La Vicepresidente della Regione Antonella Stasi ha partecipato alla Conferenza
Internazionale “Global Connectivity with the Mediterranean Basin”, organizzata
dall’Aurorità Portuale di Trieste. Nel corso della manifestazione – informa una
nota dell’ufficio stampa della giunta regionale -, moderata dal giornalista
Franco Di Mare, che ha registrato la presenza di importanti rappresentanti
delle free zone mondiali, è stato illustrato l’elevato potenziale della zona
franca del porto di Gioia Tauro. Soffermandosi su Gioia Tauro, la Vicepresidente
Stasi ha ribadito che “quella del porto calabrese è la prima e unica zona
franca non interclusa in Italia, istituita dall’Agenzia delle Dogane il 1
agosto 2003, situata all’interno dell’area portuale di Gioia Tauro. Le zone
franche non intercluse rappresentavano una tipologia particolare, più integrata
col territorio e connessa al tessuto sociale e imprenditoriale locale,
concepita in modo da non essere gravata da recinzioni e punti di accesso posti
dallo Stato, dalle formalità e dai controlli tipici delle zone franche
tradizionali, con formalità e obbligazione doganali semplificate e applicabili
secondo le modalità del regime del deposito doganale. Una grande occasione di
sviluppo sprecata, assolutamente sotto utilizzata - ha dichiarato la
Vicepresidente Stasi - che questo Governo regionale, guidato dal Presidente
Scopelliti, vuole portare a frutto, offrendo una concreta possibilità di
attirare investimenti e promuovere l’insediamento di nuove iniziative. Ecco
perché sono stati concentrati incentivi, agevolazioni e benefit, mirati ad
imprese di logistica industriale che potranno scegliere di insediarsi a Gioia
Tauro, usufruendo degli incentivi alle imprese, del ferrobonus per la
spedizione di merci via terra e di tutte le agevolazioni sul costo del lavoro
che il governo Monti ha destinato al Sud. Le aziende che decidono di utilizzare
i benefici della zona franca aperta del Porto di Gioia avranno la possibilità
di poter importare da paesi extra Unione Europea a Unione Europea (e quindi
estero su nazionale) senza pagare i dazi ed in sospensione di imposta. Il
vantaggio offerto oggi da Gioia Tauro, dunque, quello di importare la materia
prima dall’estero, sospendere momentaneamente il pagamento dei relativi diritti
doganali, ossia imposte equivalenti (pari a circa il 35%) e solo
successivamente alla trasformazione o all’assemblaggio poter riesportare senza
pagare dazi. Risponde all’esigenza da parte degli operatori, di disporre di
merce estera nel territorio nazionale della comunità, con vantaggi economici
connessi al pagamento differito delle imposte su suddette merci, al momento
della loro destinazione finale. Per agevolare e facilitare nuovi insediamenti
produttivi l’Autorità Portuale di Gioia Tauro ha avviato la realizzazione di
due capannoni di 50.000mq cadauno, da concedere in locazione per svolgere a
condizioni evidentemente agevolate non solo il magazzinaggio ma anche attività
industriali, commerciali e di servizi, e soprattutto quelle di trasformazione
delle merci che transitano lungo le rotte internazionali, grazie alla
possibilità di vincolare queste ultime ad altri regimi doganali che consentono
tali usi. All’appello offerto da Marina Monassi, Presidente dell’autorità
Portuale di Trieste, si associa anche la Vice presidente Stasi, che ha
evidenziato come “un moderno approccio alle zone franche garantirebbe
all’Italia grandi opportunità sulle rotte dei transhipment dei container e
deposito merci. Ecco perchè il Governo dovrebbe inserire all’interno dei
provvedimenti dedicati alla crescita, misure adeguate per poter meglio
sfruttare le opportunità offerte dai grandi porti Italiani – ha concluso la
Vicepresidente della Regione - considerandoli porta d’accesso per attirare
nuovi investitori in Italia ed in Europa”.
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