Per precisa colpa ed esclusiva
responsabilità dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Arena,
migliaia di famiglie reggine riceveranno, nelle prossime settimane, un nuovo pesantissimo
salasso che colpirà i già magri bilanci familiari.
Infatti, possiamo ufficialmente
anticipare che i librai reggini non sono, oggettivamente, in grado di
anticipare i capitali necessari per l’acquisto dei libri da distribuire agli
scolari per conto del Comune e di conseguenza hanno deciso che per l’imminente
nuovo anno scolastico non accetteranno cedole o buoni per i libri che, quindi,
purtroppo, saranno venduti solo a pagamento (alleghiamo, per pronta
consultazione, le comunicazioni che saranno affisse nelle librerie reggine). Insomma,
una decisione causata dal vergognoso comportamento dell’amministrazione
comunale reggina che, quindi, provocherà una pesante stangata e un enorme danno
economico alle famiglie reggine. A Reggio Calabria per colpa di una scellerata giunta
comunale viene incredibilmente cancellato un diritto costituzionalmente
garantito: il diritto allo studio e all’istruzione. Questa drastica decisione è
la logica conseguenza della turpe presa in giro che la giunta comunale ha
riservato ai librai durante tutto l’anno scolastico appena terminato
(2011-2012). A fronte di reiterate chiacchiere e promesse e, addirittura,
nonostante un dettagliato protocollo d’intesa, siglato in pompa magna tra la
giunta Arena e i librai reggini, gli stessi vantano un credito enorme. Debiti
che, guarda caso, il Comune non ha onorato con le gravi conseguenze del caso.
L’amministrazione comunale deve
ancora pagare circa 170.000 euro per le cedole comunali riservate agli scolari
delle scuole elementari o primarie, a cui si aggiungono, addirittura, circa 700.000
euro per i buoni libro riservati agli studenti delle scuole medie e superiori. Ammonta,
quindi, a un totale di circa 870.000 euro il debito dell’amministrazione
comunale nei confronti dei librai e degli agenti editoriali: una cifra gigantesca,
ma relativa, esclusivamente, all’anno scolastico che si è concluso.
Purtroppo, questo cinico e indecente
comportamento della giunta Arena ha provocato gravissime conseguenze alla
categoria dei librai. Molti storici esercenti e numerose agenzie editoriali
sono stati costretti, dopo decenni di lavoro, ad abbassare le serrande e
chiudere l’attività, poiché i librai e le agenzie editoriali, a fronte delle
false promesse e dei ridicoli impegni della giunta Arena, sono costretti a
pagare le case editoriali dopo massimo trenta giorni dalla ricezione dei libri
scolastici. Non ci vuole molto a comprendere che il mancato saldo delle fatture
da parte del Comune ha provocato il default di molti librai che non avevano
messo in conto il gravissimo e stucchevole comportamento dell’amministrazione Arena.
Ancora oggi ci hanno manifestato la loro incredulità e rabbia riguardo un atteggiamento
assurdo e inaccettabile. E’ ovvio che le “vittime” di questo comportamento
della giunta Arena saranno le migliaia di famiglie reggine che saranno
costrette a pagare per intero i libri e non potranno usufruire delle cedole e
dei buoni libri. Una nuova botta ai, già tartassati, cittadini reggini. Una
gravissima anomalia che mina pesantemente il sacrosanto diritto allo studio. Ci
troviamo di fronte ad un chiaro e doloso sovvertimento dell’art. 34 della
Costituzione Repubblicana che testualmente recita: “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per
almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita”.
A Reggio
Calabria accade anche questo e si tenta, unilateralmente e arbitrariamente, di
cancellare un diritto fondamentale riservato e riconosciuto a tutti i cittadini
del nostro Paese. Certamente su questa vicenda non ci fermeremo e porteremo
avanti ogni iniziativa finalizzata a far pagare quanto dovuto ai librai e agli
agenti editoriali. Inoltre, riguardo lo scottante tema del diritto allo studio
e alla gratuità dei libri siamo pronti ad investire formalmente, nelle prossime
settimane, la Procura della Repubblica per verificare se si intravedono abusi
in merito al mancato rispetto di quanto solennemente sancito dalla Costituzione
del nostro Paese.
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