(ANSA) - ROMA, 23 MAG - Immigrati fatti giungere in Italia
con false promesse di lavoro e ridotti invece in schiavitu' per
lavorare nei campi per molte ore al giorno e vivere in
condizioni disumane. Per questo 22 persone sono state arrestate
dai carabinieri dei Ros tra Puglia, Calabria, Campania, Sicilia
e Toscana. Diversi i reati contestati, a vario titolo, ai
componenti dell'organizzazione, attiva tra Nardo' (Lecce),
Rosarno (Reggio Calabria) e altre citta' del sud. Tra gli altri,
tratta di persone e riduzione in schiavitu'.L'indagine, chiamata 'Sabr' e
condotta dal Ros di Lecce a partire dal gennaio 2009, ha portato
all'individuazione di una organizzazione internazionale
costituita da italiani, algerini, tunisini e sudanesi operanti
in Puglia, Sicilia, Calabria e Tunisia che favoriva l'ingresso
clandestino, in prevalenza di tunisini e ghanesi da destinare
alla raccolta di angurie e pomodori. Il 'reclutamento' avveniva
prevalentemente in Tunisia, dove numerose persone, spinte dalla
disperazione, venivano convogliate in falsi viaggi della
speranza verso la Sicilia e, successivamente, nella penisola,
per lavorare prima nell' agro pachinese, nel siracusano, poi i
quello neretino, in provincia di Lecce. A Nardo' si era
costituita una sorta di 'cartello' tra datori di lavoro e
'caporali', che forniva manodopera per i lavori agricoli
stagionali in diverse regioni. I clandestini venivano relegati
lontani dai centri abitati, privati del denaro che avevano con
se', retribuiti con somme irrisorie, alloggiati in baracche
senza acqua corrente, servizi igienici e corrente elettrica
messe a disposizione dagli stessi 'datori di lavoro'.
Gli immigrati venivano costretti a turni di lavoro di 10-12
ore, anche durante il Ramadan, periodo durante il quale molti
lavoratori di religione islamica si astenevano dal bere e dal
mangiare.
Da questa attivita' i componenti dell'organizzazione traevano
profitti ''rilevanti'', evadendo tasse e contributi.
Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del Ros, dei
comandi provinciali interessati e del Nil, con il supporto di
elicotteri e unita' cinofile per la ricerca di droga, armi ed
esplosivi. La misura cautelare e' stata emessa dal gip di Lecce
Carlo Cazzella su richiesta della Direzione Distrettuale
Antimafia di Lecce. Tra i reati contestati, oltre alla riduzione
in schiavitu', anche l'associazione per delinquere, il falso in
atto pubblico (per i falsi permessi di soggiorno) e il
favoreggiamento dell'ingresso di stranieri in condizioni i
clandestinita'.
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