Nella mattinata odierna, personale di questa
Squadra Mobile, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare nr.1271/12 RGNR DDA-nr.1440/12 RGIP DDA-nr.55/12 R.O.C.C., emessa dal
GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale DDA, a
conclusione di un’articolata attività di indagine, ha tratto in arresto i
sottoelencati soggetti:
1. CONDEMI
Domenico, alias Doddy,
nato a Reggio Calabria il 03.07.1976,
ivi residente in viale Europa nr. 79 –pregiudicato, attualmente detenuto presso
la Casa
Circondariale di Melfi (PZ)-;
2. CUZZOLA
Natale, nato a
Reggio Calabria il 06.10.1963 ed ivi
residente alla Via Boschicello nr.19 -pregiudicato,
attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Palmi-
in quanto responsabili dei delitti di porto abusivo e detenzione illegale
di un fucile a canne mozze e relativo munizionamento, omicidio ed occultamento
del cadavere di PUNTORIERI Marco cl’70, fatto commesso in data 15 settembre 2011.
Preliminarmente deve dirsi che il
presente provvedimento restrittivo cautelare, scaturito a conclusione
dell’operazione denominata “ARMO”,
si innesta nella prosecuzione dell’attività investigativa condotta sempre da
questa Squadra Mobile e che già in data 21.12.2011 (operazione “Alta Tensione 2” ) ed in data 22.02.2012 (operazione “San
Giorgio”)
era sfociata nell’emissione di analoghi provvedimenti che avevano consentito di
trarre in arresto complessivamente nr.16 affiliati della cosca LIBRI CARIDI,
tra cui figuravano i citati CONDEMI e CUZZOLA.
L’odierna ordinanza di custodia
cautelare è il compendio degli esiti degli approfondimenti investigativi
compiuti da quest’Ufficio in merito all’omicidio, avvenuto in località Armo di
questo centro in data 15 settembre 2011, in pregiudizio di PUNTORIERI Marco
cl’70, pluripregiudicato organico alla cosca LIBRI.
Le
indagini avviate nell’immediatezza dalla locale Stazione Arma CC Rione Modena
da subito inquadravano detto episodio delittuoso, perpetrato con il metodo
della c.d. “lupara bianca”, quale
regolamento di conti maturato in seno alla medesima consorteria mafiosa e si
concludevano con l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere (nr.1271/12
RGNR DDA-nr.1440/12 RGIP DDA-nr.23/12 ROCC) eseguita in data 23.03.2012
nei confronti di VENTURA Domenico,
nato a RC il 29.03.1963, anch’esso
organico alla menzionata consorteria criminale.
In particolare, una svolta alle indagini
dell’Arma CC venne impressa dalla ricezione di uno scritto anonimo cui erano
acclusi dei files audio/video, frutto di riprese effettuate a mano libera ed a
mezzo di una seconda telecamera fissa. Dette immagini immortalavano la vittima
ed il citato VENTURA nei momenti in cui gli stessi, stazionando in prossimità
di un rudere sito in località Armo, colloquiavano, maneggiando un fucile a
canne mozze, nell’attesa di compiere un efferato delitto fino al momento in cui
i due soggetti uscivano dall’inquadratura della telecamera fissa e si udivano due
colpi di fucile, per poi essere ripreso il cadavere del PUNTORIERI riverso al
suolo. Dalla visione e conseguente analisi di detti filmati venivano raccolti
elementi sufficienti ed univoci che conducevano all’emissione della citata
ordinanza eseguita nei confronti del VENTURA.
Parallelamente questa Squadra Mobile, nell’ambito del proc.
pen. nr. 458/11 RGNR DDA, aveva avviato già da tempo una serie di
attività tecniche, di intercettazioni telefoniche ed ambientali, nei confronti
di diversi esponenti della cosca CARIDI, notoriamente federata
al più prestigioso clan LIBRI. All’esito delle stesse scaturivano l’emissione di
due distinti provvedimenti cautelari eseguiti nell’ambito delle menzionate
operazioni “Alta Tensione 2”
e “ San Giorgio”. Inoltre, con recente nota informativa depositata in data 27 giugno
u.s., quest’Ufficio deferiva alla locale Direzione Distrettuale Antimafia i menzionati
CONDEMI Domenico e CUZZOLA Natale, (già
tratti in arresto per associazione mafiosa ed altri reati-fine in quanto affiliati
alla cosca CARIDI) in quanto ritenuti responsabili dei delitti di omicidio
ed occultamento di cadavere, in concorso con il già citato VENTURA.
