’affermazione di una società più giusta, più equilibrata, più trasparente anche in Calabria”.

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