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mercoledì 18 luglio 2012

REGGIONONTACE: A REGGIO CALABRIA VENT'ANNI DOPO L'ASSASSINIO DI PAOLO BORSELLINO E DELLA SUA SCORTA


FARE MEMORIA, A REGGIO CALABRIA, DELLA STRAGE DI VIA D'AMELIO:
RINNOVIAMO L'IMPEGNO DI MAGISTRATI E SOCIETA' CIVILE PER LA LIBERAZIONE DALLA 'NDRANGHETA.

"La  lotta  alla  mafia non  doveva  essere  soltanto  una  distaccata  opera  di  repressione, ma  un  movimento  culturale  e  morale,  anche religioso,  che  coinvolgesse  tutti,  che  tutti   abituasse  a  sentire  la  bellezza  del  fresco  profumo  della  libertà  che  si  oppone  al puzzo   del  compromesso  morale,  dell’indifferenza,  della  contiguità,  e  quindi  della  complicità.
 Ricordo  la  felicità  di  Falcone,  quando  in  un  breve  periodo  d’entusiasmo,  conseguente  ai   dirompenti  successi  originati  dalle  dichiarazioni  di  Buscetta,  mi  disse: la  gente  fa  il  tifo   per  noi.   E  con  ciò  non  intendeva  riferirsi  soltanto  al  conforto  che  l’appoggio  morale   della  popolazione  dà  al  lavoro  del  giudice.   Significava  soprattutto  che  il  nostro  lavoro  stava  anche  sommovendo  le   coscienze,  rompendo  i  sentimenti  di  accettazione  della  convivenza  con  la  mafia,  che    costituiscono  la  sua  vera  forza."(Paolo Borsellino, Palermo, 23 giugno 1992, Chiesa di  San Domenico)

Queste parole di Paolo Borsellino pronunciate davanti a 30.000 giovani, dopo venti anni sono sempre attuali; possono, anzi devono essere ancora monito per noi per capire l'urgenza di ri-svegliare la nostra coscienza per ri-appropriarci della nostra terra e del nostro futuro.
Una data- anniversario non è solo occasione per fare memoria e per far rivivere coloro che hanno sacrificato la loro vita, ma per dire in modo fermo la nostra scelta di ri-esistere e di non perdere la speranza di vivere lottando per la giustizia e realizzando ed esigendo comportamenti alla luce del sole, contro chi pensa di schiacciare l'umanità sotto il giogo della violenza, della prevaricazione, della negazione dei diritti fondamentali. E il nostro camminare a testa alta non è per affermare un diritto da forti, ma per dare voce e senso  a chi soffre ed è preda della paura, testimoniando che essere persone libere è possibile anche alla gentegente: "occorre compiere - dice Giovanni Falcone - fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l'essenza della dignità umana"


Rifletteremo insieme al Procuratore aggiunto della DDA, dr. Michele Prestipino giovedì 19 luglio 2012 alle ore 20,30 presso il cortile della chiesa degli Ottimati di Reggio Calabria. (ingresso dal portoncino accanto alla chiesa)


Il movimento ReggioNonTace

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