In 16 anni di commissariamento i
calabresi hanno sprecato un miliardo di euro e ancora aspettano un sistema di
gestione dei rifiuti solidi urbani degno di un Paese civile. Un sistema che
incrementa illegalità ed ecomafie, deresponsabilizza i sindaci e scoraggia i
cittadini a diventare parte attiva per far crescere un sistema e gestione dei
rifiuti moderno, efficace e che renda merito alle bellezze della Calabria.
Legambiente ha iniziato un suo percorso,
iniziato stamattina a Lamezia Terme con un confronto interno alla rete dei
circoli calabresi dell'associazione, di controdeduzioni alle linee guida
proposto dalla Regione Calabria per rivedere il Piano regionale per i rifiuti
che sarà aperto al confronto delle forze economiche e sociali calabresi.
"Le linee guida proposte dalla
regione - dichiara Stefano Ciafani,
vicepresidente nazionale di Legambiente - sembra che siano state congelate al
1997 anno in cui è iniziata la fase di commissariamento che ancora oggi è in
atto. È una proposta inaccettabile perché non mira a risolvere i problemi che
da anni abbiamo denunciato, non incide la necessaria svolta per aumentare la
ridicola soglia del 12% di raccolta differenziata in regione, non affronta il
tema del ciclo integrato dei rifiuti con una adeguata organizzazione degli
impianti necessari a supportare il sistema, mentre continua a premiare l’uso
distorto delle discariche come unica soluzione per smaltire i rifiuti”.
Con questa proposta difficilmente si
raggiungo gli obiettivi di legge (65%) di raccolta differenziata, mentre siamo
sicuri che si ripeteranno i vizi, i disastri
e le cattive abitudini di questi ultimi 16 anni. “La Calabria a differenza di
altre regione - dichiara Francesco
Falcone, presidente di Legambiente Calabria - che in maniera analoga
dovevano affrontare una lunga fase emergenziale, non vuole superare la crisi ma
punta ad allargare il divario con le altre realtà dal Paese. Non ha impostato
un documento per migliorare la sua performance ambientale ma caparbiamente
continua a mantenere la coda della classifica. Una classifica che come dimostra
lo sforzo compiuto dalla Sardegna può essere migliorata, passando in 7 anni dal
10 al 55% di raccolta differenziata, e che dimostra la fattibilità di un
percorso virtuoso incentrato sulla premialità di azioni a favore della
differenziata, premiando i comuni virtuosi contro un aumento delle tariffe per
quelli che fanno ricorso alle discariche. Siamo convinti che la leva economica,
con benefici per i comuni virtuosi serva a superare le emergenze a condizione
che si abbiano idee chiare (e non sembra il caso della nostra regione) e che
cittadini, forze economiche e sociali siano parte attiva in questo processo di
virtuosità e futuro”.
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