REGGINA: Zandrini; Freddi, Emerson, Angella; D'Alessandro, Rizzo, N.Viola, Castiglia, Rizzato; Ceravolo, Ragusa.
A disposizione: Belardi, Cosenza, Marino, Colombo, Melara, De Rose, A. Viola.
Allenatore: Sig. Gregucci.
ASCOLI: Guarna, Scalise, Ciofani, Faisca, Peccarisi, Tomi, Di Donato, Parfait, Pederzoli, Soncin, Papa Waigo.
A disposizione: Maurantonio, Sbaffo, Falconieri, Pasqualini, Gerardi, Andelkovic, Ilari.
Allenatore: Sig. Silva.
Arbitro: Gavillucci di LatinaA disposizione: Belardi, Cosenza, Marino, Colombo, Melara, De Rose, A. Viola.
Allenatore: Sig. Gregucci.
ASCOLI: Guarna, Scalise, Ciofani, Faisca, Peccarisi, Tomi, Di Donato, Parfait, Pederzoli, Soncin, Papa Waigo.
A disposizione: Maurantonio, Sbaffo, Falconieri, Pasqualini, Gerardi, Andelkovic, Ilari.
Allenatore: Sig. Silva.
Reti: Soncin (Asc) 72', N. Viola (Rg) 78' rig.
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Dopo la vittoria all'Adriatico di Pescara, la Reggina torna a giocare sul proprio terreno per confermare i passi avanti fatti nell'ultimo periodo. Di fronte l'Ascoli, voglioso di conquistare punti salvezza e che senza la pesante penalizzazione navigherebbe a metà classifica.
Privo di Bonazzoli, Campagnacci e Barillà, Gregucci opta per un 3-5-2 con Emerson a guidare la difesa, Viola in cabina di regia, Ragusa e Ceravolo in avanti.
Fin dai primi minuti, però, appare chiaro il leit motiv dell'incontro: Ascoli guardingo, a fare densità, Reggina a controllare il pallone. Il ritmo però è a dir poco blando. La circolazione lenta della palla consente agli uomini di Sliva di controllare agevolmente. Le prime emozioni dopo il quarto d'ora. Prima Papa Waigo entra in area da sinistra e crossa pericolosamente ma trova Emerson pronto al rinvio, quindi, tre minuti dopo, Rizzato mette una palla in mezzo sulla quale Ragusa fa un velo che per poco non libera D'Alessandro sul secondo palo. Al 25' il primo vero tiro in porta. È Papa Waigo che, su errore dei padroni di casa, conquista palla al limite e calcia subito verso la porta. Zandrini c'é, seppur con qualche difficoltà.
Vero protagonista è però l'arbitro, tale Gavillucci di Latina, che appare sempre indeciso. La sua direzione più che all'inglese è alla cieca. Falli evidenti non fischiati, non interrompe il gioco con giocatori in terra doloranti, assegna angoli dopo aver concesso rimesse dal fondo. In questa confusione totale, gli ascolani ci vanno giù duro senza incappare in sanzioni disciplinari. Diverso è quando gli interventi scomposti sono amaranto: al 90' saranno 4 gli ammoniti per la Reggina.
Con il passare dei minuti, l'Ascoli capisce che potrebbe osare di più e negli ultimi 10' della prima frazione si rende pericoloso con Papa Waigo e Faisca.
La Reggina, per tutto il primo tempo, ha lasciato inoperoso Guarna (per lui solo una telefonata di Rizzo dai 20 metri) e non ha mai trovato le punte, peraltro apparse evanescenti. Viola, l'unico capace di indovinare una giocata, viene servito poco e quando prende palla non trova adeguate alternative. D'Alessadro e Rizzato provano a spingere sulle fasce ma i triangoli che spesso hanno consentito cross letali dagli esterni sono un'utopia. Male Castiglia, impacciato, capace di sbagliare anche i tocchi più semplici sia in impostazione che in copertura.
L'Ascoli, sceso in riva allo Stretto per strappare un punto con le unghie e con i denti, appare potenzialmente più pericoloso con Papa Waigo e Soncin davanti. i bianconeri capiscono che possono puntare al bottino pieno e così, nonostante qualche minuto di Reggina un po' più aggressiva alla ripresa del gioco, sono gli ospiti a trovare il varco giusto e a mettere il naso avanti.
Succede che al 72' un fallo laterale sulla sinistra si trasforma in un'occasione per Papa Waigo che, dopo una giocata sul fondo, calcia in porta dal lato corto dell'area. Zandrini risponde con il solito affanno, sulla palla vagante si avventa in spaccata Soncin che firma lo 0-1. Sul Granillo scende un gelo che neppure lo sferzante vento che spazza la città avrebbe potuto causare. E il pubblico, ormai spazientito, inizia ad inveire nei confronti di Gregucci, reo di aver presentato una squadra scialba per un appuntamento forse decisivo per le sorti del campionato amaranto.
