(AGI) - Reggio Calabria, 27 feb. - E' per proteggere il cognato, il consigliere comunale di Reggio ed ex assessore all'Ambiente Giuseppe Plutino, che Bruno Doldo, l'agente di polizia arrestato sabato notte, avrebbe rivelato a Domenico Condemi, elemento legato alla 'ndrangheta, dettagli sulle indagini in corso. Lo affermano i pm nel decreto di fermo emesso dal gip a carico dell'uomo. "Il motivo per cui Doldo si rendeva responsabile della criminale 'soffiata' a beneficio del Condemi - si legge - va molto verosimilmente collegato al fatto che erano in corso le indagini relative all'intimidazione ai danni dell'on. Nucera (consigliere regionale del Pdl, ndr) che, seppure avevano ad oggetto il Condemi, avrebbero potuto coinvolgere pesantemente anche il Plutino, cognato del Doldo, che si attivava quindi per far naufragare le investigazioni nei confronti di entrambi". Come in seguito accertato dall'operazione "Alta Tensione 2" del dicembre scorso, il consigliere comunale Plutino (accusato di concorso esterno in associazione mafiosa con i clan Borghetto-Zindato-Caridi e arrestato il 21 dicembre scorso insieme con Domenico Condemi) avrebbe minacciato il consigliere regionale Giovanni Nucera per costringerlo ad assumere al consiglio regionale Maria Cuzzola, nipote di Eugenio Borghetto e protetta del clan. Un rifiuto che Nucera pago' con un'intimidazione da parte della cosca che gli fece trovare una tanica di benzina sul cofano della macchina.
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