Nell’ambito della suddetta
attività di indagine venivano rivisitati ed approfonditi gli esiti della precedente
attività investigativa, identificando ed individuando le responsabilità del duo
CONDEMI-CUZZOLA che, unitamente al VENTURA, il giorno precedente l’omicidio
avevano eseguito un sopralluogo finalizzato a sperimentare le condotte da
adottare in vista del delitto da compiere, il giorno seguente, in danno della
citata vittima. Infatti, dal tenore delle intercettazioni captate in data 14
settembre 2011, a
bordo dell’autovettura Fiat Panda in uso al CONDEMI, emergeva come il trio
CUZZOLA-CONDEMI-VENTURA avesse pianificato i dettagli del loro progetto
delittuoso, soffermandosi sia sulle fasi preliminari in cui non avrebbero
dovuto fare trapelare le loro intenzioni omicidiarie alla vittima, lì convocata
con il pretesto di compiere un omicidio, in concorso con i soggetti
appartenenti al suo medesimo ambiente criminale; sia sulle fasi successive alla
consumazione dell’efferato delitto, relative al momento in cui il citato trio
avrebbe dovuto lasciare il locus commissi delicti, all’individuazione dei mezzi
di locomozione da adoperare ed alle modalità di occultamento del cadavere.
Tutti i suddetti passaggi essenziali dell’azione criminale, elaborata nei
dettagli dai tre soggetti,veniva puntualmente eseguita il giorno seguente negli
stessi termini in cui era stata programmata.
I risultati complessivamente
conseguiti all’esito delle suddette indagini venivano così compendiati nell’odierno
provvedimento restrittivo cautelare.
Inizialmente quest’Ufficio veniva
delegato alla visione ed al riascolto dei suddetti files, oltre che alla
disamina degli esiti delle indagini esplicate dalla Stazione Arma CC. Da subito
questa Squadra Mobile individuava chiaramente il tranello ordito ai danni del
PUNTORIERI il quale, la mattina del 15
settembre ’11, era convinto che avrebbe dovuto compiere un delitto ma, da
presunto carnefice, lo stesso era, in realtà, la vittima predestinata dei suoi
apparenti complici. Questi ultimi, infatti, lo avevano attirato in località
Armo con il pretesto di realizzare un delitto, dato evidenziato da cinque
distinte circostanze.
La prima è desunta dai filmati in cui il
PUNTORIERI ed il VENTURA, ripresi in atteggiamenti confidenziali intenti a
passeggiare ed a colloquiare affabilmente tra loro, maneggiavano entrambi l’arma che sarebbe stata poi utilizzata dal
secondo per l’omicidio del primo. La seconda
è data dal particolare che il PUNTORIERI quella mattina fosse uscito di casa privo di documenti e, soprattutto, dei due
cellulari nella sua disponibilità, che
infatti vennero successivamente rinvenuti presso l’abitazione materna, accortezza
certamente utilizzata al fine evidente di non consentire di individuare la sua
esatta posizione con l’ausilio di eventuali successive mirate attività
tecniche. La terza, desunta dai
filmati riesaminati e dalle escussioni dei familiari, è data dalla circostanza
che il PUNTORIERI tenesse tra le mani un paio
di collant, fornitogli quella stessa mattina dalla moglie ed alla cui
presenza l’aveva calzato sulla testa, gesto la cui unica spiegazione plausibile
era l’imminente compimento di un reato per la cui realizzazione lo stesso
avrebbe dovuto avere il volto travisato in modo da non essere riconoscibile.