Incassato il gol, la Reggina prova a reagire riversandosi rabbiosa in avanti ma, appena un minuto più tardi è PapaWaigo a sfiorare lo 0-2 che avrebbe messo in cassaforte il risultato. Lanciato a tu per tu con Zandrini, l'attaccante si fa ipnotizzare dall'estremo difensore prima e poi, sulla corta respinta, si lascia anticipare da un provvidenziale intervento in scivolata di Emerson che devia la palla in corner. I cambi ordinati dal tecnico reggino (Alessio Viola, Colombo e De Rose in luogo di D'Aessandro, Ceravolo e Castiglia) non sortiscono l'effetto sperato. al minuto 77', però, l'ennesima punizione dalla trequarti cambia le carte in tavola. Nicholas Viola crossa in area, il fratello Alessio viene atterrato e l'arbitro decreta il calcio di rigore. Rigore che lo stesso Nicholas trasforma riportando in quota una Reggina che all'83' sfiora anche il 2-1 al termine di una buona ripartenza. Il cross finale di Rizzato taglia tutta l'area di porta senza però trovare la deviazione giusta per il 2-1. Il finale è palpitante con i padroni di casa che provano a conquistare i 3 punti e gli ospiti che cercano di sfruttare il contropiede. E al 92' ai bianconeri quasi riusciva il colpaccio ma Gherardi spediva in curva un pallone servitogli a pochi passi dalla porta.
Tutto sommato, il risultato appare giusto nel complesso ma, a conti fatti, chi avrebbe più da recriminare è certamente l'Ascoli. Con Guarna inoperoso per tutto l'incontro, eccezion fatta per tiri arrivati da distanza siderale, ha concesso il pari nell'unico modo possibile, vista l'odierna versione della Reggina.
Gli uomini di Gregucci, invece, sembrano poco inclini a far la partita quando l'avversario si chiude e gioca in contropiede. Ormai è marzo e i discorsi su Missiroli non fanno più testo, ma ci chiediamo come possa il mister amaranto ritenersi soddisfatto della prestazione e come passa il presidente Foti dichiararsi convinto della promozione in serie A. Illudere i tifosi non è sempre una grande idea.
LE PAGELLE
Zandrini - 6: un po' incerto nei primi interventi su Papa Waigo, Faisca e Tomi, non sembra preciso neppure sul gol di Soncin. Ha però il merito di evitare il secondo gol in collaborazione con Emerson.
Angella - 5,5: non convince in termini di sicurezza. Appare ingenuo su Papa Waigo nel primo tempo.
Freddi - 6,5: difensore essenziale, senza fronzoli. Un bel passo avanti rispetto ai Cosenza e Adejo del passato.
Emerson - 7,5: monumentale, come sempre. chiude, riparte, imposta, salva gol a porta vuota. Se avesse sfruttato anche l'arma "punizione da lontano" come spesso gli capita...D'Alessandro - 6: prova a spingere ma è poco assistito. Senza infamia e senza lode. (dal 54' Alessio Viola - 6+: si batte ma non è sempre preciso. Si procura un rigore fondamentale).
Rizzato - 6,5: non trova in Ceravolo e Ragusa partner degli di questo nome e così fatica a mettere in mezzo palloni pericolosi. Alla fine, però, risulta sempre importante.
Rizzo - 6,5: nel primo tempo sembra l'unico capace di andare a pressare ed è anche l'unico che prova a svegliare Guarna al 35', fino ad allora spettatore non pagante. Cala alla distanza.
N. Viola - 6,5: il regista amaranto si scontra con una giornata no dei compagni. Eppure lui cerca di costruire gioco, di trovare il pertugio giusto, ma sembra predicare nel deserto. Alla fine trasforma il penalty in sicurezza ed è già tanta roba.
Castiglia - 4: disastroso. Dopo un'ora abbondante di gioco, ne fa una giusta recuperando palla in scivolata e il pubblico quasi fa la ola. Bisogna aggiungere altro? (dal 73' De Rose - s.v.: si batte a centrocampo e in pochi minuti fa molto più del compagno sostituito).
Ceravolo - 4,5: mai utile, cincischia con la palla, cercando sempre la giocata solitaria. Esce per infortunio senza generare rimpianti.
Ragusa - 5: come attaccante non si vede mai, qualcosa di più la fa come esterno. Prova comunque opaca.
Pasquale Zumbo
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