Il
maldestro tentativo di Infantino di cambiare le carte in tavola, non ci
sorprende, ma conferma quanto affermato qualche giorno fa. E cioè la
propensione a mistificare la realtà: Così fanno sparire gli ospedali da un
posto e li fanno riapparire in altro un posto; fanno trasformare l’Ospedale
Unico in Ospedale Nuovo; dividono un
Policlinico di 350 posti, facendone materializzare solo la metà presso
l’Ospedale di Polistena; affermano di
fare tutto per tutelare gli interessi collettivi e invece lo fanno per mero
interesse particolare e più precisamente per mantenere integro il loro feudo
elettorale che consente ormai da anni di sfornare sindaci, senatori,
consiglieri e assessori regionali, consiglieri provinciali. La verità
inconfessabile è che se avessero consentito la realizzazione dell’Ospedale
Unico, sarebbe crollato tutto questo.
E allora
via al festival delle dichiarazioni, dietro le quale si nasconde il più acceso
fenomeno di nepotismo mai registrato nella storia repubblicana. Ricordiamo, per
chi non fosse informato che il famigerato partito che si richiama agli antichi
valori del comunismo, altro non è che una florida impresa familiare, che
annovera:
1)
segretario
provinciale Tripodi Michelangelo;
2)
ex assessore regionale idem;
3)
Segreatario
cittadino di Reggio Calabria Tripodi Ivan;
4)
ex sindaco di Polistena Tripodi Girolamo;
5)
ex senatore idem;
6)
ex consigliere provinciale Tripodi Michele;
7)
ex
assessore provinciale Tripodi Michele;
8)
attuale
sindaco di Polistena Tripodi Michele.
Vuoi vedere che anche Infantino ha
qualche lontano vincolo parentale che noi non conosciamo?
Ironia a
parte, per amore di verità la sola cosa che abbiamo affermato è che vi erano
fino a qualche anno fa ben sette ospedali nella Piana di Gioa Tauro ( Polistena
- Palmi – Gioia Tauro – Taurianova – Cittanova – Oppido – Rosarno mai aperto).
Con il Governo Chiaravalloti si decise la costruzione di un unico Ospedale che
sostituisse gli esistenti che non rispondevano a nessuno degli standard
sanitari richiesti per poter rimanere in vita e soprattutto per poter garantire
la salute ai cittadini della Piana.
Si
realizzò il progetto, si stabilirono i posti letto necessari, le risorse
finanziarie per realizzarlo, che avrebbero dovuto essere attinte per il 50% ai
fondi ex art 20, il 25% tramite vendita di immobili del ex asl e per il
restante 25% dai privati, previo affido di alcuni servizi (parcheggi – mensa
ecc…). Il progetto venne ubicato dalla conferenza dei Sindaci a Cannavà
(Rizziconi). Nelle more, vi fu l’avvento di Loiero e del Centrosinistra che
tramite i raggiri organizzati dall’ex assessore Tripodi, cambiò i connotati del
progetto, dividendo l’Ospedale Unico in due tronconi: metà a Polistena e metà a
Palmi.
Non che
l’Assessore fosse innamorato di Palmi per ubicarvi la metà dell’Ospedale Unico,
Palmi era il posto ideale per la
distanza al fine di poter giustificare
la permanenza dell’Ospedale di Polistena. Pertanto, L’ospedale Unico diventa
l’Ospedale Nuovo di Palmi che insieme all’Ospedale di Polistena fungerà da
Ospedale Unico.
In campagna
elettorale Loiero venne a Palmi e
ufficialmente affermò che
l’ospedale Nuovo sarebbe sorto a Palmi. Successivamente l’attuale Governatore
Scopelliti non potè fare altro che confermare quanto fatto dalla precedente
amministrazione regionale, al fine di evitare di perdere i finanziamenti. Questa
è storia. E’ inutile che Infantino cerchi di strumentalizzare dicendo che il
Pdl provinciale sia contrario alla realizzazione dell’Ospedale di Palmi.
Allo
stato in cui siamo non possiamo più tornare indietro e l’Ospedale deve essere realizzato a Palmi. Pena la perdita dei
finanziamenti e la beffa per la Piana, che dopo aver perso l’Ospedale Unico,
per colpa del Centrosinistra e specificatamente dell’ex assessore regionale
Michelangelo Tripodi, ora rischierebbe di perdere anche l’Ospedale Nuovo di
Palmi.
Crediamo
di essere stati chiari e di non dover più tornare sull’argomento, spendendo il
nostro tempo in maniera più costruttiva e cioè concedendoci qualche giorno di
vacanza, visto che noi abbiamo lavorato materialmente e intensamente per tutto
l’anno, mentre gli strenui difensori del lavoro hanno solo immaginato di farlo
e ora durante le ferie fanno finta di lavorare essendo stati in vacanza per il
resto dell’anno.
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