Inoltre, quest’Ufficio, dal riesame di detti filmati, captava anche alcuni tratti
di conversazione in cui il PUNTORIERI si informava se anche il VENTURA fosse
fornito di calze (P:“senti, ti sei
portato la calza?” / V: “no, non ne
ho portate”) reputandola necessaria nel timore di potere essere
riconosciuto “io gliela taglio in caso, anche
se è stretta, lo vedi che mi viene stretta però onestamente…inc…se passa
qualcuno…”. La quarta deriva
sempre dal dialogo captato da quest’Ufficio, in particolare nel passaggio in
cui il PUNTORIERI dapprima chiedeva al VENTURA dove si trovasse Natale, cioè l’altro complice Natale CUZZOLA,
cugino del VENTURA, il quale ne certificava la presenza nelle vicinanze (P:“dove è andato Natale?” /V: “là dove c’è lo…inc…”), verosimilmente a
fare da vedetta per avvertire dell’arrivo di quella che era stata fatta credere
al PUNTORIERI sarebbe stata la vittima designata, ansiosamente attesa dal
PUNTORIERI (“e lui quando sale”) ed
in ciò rassicurato dal VENTURA “no, passa
verso le nove e mezzo mi ha detto che sale…inc…”. La quinta scaturisce ancora dal dialogo captato, nella parte in cui il
VENTURA sollecitava PUNTORIERI ad appartarsi
per non essere visti (“Mettiamoci qua
Marco, che non ci veda qualcuno, qua è buono per le marbizze vedi, ah”),
finchè il PUNTORIERI rassicurava il VENTURA che “Natale è venuto, Natale…inc…”, quindi è certo che il CUZZOLA,
benché non inquadrato, si fosse avvicinato ai due che sparivano
dall’inquadratura, per poi udirsi subito dopo i due colpi che attingevano
mortalmente il PUNTORIERI.
Era chiaro che l’omicidio fosse stato
premeditato e consumato in seno alla medesima organizzazione criminale di cui
anche la vittima faceva parte, considerati i suoi trascorsi giudiziari.
Pertanto, quest’Ufficio procedeva ad un attento riascolto degli esiti delle
attività tecniche espletate nelle indagini
relative alla cosca CARIDI, notoriamente federata al più prestigioso clan LIBRI,
legame cementato anche
dal matrimonio tra il capocosca CARIDI Antonino e Rosa LIBRI, quest’ultima
figlia del defunto boss Don Mico. In particolare, elementi determinanti in
merito al concorso nell’omicidio de quo in capo al trio VENTURA-CUZZOLA-CONDEMI
emergevano dalle captazioni registrate a bordo dell’auto in uso proprio al
CONDEMI, dialoghi intercettati il giorno precedente al delitto, e con la quale
autovettura i tre avevano effettuato finanche un accurato sopralluogo del sito
prescelto per la perpetrazione dell’efferato delitto consumato il giorno
seguente.
Infatti, i tre dialogavano dettagliatamente progettando la realizzazione
del delitto, decidendo con quale auto salire in quei luoghi isolati,
descrivendo minuziosamente la strada impervia dagli stessi percorsa per
raggiungerli, pianificando di nascondere ivi l’arma che sarebbe stata
utilizzata e finanche provandola il giorno prima, incuranti di essere incappati
in un imprevisto di non poco conto, cioè di avere trovato poco più in là una
coppietta appartata in una macchina. Quindi il dialogo passava ad analizzare i
momenti successivi, relativi cioè all’occultamento del cadavere, che dapprima
veniva deciso dovesse essere semplicemente coperto con uno strato di cartone
compresso, recuperato proprio all’interno del rudere, per poi fare
definitivamente sparire il corpo del PUNTORIERI che, difatti, a tutt’oggi non è
stato ancora rinvenuto, essendo soltanto state repertate su detto strato di
cartone compresso e sul locus commissi delicti tracce ematiche e biologiche
riconducibili alla vittima. Il trio era particolarmente attento alla
programmazione nei minimi dettagli al punto che il CUZZOLA sottolineava
perentoriamente “facciamo le mosse che facciamo domani” . I
conversanti non solo non mostravano alcuna perplessità né remore sul da farsi,
ma anzi ostentavano addirittura menefreghismo e noncuranza, entrambe chiara ed
inequivoca espressione della forza intimidatrice derivante dalla loro
appartenenza ad un’associazione mafiosa, arrivando finanche a vantarsi dell’eco
che il delitto avrebbe cagionato nell’opinione pubblica (“ora scoppia la bomba, tra un paio di giorni
scoppia la bomba”), manifestando soltanto un dubbio inerente la
definitiva sparizione del corpo esanime, perché il CONDEMI riteneva
eccessivamente rischioso salire una seconda volta per occultarlo
definitivamente e dal canto suo il CUZZOLA riteneva invece più idoneo altro
sito non meglio precisato per commettere il delitto, in quanto la loro presenza
in quel posto non avrebbe destato sospetto, a differenza del luogo prescelto e
dove fu effettivamente perpetrato il delitto.
