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giovedì 24 maggio 2012

ADICO: LE NEWS


INDAGINE ADICO: IL BIOLOGICO A MESTRE È “ROSA” MA COSTI E DIFFIDENZA FRENANO ANCORA GLI ACQUISTI


23 maggio 2012
I risultati dei 240 questionari compilati dai cittadini al gazebo dell’Associazione durante la “Notte Verde del Nordest”nel carrello soprattutto cibi e bevande per amore di territorio e animali 
Il biologico a Mestre? È ancora soprattutto un “affare da donne”, e fa rima con alimentazione. La tendenza è fotografata nell’ultima indagine realizzata da Adico Associazione Difesa Consumatori a Mestre nel corso della “Notte Verde del Nordest”, lo scorso sabato 5 maggio 2012. Tra le tantissime persone che si sono fermate al gazebo allestito da Adico in via Allegri per la manifestazione, ben 240 hanno volontariamente compilato il questionario predisposto dagli uffici dell’Associazione, con l’obbiettivo di restituire uno spaccato dell’uso, della percezione e della conoscenza dei prodotti bio tra i consumatori mestrini.
Che il biologico interessi soprattutto le donne lo dimostra già la percentuale di persone di sesso femminile che hanno partecipato all’indagine: il 73,33% contro il 26,67% di uomini. Si tratta, nel complesso, in stragrande maggioranza di mestrini over 45 (63,34%), meno frenati dal costo ancora elevato dei prodotti biologici: la quota comunque significativa di giovani che sposa il “green” (21,67% dai 18 ai 35 anni) è anch’essa, come il dato complessivo, composta soprattutto da donne, che a sorpresa dichiarano di riempire la loro spesa bio non tanto di cibo o bevande, quando di prodotti per la cura del corpo (11,67% del totale).
Chi invece non compra biologico, e spesso non l’ha mai comprato, sono gli uomini oltre i 55 anni. La motivazione per (quasi) tutti sono i prezzi ancora troppo alti (72,22%), anche se una buona percentuale (quasi il 17%) dichiara di non fidarsi del tutto della loro effettiva qualità, e c’è pure chi ne fa a meno ritenendo il biologico una moda. Ma tutti, a parità di prezzo e qualsiasi sia l’opinione che hanno in merito, tra un prodotto non bio e lo stesso bio scelgono quest’ultimo (96,67%).
Una sorpresa anche la principale motivazione che spinge ad acquistare biologico: l’attenzione al territorio e agli animali (46,67%), risposta che denota una grande maturità sociale dell’acquirente bio, che guarda all’ambiente più che all’immediata gratificazione derivante dal mangiare cibi dal sapore migliore (10%).
Infine, come si comporta l’acquirente “responsabile”? Anche qui le donne dimostrano un atteggiamento più attivo e consapevole, dichiarando in 116 casi su 176 di leggere l’etichetta (la risposta scelta complessivamente dal 61,67% del campione). A seguire ci si affida alla marca (21,67%) o al venditore (16,67%).
«Questi dati confermano come l’interesse per il biologico da parte dei consumatori mestrini sia sempre più maturo e consolidato – commenta il presidente di Adico Carlo Garofolini – la sensibilità nei confronti di uno stile di vita più salutare e responsabile anche nei confronti del territorio fa crescere la qualità degli acquisti. Ma va sottolineato come tanti siano ancora frenati non solo dal costo, che trattiene soprattutto giovani e single solitamente più attenti a questi temi, ma anche da una diffidenza di base: l’informazione in materia infatti non sempre è esaustiva, nonostante gli sforzi fatti dai produttori e dalle associazioni come la nostra, e ci sono ancora tante persone che non si fidano completamente del valore aggiunto del biologico».
A seguire i risultati dell’indagine.
1) SESSO
□  femminile (F) (176 – 73,33%)
□  maschile (M)  (64 – 26,67%)
2) FASCIA D’ETÀ
□  18 – 25     (12F) 5%
□  26 – 35     (32F + 8M = 40) 16,67%
□  36 – 45     (36F) 15%
□  45 – 55     (44F + 32M = 76) 31,67%
□  oltre i 55   (52F + 24M = 76)  31,67% 
3) ACQUISTA PRODOTTI BIOLOGICI?
□  Sì, spesso  (64F + 20M = 84) 35%
□  Sì, talvolta (60F + 24M =84) 35%
□  Raramente (36F) 15%
□  Non ho mai acquistato prodotti biologici (16F +20M = 36) 15% 
4) SE LI ACQUISTA, CHE TIPOLOGIA PREFERISCE?
□  Cibi e bevande (140F + 56M = 188) 78,33%
□  Prodotti per la pulizia della casa (8F + 16M = 24) 10%
□  Prodotti per la cura del corpo (28F) 11,67% 
5) SE NON LI ACQUISTA O LO FA RARAMENTE, PUÒ SPIEGARE IL PERCHÉ?
□ Costano troppo (32F + 20M =52) 72,22%
□ Non ho la certezza che siano veramente più sani (12F) 16,67%
□ Si tratta solo di una moda (8F) 11,11% 
6) A PARITÀ DI PREZZO, PREFERISCE UN PRODOTTO BIOLOGICO?
□  Sì (176F + 56M = 232) 96,67%
□  Mi è indifferente (8M) 3,33% 
7) COME FA A RICONOSCE UN PRODOTTO BIOLOGICO?
□ Leggo l’etichetta (116F + 32M = 148) 61,67%
□ Mi affido a marchi conosciuti (20F + 32M = 52) 21,67%
□ Mi affido al venditore (40F) 16,67% 
8 ) QUAL È PER LEI IL PRINCIPALE VALORE DEL BIOLOGICO?
□ Miglior sapore dei cibi (8F + 32M = 40) 10%
□ Maggior salubrità dei prodotti (40F + 24M= 64)  26,67%
□ Rispetto del territorio e degli animali (128F + 24M = 152) 46,67%

