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domenica 20 maggio 2012

ADICO: LE NEWS

Bomba a scuola: morta 16enne. Manifestazioni in tutta Italia

20 maggio 2012
Un ordigno composto da tre bombole del gas è esploso questa mattina davanti all’istituto professionale Morvillo Falcone di Brindisi, attorno alle 8, all’ingresso degli studenti, uccidendo una ragazza di 16 anni, Melissa Bassi, mentre una seconda è in condizioni gravissime, e ci sono altri 9 feriti, 5 dei quali sono stati dimessi mentre due sono in prognosi riservata. Lo hanno riferito autorità e fonti sanitarie, mentre la composizione dell’ordigno e le modalità di esecuzione dell’attentato spingono esperti e investigatori a esprimere qualche perplessità sulla eventuale matrice mafiosa, pur non esclusa, e a non propendere in modo deciso al momento per nessuna delle ipotesi, che vanno dalla criminalità organizzata, all’eversione, a motivazioni personali legate a quella scuola. “Potrebbe non essere una organizzazione mafiosa”, ha detto il pm titolare delle indagini, Cataldo Motta, al termine del vertice in Prefettura, che ha espresso dubbi anche su eversione (“non ci sono rivendicazioni”) e terrorismo internazionale (“è un’ipotesi non accreditabile sulla base di elementi oggettivi”). L’ordigno, secondo quanto riferito dalle autorità, è stato azionato da un timer e sistemato su un muretto dietro un cassonetto della spazzatura davanti all’entrata della scuola intitolata a Francesca Morvillo Falcone, moglie del giudice antimafia Giovanni Falcone, uccisi con la loro scorta 20 anni fa dalla mafia. Proprio oggi a Brindisi faceva tappa la Carovana della legalità dell’associazione antimafia Libera.
MANIFESTAZIONI PER LA LEGALITÀ IN TUTTA ITALIA
Per esprimere solidarietà alle vittime e per protestare contro l’attentato, si sono moltiplicate in tutta Italia presidi e manifestazioni che si svolgono nelle principali città. Stamane alcuni media avevano riportato la morte di una seconda 16enne, circostanza smentita dall’assessore alla Protezione Civile Regionale Fabiano Amati: “È stata stabilizzata, è gravissima, ma non è morta”. Dopo essere stata sottoposta ad intervento chirurgico, ora la giovane sta per essere trasferita nel reparto di rianimazione dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Anche altre due ragazze, ricoverate in prognosi riservata, sono state operate: una, che ora si trova in condizioni “gravi ma stabili”, per “ustioni, perdita di sostanza, fratture” e l’altra per profonde ferite alle gambe, come spiega il bollettino medico del direttore sanitario della Asl di Brindisi Graziella Di Bella. Dei cinque feriti dimessi, riferiscono fonti sanitarie, due passanti avevano presentato problemi di otalgia mentre altri due erano stati colti da crisi d’ansia.
MOLTE IPOTESI APERTE. MINISTRO INTERNO: FATTO ANOMALO
Non c’è stata alcuna rivendicazione finora, e una delle principali piste investigative è proprio quella della criminalità organizzata, anche se il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, intervenuta al telefono a Skytg24 ha detto che sarebbe “superficiale in questo momento dire che il fatto va attribuito sicuramente alla criminalità organizzata”. Il ministro, che arriverà a Brindisi nel tardo pomeriggio per un vertice con magistrati e investigatori, riferirà in Senato martedì, e ha definito l’attentato “un fatto complesso e anomalo”. Il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, ha invece espresso dubbi sulla possibilità che dietro l’attentato ci sia la criminalità organizzata: “Gli strumenti utilizzati, la metodologia utilizzata non rispondono ai canoni della criminalità organizzata, men che meno a quelli della Sacra Corona Unita. Non si può escludere nulla, nemmeno che si tratti di un folle”, ha detto Consales. Fonti investigative, citate dalle tv, aggiungono tuttavia che una delle ipotesi secondarie che si verificano c’è anche quella di un gesto messo in atto per motivi personali. Il capo della polizia, Antonio Manganelli, ha però definito a SkyTg24 “poco verosimile” la pista passionale, pur non potendo “escludere nulla”. “Mi è sembrata un’azione troppo strutturata per poter essere ricondotta ad un motivo emotivo”, ha detto Manganelli. Oggi in Prefettura a Brindisi si è svolto un vertice fra gli investigatori, che includono Criminalpol, Sco e Ros, al termine del quale il pm Motta, dopo aver espresso i suoi dubbi su matrice mafiosa e terroristica, ha detto: “Fino a quando non abbiamo degli elementi che consentano una lettura tranquilla, mi asterrei da valutazioni che possano creare ulteriore allarme”. Nella città pugliese è giunto anche il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, a coordinare le indagini.
MONTI: COSTERNAZIONE E SDEGNO. DISPOSTE BANDIERE A MEZZ’ASTA
Immediate le reazioni del governo all’attentato. Il presidente del Consiglio Mario Monti, negli Usa per il vertice del G8, in una nota ha espresso “profondo dolore, costernazione e sdegno”, ha comunicato di essere in stretto contatto telefonico con le autorità e ha disposto “l’esposizione delle bandiere a mezz’asta per oggi e per i prossimi tre giorni”. Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso il suo “profondo dolore” per la morte di Melissa e ha sollecitato “il più rapido ed efficace svolgimento delle indagini volte a individuare la matrice e i responsabili di questo sanguinoso attacco alla convivenza civile” Il ministro della Giustizia Paola Severino ha espresso “dolore e raccapriccio. Tutto fa riflettere, anche il fatto che la scuola avesse vinto un concorso sulla legalità, mi ha colpita”. Mentre il ministro della Scuola Francesco Profumo, che si è recato a Brindisi, ha dichiarato che “ci hanno colpito nella cosa che ci sta più a cuore: la scuola, i nostri giovani, un luogo di democrazia. Il governo sta lavorando per avere al più presto elementi per valutare quali siano le origini Dell attentato”. Il governatore della Puglia Nichi Vendola ha parlato di “oltraggio e sacrilegio” per l’attentato alla scuola, aggiungendo che si “è varcata un’altra soglia, e bisogna reagire con durezza e determinazione”, concludendo che resta confermata per le 18 di oggi l’iniziativa pro legalità dell’associazione Libera a Brindisi. Ferma condanna anche dall’associazione magistrati che in una nota definisce l’esplosione davanti alla scuola un gesto “palesemente diretto a scardinare la civile convivenza e i valori fondanti di cui vive la nostra democrazia”.

