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martedì 6 marzo 2012

ADICO: LE NEWS

Maratona di controlli dai negozi alla movida
6 marzo 2012
In principio fu Cortina. Era il 30 dicembre quando 80 agenti delle Entrate passavano al setaccio 35 esercizi commerciali della perla delle Dolomiti. Ma non solo, perché in quell’occasione i controlli hanno messo sotto tiro anche i proprietari di suv e auto di lusso: informazioni utili per alimentare eventualmente l’accertamento sintetico o il redditometro nei confronti di chi dichiara molto meno rispetto all’effettivo tenore di vita.
Da allora nulla è stato più come prima: uno shock vero e proprio per l’opinione pubblica italiana che ha fatto alzare il livello di guardia nella lotta all’evasione. E l’attenzione verso le operazioni di controllo del territorio di Agenzia e Guardia di finanza è aumentata in modo esponenziale, tanto è vero che dal Governo all’amministrazione finanziaria si continua a sottolineare come il clima nel Paese sull’evasione sia radicalmente cambiato.
Da due mesi non c’è giorno che passi senza un blitz mirato. Sotto osservazione le vie dello shopping, i locali della movida (non solo il sabato notte) ma anche i mercatini ambulanti. E il trait d’union è quasi sempre lo stesso: il controllo economico del territorio focalizzato sulla mancata o errata emissione degli scontrini fiscali da parte di commercianti ed esercenti. In media, sulle operazioni “mappate” dal Sole 24 Ore del lunedì, le irregolarità riscontrate si aggirano intorno al 50 per cento: una violazione ogni due verifiche effettuate. E in alcune città gli scontrini non in regola arrivano a toccare punte dell’80 per cento. L’obiettivo dei blitz è, soprattutto, la deterrenza: far sentire la presenza del fisco sugli operatori per incentivare la “contabilizzazione” dei ricavi. A questo ora si aggiungerà un tassello in più: i “furbetti” dello scontrino entreranno a far parte di liste selettive per essere poi accertati.
L’ipotetico giro d’Italia delle verifiche sul campo non sta risparmiando nessuna area geografica. L’onda lunga di Cortina è arrivata prima nei grandi centri metropolitani. A Roma, il 14 gennaio scorso, le Fiamme gialle hanno effettuato 405 controlli, riscontrando il 47% di irregolarità. A Milano il 28 gennaio, funzionari di agenzia delle Entrate, Inps e Polizia locale hanno messo sotto la lente 115 esercizi tra ristoranti, discoteche e bar nelle zone più frequentate della città. Risultato? In media gli incassi registrati sono stati del 44% in più rispetto a una settimana prima. Un’operazione interforze ripetuta anche in altre zone d’Italia. Ad esempio in Campania, nella notte tra sabato 25 e domenica 26 febbraio sono scesi in campo 423 uomini (271 dell’Agenzia, 112 dell’Inps e 40 della Siae) distribuiti tra 110 locali della regione. Interventi simili sono finalizzati a riscontrare violazioni in vari ambiti: dal lavoro irregolare al pagamento dei diritti d’autore, ma anche sulla vendita di merci contraffatte quando il focus della verifica si concentra sulle attività commerciali.
L’effetto-sorpresa è la componente decisiva per la riuscita delle operazioni. Anche per questo sono state scelte piazze e appuntamenti “insospettabili”: il Carnevale di Viareggio, il festival di Sanremo, la settimana centrale di febbraio a Courmayeur (un momento di alta stagione per la località valdostana). Dalle polemiche del dopo-Cortina sembra passata un’eternità, e invece sono appena due mesi.
NOI E GLI ALTRI
Le sanzioni per infedele dichiarazione
ITALIA – 200%
- La violazione per infedele dichiarazione, contestata negli accertamenti anche per la mancata emissione di scontrino o ricevuta fiscale, è sanzionata dal 100% al 200% della maggiore imposta. Per «maggiore imposta» si intende la differenza tra il tributo liquidato con l’accertamento e quello calcolato in base alla dichiarazione
- La sanzione è aumentata del 10% in caso di omessa o infedele indicazione dei dati nei modelli sugli studi di settore
FRANCIA – 80%
- In caso di comportamenti sorretti da buona fede e, dunque, di errori formali che non determinano una maggiore imposta, il contribuente è sanzionato con un importo forfettario
- Se il comportamento è sorretto da malafede, invece, oltre agli interessi è prevista una sanzione pari al 40% sulla maggiore imposta accertata
- Ai comportamenti fraudolenti o elusivi si applica una sanzione dell’80 per cento
REGNO UNITO – 100%
- L’amministrazione finanziaria giudica il tipo di comportamento in capo al contribuente su cui incombe l’onere di provare la sua eventuale buona fede
- In caso di errore in buona fede la sanzione applicabile può arrivare fino al 30 per cento
- Per gli errori consapevoli, la sanzione applicabile varia dal 35% al 70 per cento
- Nell’ipotesi più grave di comportamenti fraudolenti la penalità applicabile oscilla dal 50% al 100 per cento

di Marco Mobili
fonte: sole24ore.it




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