A suffragare definitivamente le loro
responsabilità è intervenuta anche un’intercettazione ambientale captata
all’interno del circolo “Caccia sviluppo e territorio”,ubicato in questo
centro, notoriamente luogo in cui gli affiliati della cosca CARIDI si riunivano per pianificare le loro attività
delittuose ed anche sede della segreteria politica del consigliere comunale di
maggioranza PLUTINO, anch’esso arrestato nell’ambito della summenzionata
operazione “Alta Tensione 2” .
In particolare, in data 21 ottobre 2011,quindi circa un mese dopo l’omicidio de
quo, veniva captata una conversazione nella quale il CONDEMI commentava con il proprio
interlocutore l’avvenuto ritrovamento della microspia all’interno dell’auto del
primo. Da detto dialogo traspariva tutta la preoccupazione del CONDEMI che inizialmente era fortemente
preoccupato di un imminente provvedimento restrittivo; quindi i due, dopo avere
discusso da quanto tempo poteva essere stata installata la microspia,
esaminavano varie tipologie di attività delittuose, finché si registrava il
seguente passaggio:
…
ESPOSITO: Persone non ne sparate davanti dalla
macchina una cosa o un’altra, sopra a questo qua ci siamo, omicidi
non ce ne sono stati…--\
ESPOSITO: Qualche
incontro, ma non penso che siete andato con la vostra macchina in un incontro!--\
CONDEMI: A
quale incontro?--\
ESPOSITO: Se
vi siete incontrato con qualcuno!--\
CONDEMI: No, ma
era per cose di…di un…quando parlavo con Giovanni qua…(inc.)…--\
CONDEMI: Qua rischiamo Peppino un ergastolo!--\
…
Come si può facilmente notare, ad un tratto l’ESPOSITO asseriva “persone non ne sparate davanti dalla
macchina una cosa o un’altra, sopra a questo qua ci siamo, omicidi non ce ne
sono stati…”, evidentemente consapevole che il CONDEMI non avrebbe mai
commesso l’imprudenza di consumare un assassinio a brevissima distanza dalla
propria autovettura ed, al contempo, però disconoscendo della compartecipazione
del CONDEMI nell’omicidio del PUNTORIERI, perpetrato un mese prima, tant’è che
non ricollegava detto episodio delittuoso ad un coinvolgimento del CONDEMI
stesso. Invece, dal canto suo, sul delicatissimo punto introdotto
dall’ESPOSITO, il CONDEMI dapprima non ribatteva nulla e poi, subito dopo,
sottolineava “qua rischiamo Peppino un
ergastolo!”, palesemente manifestando il timore che potesse incappare nella
condanna al carcere a vita, misura prevista proprio per l’autore di un
omicidio! E’ ovvio che detta preoccupazione in capo al CONDEMI non avrebbe
avuto alcuna ragion d’essere se non proprio per il recente omicidio commesso in
data 15 settembre ’11,
vittima il PUNTORIERI.
Il
timore paventato dal CONDEMI era giustificato dalla sua compartecipazione alla
fase ideativa, a quella di pianificazione e di esecuzione dell’omicidio de quo.
In particolare, in merito ai primi due stadi del delitto, il CONDEMI era
fortemente preoccupato perchè sopralluogo e progettazione dell’omicidio erano
stati effettuati, unitamente ai complici, a bordo della sua autovettura Fiat
Panda, sulla quale dal medesimo era stata poi rinvenuta la microspia, di qui la
trepidazione di sapere da quanto tempo fosse stata installata ed il conseguente
allarme di rischiare un ergastolo “qua
rischiamo Peppino un ergastolo!”. Anche l’uso del plurale “rischiamo un ergastolo” è
chiaramente indicativo di tutto quanto minuziosamente acclarato da
quest’Ufficio e
confluito nell’odierna ordinanza.
Le ordinanze sono state notificate
presso le Case Circondariali di Melfi e Palmi dove sono già ristretti,
rispettivamente il CONDEMI ed il CUZZOLA, in qianto tratti in arresto
precedentemente da quest’Ufficio per i reati di associazione mafiosa,
estorsioni, danneggiamenti ed altro.
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