“Arbitrio, carenza assoluta di motivazioni”. Sono alcuni dei termini che
si leggono nella sentenza dei giudici della sezione reggina del Tar
sull’accorpamento degli istituti
scolastici Nosside – Gallina e
Cardeto voluto dal Comune di Reggio e deciso da un’improvvida iniziativa del Commissario
ad acta nominato dalla Regione. Una decisione diametralmente opposta rispetto a quanto prevedeva il piano di
ridimensionamento varato della Provincia
che, tenendo conto di alcuni importanti parametri, aveva confermato l’autonomia
del Circolo didattico “Nosside” di Ravagnese. La sentenza, dunque, ha
riconosciuto la legittimità di quanto a
suo tempo, saggiamente, razionalmente e
correttamente, aveva deciso la
Provincia. I giudici amministrativi, sulla base del ricorso – anche l’Ente di
via Foti si è costituito in giudizio con
l’avvocato Attilio Battaglia, capo dell’ufficio legale dell’Ente- hanno annullato
gli atti adottati dalla Regione e i successivi decreti commissariali. Sul piano
del diritto, la sentenza del Tar ha una grande rilevanza perché si pone a
difesa della dignità istituzionale dell’Ente guidato da Giuseppe Raffa. I
ricorsi presentati lamentavano
l’irrazionalità e la mancanza di motivazioni degli atti commissariali, tesi a
disgregare una realtà scolastica importante come la Nosside – Pythagoras e, al tempo stesso, sollevavano
“l’illegittimità dei provvedimenti regionali con i quali veniva
imposto alla Provincia l’adeguamento del piano scolastico alle previsioni deliberate dal Comune di Reggio con la
successiva nomina del Commissario ad acta”. Lo stesso Tar, ha ritenuto che il
provvedimento del Commissario “è altresì privo di motivazioni, in quanto
puramente recettivo della proposta del
Comune di Reggio Calabria”.
“La sentenza del
Tar – dice il Presidente Raffa -
ristabilisce la legittimità degli atti prodotti dall’Amministrazione in
carica e dell’autonomia che è propria della stessa Provincia nel disegno di
riorganizzazione e di ridimensionamento scolastico. Il Tar, bocciando l’azione
del Commissario, ha ristabilito l’equilibrio sul territorio, frutto di una
concertazione con le organizzazioni
sindacali, gli operatori scolastici e, soprattutto, con gli abitanti di
Ravagnese. Per noi, che ci siamo costituiti in giudizio a sostegno delle giuste
rivendicazioni dei cittadini, la decisione è fondamentale, perché impedisce lo smembramento del percorso formativo dei
ragazzi restituendo così l’uniformità didattica che è uno dei punti di forza per la crescita
dei nostri giovani. La sentenza ci ripaga del lavoro che l’Ente, anche
attraverso l’impegno dell’assessore pro tempore alla Pubblica Istruzione, il
dott. Giovanni Calabrese, ha portato avanti attraverso una leale e scrupolosa
concertazione con tutti gli attori del
territorio. A tal proposito proprio in occasione di una partecipata assemblea (
tenutasi nel palazzo della Provincia) ci siamo impegnati, e così è stato, a sostenere le legittime attese della popolazione scolastica di questo
quartiere. Lo abbiamo fatto fino in fondo, sostenendo le nostre tesi anche
davanti alla giurisdizione amministrativa”.
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