Il
risultato del referendum che ha bocciato l’accordo di cassa integrazione al
Porto di Gioia Tauro, pone ai sindacati – a quelli che l’accordo l’hanno
sottoscritto e difeso e a quelli
che con successo l’hanno osteggiato – all’Azienda, alla Regione, al Governo ed ai lavoratori
stessi una grande assunzione di
responsabilità per il superamento dell’attuale crisi, per la difesa dei livelli
occupazionali e per il rilancio dell’attività portuale di fronte alla
incessante concorrenza dei porti
nordafricani.
La Federazione Provinciale di
Sinistra Ecologia Libertà di Reggio Calabria esprime la propria solidarietà a
tutte le organizzazioni sindacali, indipendentemente dalle posizioni assunte
nel merito, perché comprendiamo le difficoltà ad affrontare situazioni
complesse e di importanza strategica per il futuro della Calabria.
Tuttavia
riteniamo che il giudizio dei lavoratori sia dirimente e da rispettare.
Evidentemente quell’accordo non convince. E per motivi specifici che si sono
appalesati nel corso di queste settimane di discussioni e trattative.
Innanzitutto
non convince l’atteggiamento della MCT che si rifiuta di presentare un piano
industriale e di esporre la propria strategia rispetto al Porto di Gioia Tauro,
in un momento in cui ci sono elementi che fanno sperare che il grosso della
crisi sia oramai alle spalle, come testimonia il consistente incremento dei
traffici. D’altronde MCT ha presentato piani industriali in ogni realtà
portuale italiana nella quale è presente e non si capisce perché non si debba
fare altrettanto a Gioia Tauro.
Inoltre,
colpisce (anche se non stupisce) l’atteggiamento della Giunta Regionale che non
esercita nessuna pressione per comprendere quale futuro aspetta questo sito
strategico, venendo meno alla sua primaria responsabilità sul destino e sul ruolo del porto e della sua
area industriale Come se si fosse in presenza di una pratica ordinaria per la
quale è sufficiente assicurare un reddito ai lavoratori temporaneamente non
utilizzati. Come se le prospettive del Porto di Gioia Tauro fossero uguali a
quelle di una qualunque azienda momentaneamente in crisi.
Il
voto referendario impone al sindacato, alla politica ed alle istituzioni
calabresi un ripensamento sui metodi, le procedure e le strategie. Bisogna
rimettere al centro i diritti dei lavoratori e coniugarli con le necessità
produttive e la gestione di fasi difficili determinate dalla crisi mondiale in
atto.
Infine, Sinistra Ecologia Libertà
ritiene che tutti si debbano rendere disponibili ad uno sforzo particolare per
elevare i livelli di legalità nel Porto, sia relativamente a possibili
infiltrazioni della criminalità organizzata, sia in relazione ai diritti dei
lavoratori previsti da leggi e contratti.
Giuseppe Falleti – Responsabile
provinciale Forum Lavoro Sinistra Ecologia Libertà
Laura Cirella – Coordinatrice
provinciale di Sinistra Ecologia Libertà
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