ENTRO IL 2016 A PARITÀ DI RUOLO STIPENDI UGUALI DONNA-UOMO


23 maggio 2012
Uomini e donne dovranno avere, a parità di ruolo, lo stesso stipendio; e questo entro il 2016. È l’impegno assunto dal governo in commissione Lavoro del Senato, accogliendo un ordine del giorno dell’Idv (prima firma Giuliana Carlino), nell’ambito dell’esame del ddl lavoro. L’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità.
Il documento, approvato dalla commissione con il parere positivo del governo, ricorda i dati diffusi questa settimana in occasione della Giornata europea per la parità retributiva nell’Unione europea, secondo i quali le donne continuano a guadagnare in media il 16,4% in meno degli uomini.
“Il fenomeno – sottolinea l’ordine del giorno – rispecchia le difficoltà che incontrano le lavoratrici a conciliare lavoro e vita privata: molte donne si vedono infatti costrette a prendere congedi di maternità o a lavorare part-time”. Il problema è accentuato in Italia dalla bassa spesa sociale a favore della famiglie e la disabilità, che carica sulle donne il peso del lavoro di cura: “più di 2 miliardi di ore in un anno, in un ruolo fondamentale per l’economia e la società”.
Insomma “rispetto alle lavoratrici degli altri Paesi dell’Unione europea, per le italiane le condizioni di lavoro sono meno favorevoli sia per la qualità dell’attività, sia per il salario medio (inferiore del 20 per cento, in media, rispetto agli uomini), sia per la possibilità di coniugare i tempi di vita con quelli di lavoro”.
Il documento impegna quindi il governo “a definire e programmare, d’intesa e in stretta collaborazione con le parti sociali, entro un anno dalla data di approvazione del disegno di legge in esame, misure concrete volte a conseguire entro il 31 dicembre 2016 il definitivo superamento per ciascun settore lavorativo del divario retributivo tra uomini e donne”.

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