In data odierna, il R.O.S. ed il Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, supportato dallo Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo di beni mobili ed immobili, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia in applicazione dell’art. 12 sexies della Legge 356/1992, nei confronti dei latitanti AQUINO Rocco[1] e AQUINO Giuseppe[2], nonché di TAVERNESE Vincenzo[3], raggiunti da un provvedimento cautelare in carcere al termine dell’operazione IL CRIMINE[4].
Le indagini all’epoca condotte ne avevano infatti accertato la centralità nelle dinamiche criminali interne attraverso cui la ‘ndrangheta ha raggiunto una nuova configurazione organizzativa su base provinciale, capace di esercitare un controllo più efficace sulle iniziative criminali delle singole articolazioni, soprattutto nei settori dell’infiltrazione negli appalti pubblici e del traffico internazionale di stupefacenti.
Dall’operazione IL CRIMINE era infatti emerso come proprio AQUINO Rocco e TAVERNESE Vincenzo avessero partecipato alle riunioni organizzate tra i maggiori esponenti delle cosche del mandamento Jonico, per la risoluzione delle diverse problematiche insorte all’interno della ‘ndrangheta documentate anche nelle altre attività investigative collegate; in particolare, quelle relative all’omicidio di NOVELLA Carmelo, e ad una scissione interna al locale di Marina di Gioiosa Jonica con la nomina a capo società di AQUINO Rocco, subentrato ad AQUINO Nicola Rocco.
Al riguardo, AQUINO Rocco e Giuseppe sono risultati a capo del locale di ‘ndrangheta di Marina di Gioiosa Jonica (RC), mentre TAVERNESE Vincenzo di una delle sette famiglie operanti nell’ambito del locale di Toronto (Canada), strettamente collegato alla cosca AQUINO, come dimostra anche l’arresto di COLUCCIO Giuseppe, arrestato a Toronto (Canada), in data 7 agosto 2008, dalla polizia locale e dai carabinieri del ROS.
Contestualmente all’esecuzione di un provvedimento restrittivo a carico di 183 indagati, in data 13.07.2010, le indagini sviluppate sul fronte patrimoniale consentivano di procedere al sequestro dell’hotel MIRAMARE di Marina di Gioiosa Jonica, riconducibile ai fratelli AQUINO Rocco (cl. 60) e Giuseppe (cl. 62), ma fittiziamente intestato a prestanome e, in data 02.02.2011, dell’hotel Parco dei Principi di Roccella Jonica (RC), per un valore di circa 15 milioni di euro.
In tali imponenti strutture alberghiere, le cosche AQUINO-COLUCCIO e MARANDO (di Platì) avevano reimpiegato parte dei proventi del narcotraffico, ottenendo tra l’altro l’illecita erogazione di un finanziamento europeo, previsto dal Patto Territoriale della Locride, per circa 4 milioni di euro.
L’odierno provvedimento di sequestro preventivo scaturisce dagli ulteriori approfondimenti eseguiti dal R.O.S. nei confronti di questi esponenti di vertice della ‘ndrangheta, con l’individuazione di beni immobili e mobili il cui valore commerciale ammonta a circa sette milioni di euro[5], confermando l’abitualità delle cosche della ‘ndrangheta jonico-reggina a reinvestire i proventi derivanti dal traffico internazionale di cocaina, nei settori turistico ed immobiliare.
[1] Nato a Marina di Gioiosa Jonica il 20.02.1962;
[2] nato a Marina di Gioiosa Jonica il 04.07.1960;
[3] nato a Marina di Gioiosa Jonica il 30.04.1955, residente a Toronto (Canada), detenuto presso la Casa Circondariale di Catanzaro;
[4] i relativi provvedimenti cautelari, eseguiti in data 13.07.2010, scaturirono da Indagini Preliminari dirette dalle Procure Distrettuali Antimafia di Milano e Reggio Calabria, nell’ambito di numerosi procedimenti penali collegati.
[5] 19 immobili tra cui ville e terreni, ubicati nella locride, 1 imbarcazione, una decina di autovettura autovetture, 2 società operanti nei settori edilizio e turistico – commerciale e numerosi conti correnti e depositi al risparmio.
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