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lunedì 21 maggio 2012

ADICO: LE NEWS

La terra trema nell’Italia del Nord. Sette morti e decine di feriti in Emilia

20 maggio 2012
Come il terremoto dell’Aquila. Anche se, fortunatamente, le conseguenza sono molto meno gravi. Una scossa di magnitudo 6 fa tremare alle 4.05 tutto il Nord Italia, seminando morte e distruzione in Emilia: l’epicentro del sisma viene individuato a 36 chilometri a nord di Bologna 1 tra le province di Modena e Ferrara. Finale Emilia, nel Modenese 2, e Sant’Agostino, nel Ferrarese 3, sono i centri più colpiti. Sotto le macerie rimangono quattro operai e un’ultracentenaria, mentre una cittadina tedesca di 37 anni muore per un malore legato ai crolli. I feriti sono decine. Alla prima scossa – avvertita anche in Lombardia 4, Liguria 5, Toscana 6, Triveneto 7 – ne seguono altre. La più forte, di intensità pari a 5.1, nel primo pomeriggio. Migliaia di persone rimangono per strada. Secondo le prime stime della Protezione civile, gli sfollati sono 3.000, all’incirca 2.500 nel Modenese e 500 nel Ferrarese.
Le vittime. Sono state identificate dai Carabinieri tutte e sei le persone morte. Si tratta di quattro operai e di due donne (una aveva 103 anni). Nicola Cavicchi, 35 anni, residente a San Martino, frazione di Ferrara, è rimasto schiacciato sotto il crollo della fabbrica Ceramiche di Sant’Agostino, nel Comune di Sant’Agostino. Nella stessa ditta è morto anche Leonardo Ansaloni, 51 anni, residente a Reno Centese in provincia di Ferrara. Un terzo operaio ha perso la vita, sempre a Sant’Agostino, per il crollo di un capannone della Tecopress di Dosso: si tratta di Gerardo Cesaro, 59 anni, residente a Molinella. Un altro operaio di origini marocchine, Tarik Naouch di soli 29 anni, è morto a Ponte Rodoni di Bondeno nel crollo che ha interessato lo stabilimento Ursa, che produce polistirolo. Il giovane era residente a Crevalcore. Sempre a Sant’Agostino è deceduta, colpita alla testa da un calcinaccio, l’ultracentenaria Nerina Balboni. In provincia di Bologna una cittadina tedesca, Gabi Ehsemann, si è sentita male nei minuti immediatamente successivi alla forte scossa.
Danni agli edifici storici. 9 A causa delle scosse i carabinieri hanno accertato il crollo di una statua all’interno della chiesa di San Giovanni in Persiceto e crepe e inagibilità alla chiesa di Caselle di Crevalcore Inoltre sono caduti calcinacci della chiesa di San Matteo della Decima. In Località Ronchi presso comunità terapeutica sono cadute alcune tegole dal tetto e si sono formate varie crepe interne sui muri dell’edificio. In località Galeazza è caduta la parte superiore della torre del paese. A Sant’Agostino è stato sventrato il municipio. Danneggiato anche il castello Estense, simbolo di Ferrara. “I danni al patrimonio culturale, ad una prima ricognizione, risultano notevoli – fa sapere il Ministero dei beni e delle attività culturali – Si stanno organizzando apposite squadre per le verifiche più accurate in collaborazione con i Vigili del Fuoco e la Protezione Civile”.
La bambina salvata 11. Accanto al lutto c’è spazio per la speranza. Che ha il volto di Vittoria, una bambina di cinque anni rimasta per due ore sotto le macerie della sua casa di Obici, frazione di Finale Emilia. Ad allertare i vigili del fuoco, che l’hanno estratta sana e salva dai calcinacci, una telefonata da New York di un parente dei vicini di casa.
I soccorsi. La macchina dei soccorsi scatta velocemente e si trova a dover provvedere a centinaia gli interventi e migliaia gli sfollati. Compresi i 500 detenuti del carcere di Ferrara. “Ci sono tre strutture sanitarie molto sotto attenzione: l’ospedale di Mirandola, quello di Finale e una casa di cura sempre a Finale. Stiamo verificando. C’erano ipotesi iniziali un po’ più preoccupanti, ora in qualche modo si sta normalizzando”, spiega il capo della Protezione civile Franco Gabrielli. “Scosse di assestamento sono naturali in questi eventi: Quella di questa notte non è detto che sia stata la più forte. Sui terremoti non si devono fare previsioni, non si deve agire con superficialità e dare improprie rassicurazioni”, prosegue Gabrielli. E il timore maggiore per le prossime ore è il maltempo, che renderà più complessa qualsiasi operazione di soccorso.
Stato di emergenza. “In questo momento la nostra priorità assoluta è che le persone possano passare la notte in condizioni accettabili”, sottolinea Gabrielli, al termine del vertice sull’emergenza svoltosi in prefettura a Ferrara. “Stiamo chiedendo la dichiarazione di stato di emergenza nazionale in raccordo con il prefetto Gabrielli”, aggiunge il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani. La risposta del governo non si fa attendere: il Consiglio dei ministri di martedì formalizzerà lo stato di emergenza.
Fonte: la repubblica.it

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