Il R.O.S. e il Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria hanno eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, nell’ambito dell’operazione convenzionalmente denominata “Lancio”, nei confronti di 18 soggetti ritenuti - a vario titolo – responsabili:
- di aver agevolato il latitante CONDELLO Domenico[1], inserito nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità facenti parte del “Programma Speciale di Ricerca”.
- del delitto di cui all’art 416 bis C.P, per aver fatto parte dell’associazione di tipo mafioso denominata ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata “cosca CONDELLO” e operante in Reggio Calabria;
- di “intestazione fittizia”, prevista dall’art. 12 quinquies l. n. 356/92, aggravata dall’art. 7 l . n. 203/91, di cui al provvedimento di sequestro della “Pane Pizza e Fantasie” s.r.l., operato il 19 dicembre 2011.
L’operazione ha coinvolto anche la moglie, gli zii, i cognati, il nipote, il padre e le sorelle del ricercato, una delle quali sposata con IMERTI Antonino, noto esponente di vertice della ‘ndrangheta, detenuto, pure coinvolto nella presente indagine.
Per i medesimi fatti risulta indagato anche l’altro cognato del latitante ossia TEGANO Bruno Antonino, pure detenuto in quanto arrestato nel corso dell’operazione c.d. “Reggio Nord”.
L’attività costituisce naturale prosecuzione dell’operazione convenzionalmente denominata “Reggio - Nord”, portata a termine, sempre sotto la direzione della locale Procura Distrettuale Antimafia, dall’Arma di Reggio Calabria il 05.10.20111 nel cui ambito erano stati individuati una parte degli interessi economici dell’articolazione reggina della ‘ndrangheta legata al latitante Domenico Condello - quelli relativi all’acquisizione de “Il Limoneto” - altresì documentando le modalità esecutive dell’operazione di intestazione dell’attività commerciale a soggetti “puliti”.
Premesso che le due indagini - “Reggio Nord” e “Lancio” - sono tra loro coeve ed interdipendenti, è altresì evidente che proprio le documentate visite al latitante non esaurivano il loro scopo nell’assistenza al ricercato ma avevano anche finalità operative.
Nell’ambito dell’attività di indagine, in particolare:
- ha trovato ulteriore conferma l’assunto investigativo per il quale il latitante teneva costanti rapporti con TEGANO Bruno Antonino, fratello della compagna;
- è stata ricostruita e colpita una parte della rete di favoreggiatori del ricercato: l’operazione è passata necessariamente attraverso l’individuazione di tutte le cautele adottate dagli indagati, volte a consentire al TEGANO ed ai più stretti congiunti del latitante di fargli visita.
Un primo riscontro alla correttezza dell’impianto investigativo discende dagli avvenimenti dell’11 gennaio 2010 quando, proprio seguendo il TEGANO, si giungeva all’immobile sito al civ. 3 della via Nazionale Bolano di Catona al cui interno, tra gli altri, vennero rinvenuti:
- medicinali che, in esito agli accertamenti condotti dal N.A.S. CC di Reggio Calabria, sono risultati essere stati prescritti a favore della suocera del ricercato;
- alcuni manoscritti. Tali reperti sono stati sottoposti analizzati dal R.I.S. CC di Messina e posti a confronto con due manoscritti rinvenuti nell’estate successiva nella disponibilità di COTRONEO Giuseppa, suocera dell’ergastolano CONDELLO Pasquale cl. 63, in cui il mittente si identificava una volta in compare M - si trattava di uno scritto il cui autore ringraziava la donna per le utilità che gli aveva messo a disposizione - e l’altra in Mimmo e Margherita - si trattava di uno scritto contenente felicitazioni per la laurea di NOCERA Giampiera, figlia della COTRONEO - talché, essendo Domenico il nome del latitante, altresì conosciuto come Mimmo e Mico, e Margherita quello della compagna, l’autore veniva identificato proprio nel ricercato;
- ulteriori reperti da cui sempre il R.I.S. CC di Messina estrapolava il profilo genetico che, posto a confronto con quello del genitore del ricercato, consentiva di ritenere certo al massimo grado che essi fossero riconducibili al latitante;
Sempre in sede di sopralluogo veniva accertato che il rifugio del ricercato era fornito di energia elettrica tramite un collegamento realizzato artigianalmente con l’immobile sito al civ. 1 della medesima via, riconducibile al nucleo familiare AMATO/DE CARLO.