Fonte:avvenire.it



Tumori, farmaci nuovi solo in quattro regioni

19 maggio 2012
Solo in 4 regioni, Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia-Giulia e Marche, e nella Provincia autonoma di Bolzano vengono recepite immediatamente le indicazioni registrative dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) sui nuovi farmaci anti-tumorali. In tutte le altre, dotate di un proprio prontuario, i farmaci nuovi non vengono resi disponibili ai malati fino a quando non vengono esaminati e approvati anche da Commissioni tecnico-scientifiche regionali. La denuncia è della Favo (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), che ne parla nel IV Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici presentato oggi al Senato. «Con l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e alla Società Italiana di Ematologia (Sie) abbiamo inviato una lettera al Ministro della Salute Renato Balduzzi per evidenziare questa situazione – spiega Francesco De Lorenzo, presidente Favo – Dall’autorizzazione internazionale di un farmaco alla delibera che ne permette l’immissione in commercio in Italia trascorrono in media dai 12 ai 15 mesi. E ulteriori ritardi sono determinati dai tempi di latenza per la messa a disposizione a livello regionale dopo le approvazioni degli enti regolatori internazionali e nazionali».
Lentezze che creano disparità tra pazienti italiani e europei e tra malati di Regioni diverse. «Se la Commissione regionale ha dato parere favorevole, il farmaco antitumorale è introdotto nel prontuario anche dopo 50 mesi, per alcuni farmaci in alcune regioni – aggiunge Stefano Cascinu, presidente Aiom – L’accordo della Conferenza Stato-Regioni del 2010 non ha contribuito a sanare le disuguaglianze tra i malati italiani». Per questo si chiede a Balduzzi di stabilire nel nuovo patto per la salute che per «specifiche fattispecie (come i tumori) il parere dell’Aifa sia non derogabile e immediatamente valido in tutte le Regioni, ed individuare criteri condivisi per definire il grado di innovatività di un nuovo farmaco in oncologia».

fonte: Il SecoloXIX

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