La terra trema nell’Italia del Nord. Sette morti e decine di feriti in Emilia
20 maggio 2012
Come il terremoto dell’Aquila. Anche se, fortunatamente, le
conseguenza sono molto meno gravi. Una scossa di magnitudo 6 fa tremare
alle 4.05 tutto il Nord Italia, seminando morte e distruzione in Emilia:
l’epicentro del sisma viene individuato a 36 chilometri a nord di
Bologna 1 tra le province di Modena e Ferrara. Finale Emilia, nel
Modenese 2, e Sant’Agostino, nel Ferrarese 3, sono i centri più colpiti.
Sotto le macerie rimangono quattro operai e un’ultracentenaria, mentre
una cittadina tedesca di 37 anni muore per un malore legato ai crolli. I
feriti sono decine. Alla prima scossa – avvertita anche in Lombardia 4,
Liguria 5, Toscana 6, Triveneto 7 – ne seguono altre. La più forte, di
intensità pari a 5.1, nel primo pomeriggio. Migliaia di persone
rimangono per strada. Secondo le prime stime della Protezione civile,
gli sfollati sono 3.000, all’incirca 2.500 nel Modenese e 500 nel
Ferrarese.
Le vittime. Sono state identificate dai Carabinieri tutte e sei le
persone morte. Si tratta di quattro operai e di due donne (una aveva 103
anni). Nicola Cavicchi, 35 anni, residente a San Martino, frazione di
Ferrara, è rimasto schiacciato sotto il crollo della fabbrica Ceramiche
di Sant’Agostino, nel Comune di Sant’Agostino. Nella stessa ditta è
morto anche Leonardo Ansaloni, 51 anni, residente a Reno Centese in
provincia di Ferrara. Un terzo operaio ha perso la vita, sempre a
Sant’Agostino, per il crollo di un capannone della Tecopress di Dosso:
si tratta di Gerardo Cesaro, 59 anni, residente a Molinella. Un altro
operaio di origini marocchine, Tarik Naouch di soli 29 anni, è morto a
Ponte Rodoni di Bondeno nel crollo che ha interessato lo stabilimento
Ursa, che produce polistirolo. Il giovane era residente a Crevalcore.
Sempre a Sant’Agostino è deceduta, colpita alla testa da un calcinaccio,
l’ultracentenaria Nerina Balboni. In provincia di Bologna una cittadina
tedesca, Gabi Ehsemann, si è sentita male nei minuti immediatamente
successivi alla forte scossa.
Danni agli edifici storici. 9 A causa delle scosse i carabinieri
hanno accertato il crollo di una statua all’interno della chiesa di San
Giovanni in Persiceto e crepe e inagibilità alla chiesa di Caselle di
Crevalcore Inoltre sono caduti calcinacci della chiesa di San Matteo
della Decima. In Località Ronchi presso comunità terapeutica sono cadute
alcune tegole dal tetto e si sono formate varie crepe interne sui muri
dell’edificio. In località Galeazza è caduta la parte superiore della
torre del paese. A Sant’Agostino è stato sventrato il municipio.
Danneggiato anche il castello Estense, simbolo di Ferrara. “I danni al
patrimonio culturale, ad una prima ricognizione, risultano notevoli – fa
sapere il Ministero dei beni e delle attività culturali – Si stanno
organizzando apposite squadre per le verifiche più accurate in
collaborazione con i Vigili del Fuoco e la Protezione Civile”.
La bambina salvata 11. Accanto al lutto c’è spazio per la speranza.
Che ha il volto di Vittoria, una bambina di cinque anni rimasta per due
ore sotto le macerie della sua casa di Obici, frazione di Finale Emilia.
Ad allertare i vigili del fuoco, che l’hanno estratta sana e salva dai
calcinacci, una telefonata da New York di un parente dei vicini di casa.
I soccorsi. La macchina dei soccorsi scatta velocemente e si trova a
dover provvedere a centinaia gli interventi e migliaia gli sfollati.
Compresi i 500 detenuti del carcere di Ferrara. “Ci sono tre strutture
sanitarie molto sotto attenzione: l’ospedale di Mirandola, quello di
Finale e una casa di cura sempre a Finale. Stiamo verificando. C’erano
ipotesi iniziali un po’ più preoccupanti, ora in qualche modo si sta
normalizzando”, spiega il capo della Protezione civile Franco Gabrielli.
“Scosse di assestamento sono naturali in questi eventi: Quella di
questa notte non è detto che sia stata la più forte. Sui terremoti non
si devono fare previsioni, non si deve agire con superficialità e dare
improprie rassicurazioni”, prosegue Gabrielli. E il timore maggiore per
le prossime ore è il maltempo, che renderà più complessa qualsiasi
operazione di soccorso.
Stato di emergenza. “In questo momento la nostra priorità assoluta è
che le persone possano passare la notte in condizioni accettabili”,
sottolinea Gabrielli, al termine del vertice sull’emergenza svoltosi in
prefettura a Ferrara. “Stiamo chiedendo la dichiarazione di stato di
emergenza nazionale in raccordo con il prefetto Gabrielli”, aggiunge il
presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani. La risposta del
governo non si fa attendere: il Consiglio dei ministri di martedì
formalizzerà lo stato di emergenza.
Fonte: la repubblica.it
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