Quanto di non utile ai fini dell’indagine (attrezzatura sportiva, testi e indumenti), rinvenuto nel covo, su disposizione della Procura di Reggio Calabria, è stato proprio oggi devoluto in beneficienza.
Il provvedimento restrittivo oggi eseguito, poi, è relativo anche all’ipotesi di “intestazione fittizia”, prevista dall’art. 12 quinquies l. n. 356/92, aggravata dall’art. 7 l . n. 203/91, di cui al provvedimento di sequestro della “Pane Pizza e Fantasie” s.r.l., del 19 dicembre 2011, in cui era stato posto in evidenza che:
- sul piano formale, l’assetto societario faceva capo ai congiunti MARTINO Maddalena e MARTINO Giuseppe, zii materni del latitante che, peraltro, nel corso di perquisizione domiciliare eseguita il 22 giugno c.a., erano stati trovati in possesso di euro 49.690,00 in denaro contante, euro 52.000,00 e lire 10.000.000 in buoni fruttiferi postali, in parte cointestati con CONDELLO Giuseppa;
- CONDELLO Giuseppa, moglie di IMERTI Antonino alias Nano feroce, benché formalmente estranea all’attività, era il centro di imputazione delle responsabilità gestionali, intrattenendo relazioni sia con lo studio di consulenza commerciale sia con l’istituto di credito;
- TEGANO Margherita e CONDELLO Caterina, rispettivamente compagna e sorella del latitante, benché formalmente dipendenti, si interfacciavano solo ed esclusivamente con CONDELLO Giuseppa, che partecipava loro le decisioni assunte o da assumere.
Il valore complessivo dell’attività commerciale è stato stimato in euro 1.000.000,00.
Nel corso dell’operazione, sempre su disposizione della locare DDA, sono stati sottoposti a sequestro autovetture e motocicli utilizzati dal gruppo di persone che gestivano la latitanza di Domenico CONDELLO, per un valore complessivo di euro 100.000,00.
Il provvedimento in parola è un ulteriore segmento di un più ampio progetto investigativo, coordinato dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, che mira al raggiungimento di due obbiettivi interdipendenti:
- la cattura del latitante, esponente mafioso di livello apicale, in grado di orientare le complessive strategie dell’organizzazione;
- la sistematica aggressione di tutte le attività riconducibili al gruppo criminale, quale strumento di costante e progressivo depotenziamento della struttura di sostegno economico e logistico del latitante, la qual cosa consentirà ancor più di concentrare gli sforzi investigativi sulla sua ricerca.
[1] CONDELLO Domenico, nato a Reggio Calabria il 04.11.1956, colpito da provvedimento di esecuzione di pene concorrenti e contestuale ordine di esecuzione n.153/2004 R.E.S., emesso in data 22.06.2004 dalla Procura Generale della Repubblica – Ufficio Esecuzioni Penali – di Reggio Calabria, dovendo scontare la pena detentiva dell’ergastolo. È latitante dal già in data 07.12.1990 egli si sottraeva all’esecuzione dell’O.C.C.C. n.20/90 R.G. Ass. App. emesso dalla Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria per inosservanza degli obblighi imposti a seguito della sua scarcerazione avvenuta in data 04.07.1989. E’ altresì destinatario del provvedimento di fermo di indiziato di delitto n. 7.607/11 R.G.N.R. - D.D.A. del 5 ottobre 2011;
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