OBESITA': MARINO, ALLARME IN ITALIA E MAGLIA NERA AL SUD (AGI) - Roma, 10 ott. - "L'emergenza obesita' deve essere tenuta in grande considerazione anche dal nostro Paese. In Italia piu' del 10% della popolazione adulta e' obeso mentre il problema riguarda ben il 12% dei bambini e ragazzi. Maglia nera per le regioni del sud, in Campania un bambino su cinque e' obeso, ma la situazione e' allarmante anche in Molise, Sicilia e Calabria". Lo afferma Ignazio Marino, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul SSN, in occasione dell'"Obesity day". "Si fa ancora fatica a comprendere - aggiunge Marino - che l'obesita' e' una malattia vera e propria e non una condizione da sottovalutare dato che in moltissimi casi e' complicata anche da patologie cardiovascolari, respiratorie e da gravi alterazioni del metabolismo. Tutto questo comporta circa 52 mila decessi l'anno mentre le spese che il servizio sanitario deve sostenere per curare malattie correlate all'obesita' ammontano a ben 23 miliardi di euro. Siamo di fronte a una vera emergenza di sanita' pubblica oltre che a costi che non possono piu' essere tollerati ne' sostenuti. Per questo lo scorso luglio ho presentato in Senato un disegno di legge che propone delle soluzioni per affrontare di petto l'emergenza obesita'. Serve in primo luogo inserire le cure per gli obesi nei LEA e poi e' necessario un piano nazionale per la prevenzione, la cura e la riabilitazione che preveda non solo l'assistenza - anche psicologica - ai pazienti e alle famiglie ma assicuri anche la formazione corretta a medici e pediatri. Al piano nazionale va aggiunta anche una rete regionale per la prevenzione e la cura che garantisca i day hospital e i day service dove si possano eseguire diagnosi e trattamenti riabilitativi. Il finanziamento previsto e' di 20 milioni di euro, una briciola rispetto alle spese attuali, ma un investimento che potrebbe aiutare a invertire una rotta pericolosa. Infine, piuttosto che immaginare una tassa sul cosiddetto "junk food", meglio puntare su incentivi per accedere a cibi sani, come frutta e verdura, soprattutto per le fasce sociali piu' povere che spesso si alimentano male per problemi economici e non per scelta".
ROM: CENTRO EUROPEO DIRITTI, 49% DONNE DISCRIMINATO IN ACCESSO A SANITA' RICERCA CONDOTTA CON IDEA ROM E OPERA NOMADI REGGIO CALABRIA
Roma, 10 ott. (Adnkronos) - Il 49% delle donne rom residenti in Italia dichiara di aver subito discriminazioni nell'accesso ai servizi sanitari, soprattutto di Pronto soccorso. Il 43% di essere oggetto di violenza domestica, il 40% sul posto di lavoro. E' il quadro delle discriminazioni e delle violenze subite dalla popolazione femminile rom in Italia tracciato da una ricerca condotta dal Centro Europeo per i Diritti dei Rom in collaborazione con Ong locali ( Idea Rom e Opera Nomadi di Reggio Calabria). Un'indagine condotta da tre giovani Rom, dopo un training ad hoc, hanno condotto 88 interviste a Roma, Torino e Reggio Calabria. Nel campo dell'assistenza medica, le intervistate hanno percepito episodi di discriminazione e umiliazione. Il 49% di quelle che hanno commentato sulle relazioni con il personale medico ha avvertito un diverso trattamento rispetto ai pazienti non Rom, soprattutto nell'accedere ai servizi di pronto soccorso. Molte donne rom, peraltro, non hanno accesso all'assistenza sanitaria come garantito dal Sistema Sanitario Nazionale a causa della loro condizione legale, della mancanza di indicazioni sui loro diritti e mal informazione sulle modalita' di accesso ai servizi di assistenza medica. Il 43% delle donne ha poi riferito di subire o avere subito violenze domestiche. La maggior parte delle intervistate non ha cercato aiuto presso le istituzioni competenti per paura dell'intervento dello Stato ai loro danni per motivi quali il matrimonio irregolare, l'eta', lo status legale, le condizioni materiali di vita e la discriminazione etnica, che comporta la minaccia di allontanamento dei figli. Inoltre, ne' la polizia ne' la magistratura sono intervenute in modo efficace negli esigui casi in cui e' stata fatta denuncia.
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