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mercoledì 12 ottobre 2011

CONDONO - Pietro Giordano, Adiconsum: “No al condono. In 38 anni di condoni lo Stato ha incassato (forse) 26 miliardi di euro, 15 euro a italiano. Gli unici ad averci guadagnato sono stati gli evasori”

5 proposte di Adiconsum per reperire risorse:
patrimoniale mobiliare e immobiliare (tranne la prima casa), liberalizzazione professioni, riforma fiscale, fiscalità di vantaggio per aziende che investono al Sud, investimenti in infrastrutture

Le voci che circolano sull’inserimento del condono fiscale nel decreto sviluppo – dichiara Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum – non fanno altro che mettere in luce la non volontà e l’inadeguatezza dei mezzi per condurre un’efficace lotta all’evasione fiscale da parte del Governo. Come si fa ad intraprendere una seria ed efficace lotta all’evasione fiscale, se con l’altra mano si aiutano gli evasori che hanno portato la pressione fiscale sulle persone oneste ad oltre il 50%?
Da una parte, infatti, si arma la mano di Equitalia, purtroppo non sui grandi patrimoni dei grandi evasori ma contro i soliti noti, e dall'altra si ipotizzano condoni che perpetuano la cultura dei soliti furbi. Con una mano si realizzano scudi fiscali al 5% e dall'altra si raddoppiano gli aggi dell'esattore pubblico.
Per un verso si utilizzano le ganasce fiscali, i controlli bancari, ecc. sui piccoli contribuenti e dall'altro non si perseguono i grandi evasori che nascondono interi patrimoni in società di comodo che posseggono ville, suv, cavalli, yacht, frutto di elusione ed evasione fiscale.
Adiconsum avanza cinque proposte concrete che potrebbero portare subito introiti molto più consistenti di un condono tombale:
  • patrimoniale mobiliare e immobiliare sulle società di comodo e sui trust creati proprio per eludere il fisco, senza colpire le prime case frutto di enormi sacrifici di lavoratori e pensionati.
  • liberalizzazione delle professioni, in particolare di quelle che creano delle vere e proprie caste a tutela dei grandi studi professionali e che condannano alla precarietà migliaia di avvocati, architetti, ecc.;
  •  riforma fiscale con abbattimento della tassazione sulle buste paga e degli oneri a carico delle aziende, liberando così reddito per i consumi, che a sua volta crea sviluppo della produzione di beni e servizi e quindi occupazione, di nuovo reddito e sviluppo, in un circuito virtuoso;
  • fiscalità di vantaggio per le aziende che investono al Sud e nelle Aree depresse del Paese;
  • investimenti nelle infrastrutture, facendo decollare un settore come l'edilizia, volano di sviluppo reale.
Manovre di recupero e di investimento di decine di miliardi – conclude Giordano -  che possono essere attuate in maniera rapida e che, per una volta, non colpirebbero le famiglie che già stanno soffrendo in maniera insopportabile la crisi.

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