(AGI) - Torino, 1 mar - Dal sequestro preventivo alla vera e propria confisca disposta dai giudici di beni per circa 10 milioni di euro nei confronti di un'articolazione piemontese della 'ndrangheta: e' il risultato di un'operazione della Dia di Torino, che aveva chiesto e ottenuto il sequestro di ville, appartamenti, immobili vari e denaro contante, nell'ambito dell'inchiesta "Pioneer", conclusa nell'ottobre 2009 con l'arresto di Ilario D'Agostino e Francesco Cardillo, accusati di riciclaggio di denaro per conto della cosca di riferimento, facente capo al narcotrafficante Antonio Spagnolo. Nella stessa operazione era stato arrestato anche Giuseppe Pontoriero, commercialista "storico" di D'Agostino, per conto del quale, oltre a curare le vicende societarie e delle sue imprese, si era intestato anche la societa' 'Ediltava Srl', risultata la cassaforte immobiliare del gruppo malavitoso e il principale strumento per investire i proventi dei traffici di droga della cosca di riferimento. La vicenda processuale ha seguito un doppio iter: quello penale e quello del procedimento di sequestro preventivo dei beni, chiesto e ottenuto dalla Dia sulla base delle risultanze investigative e confermato dalla decisione in primo grado del tribunale di Torino che ha disposto la confisca di tutti i beni degli indagati e anche beni di loro famigliari e di diverse società a loro riferibili in Piemonte, Lombardia e in Calabria, compresi quelli intestati a Ediltava Srl. Tra i beni, spicca la villa di Legnano di Cosimo Barranca, capo della "locale" di Milano, considerato uno dei vertici della 'ndrangheta lombarda, arrestato a luglio 2010. Nel 2011 sono state 25 le proposte di sequestro preventivo, quasi raddoppiate rispetto alle 14 del 2010 e, secondo gli investigatori, sono destinate a crescere. "L'input e' quello di dare impulso a questo tipo di attivita' - ha detto il dirigente della Dia Sergio Molino - che e' quella che veramente infastidisce e mina il potere delle cosche".
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