13 marzo 2012
Scatta la fase due per contrastare la truffa messa in atto dal servizio Italia-Programmi.net, che hfatto – e continua a fare – migliaia di vittime tra ignari naviganti che, pensando di scaricare programmi gratuitamente dal web, si sono ritrovati invece loro malgrado ad aver sottoscritto contratti da 96 euro l’anno. Sono i nuovi provvedimenti che Adico Associazione difesa consumatori consiglia di prendere per difendersi da queste fatture indesiderate: cioè una denuncia-querela alla Procura della Repubblica per il tramite della Polizia Postale della propria zona, con le quali si chiede la chiusura del sito www.italia-programmi.net. Materiale che potrà servire da prova scritta in caso ci si dovesse opporre a un’eventuale ingiunzione di pagamento.
Nonostante le centinaia di lettere di diffida inviate dagli utenti che si sono rivolti ad Adico Associazione difesa consumatori o che hanno agito per altri canali, e le altrettante segnalazioni all’Autorità garante per le telecomunicazioni, che pure è già intervenuta sanzionando le modalità truffaldine di erogazione del servizio, la società Estesa Limited, proprietaria del sito, continua infatti a inviare via email solleciti di pagamento e minacce di ricorso a modalità di recupero crediti, ignorando le azioni legali che pesano sul suo operato. Per questo l’ufficio legale di Adico suggerisce di alzare il tiro e spiega ai cittadini come comportarsi per ulteriore tutela dei propri diritti.
«Innanzitutto, ribadiamo la validità del mandare come prima cosa una lettera di diffida alla sede legale della società sostenendo la non validità del contratto in quanto la sottoscrizione è stata involontaria ed estorta con l’inganno – spiega l’ufficio legale di Adico – così come continuiamo a suggerire a chi voglia andare fino in fondo di non pagare la cifra che viene richiesta. Se la Estesa Limited però volesse perseverare nel considerare quei contratti validi, e continuasse a chiedere come sta facendo i soldi, potrebbe arrivare a un’ingiunzione di pagamento ai consumatori coinvolti». Per poter affrontare con il coltello dalla parte del manico quest’eventualità, Adico consiglia a tutte le vittime di questa situazione che abbiano già fatto la diffida, di presentare prima possibile anche una denuncia-querela alla Procura della Repubblica per il tramite della Polizia Postale della propria zona per denunciare la Estesa Limited chiedendo il sequestro, e quindi l’oscuramento, del sito». Un risultato questo comunque difficile da ottenere, visto che la società non ha sede in Italia bensì alle Seychelles, e quindi per la chiusura del sito servirebbe una rogatoria internazionale.
«Avendo in mano le denunce-querele alla Procura per il tramite della Polizia Postale, sarebbe molto più facile difendersi da un’ipotetica ingiunzione di pagamento, cioè dalla richiesta tramite giudice di pagare i 96 euro – continuano i legali dell’Associazione Difesa Consumatori – opponendosi all’ingiunzione stessa facendo ricorso. A quel punto il giudice chiederebbe delle prove scritte delle motivazioni per cui non si vuole pagare, e noi le avremmo».
Il presidente di Adico Carlo Garofolini commenta così questo nuovo capitolo della vicenda: «È assolutamente scandaloso e riprovevole che centinaia di cittadini si trovino da mesi vittime delle assillanti richiesta di pagamento di questi signori, che non si arrendono nemmeno di fronte all’evidenza dei fatti e all’intervento di magistratura e autorità di garanzia. I cittadini non si spaventino di fronte a questi nostri suggerimenti: noi auspichiamo che siano scrupoli superflui e che la vicenda si risolva prima di dover andare davanti a un giudice – conclude Garofolini – ma è bene agire d’anticipo e non farsi cogliere impreparati dalle possibili mosse di società che, dopo aver abusato della buona fede e della distrazione dei cittadini, continuano pure a vessarli».
La segreteria dell’Associazione in via Volturno 33 a Mestre è a disposizione dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30 per fornire tutte le informazioni del caso e per mettere a disposizione dei soci la modulistica necessaria (modello di diffida, modello di denuncia-querela in Procura, indirizzo della sede di Polizia Postale più vicina al domicilio dell’interessato). Ci si può recare allo sportello di persona, scrivere a info@associazionedifesaconsumatori.it o chiamare il numero 041.5349637.
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