CRESCE LA FIDUCIA NEI PAGAMENTI WEB. IN TESTA CI SONO MUSICA, LIBRI E GIOCHI
17 luglio 2012
Secondo una ricerca di Hi-Media/Harris Interactive, l’Italia è uno dei grandi paesi europei dove – nonostante altri ritardi, come la bassa penetrazione della banda larga – la predisposizione all’impiego di sistemi di micropagamento sul web è maggiore. Ben il 45% degli utenti internet interpellati hanno dichiarato di avere già sentito parlare di “micropagamenti”, intesi come acquisti di beni o servizi sul web per valori inferiori ai 10 euro, mentre più di uno su tre sa esattamente di cosa si tratta. Curiosamente, la percentuale di quelli che hanno effettuato dei micropagamenti è ancora superiore – al 54% – segno che alcuni utenti internet hanno già fatto uso, senza saperlo, di uno di questi sistemi, magari addebitando i costi su cellulari e bollette telefoniche.
Il tasso di soddisfazione degli utenti italiani sembra elevato. Tra quelli che hanno già fatto uso di sistemi di micropagamento l’85% vorrebbe avere maggiori possibilità di ricorrere a questo tipo di transazioni e il 93% lo consiglierebbe ad amici e parenti, il dato più elevato tra i paesi (Italia, Germania, Francia, Spagna, Stati Uniti e Brasile) presi in considerazione nella ricerca.
Per chi fa acquisti su Internet non è raro usare, per i micropagamenti, almeno un metodo alternativo alla carta di credito (impiegata dal 63% degli utenti). Quelli più diffusi nelle transazioni inferiori ai 10 euro, sono carte prepagate e portafogli elettronici (come per esempio PayPal e Allopass, quest’ultima di proprietà di Hi-Media) con il 72%. Quindi bonifici (46%) e pagamenti effettuati mediante il proprio conto telefonico/internet (29%).
Quanti ai prodotti acquistati, in Italia nel 42% dei casi si tratta di musica, seguita da ebook (34%) e giochi online (30%), in linea con le tendenze in atto negli altri paesi presi in considerazione dalla ricerca. L’entità della spesa mensile media è di 28 euro, leggermente superiore alla media dei paesi europei considerati dall’indagine, spalmati su 8 transazioni.
Uno dei dati più interessanti emersi dal sondaggio riguarda l’attitudine verso il pagamento per contenuti giornalistici, positiva in media per il 27% degli intervistati nei quattro paesi europei presi in esame, con l’Italia in seconda posizione (con il 31%) dopo la Spagna (38%). Nonostante la propensione alla spesa sia bassa (in Italia il 60% di chi è disposto a pagare per informarsi attraverso il web non vuole sborsare più di 3 euro al mese) secondo Christina Fontana, Hi-media payments director per l’Italia, nel nostro paese c’è comunque una domanda inevasa di informazione web a pagamento.
“In Francia – spiega – il fenomeno dei micropagamenti per l’informazione è in forte crescita, mentre in Italia fino a oggi l’offerta è stata limitata. Sul piano dei contenuti crediamo che cercare semplicemente di vendere ciò che oggi è offerto gratuitamente non sia possibile. Il modello che immaginiamo poggia al 50% su contenuti premium come speciali, multimedia e archivio e al 50% su contenuti più tradizionali, ma a una condizione: che, come avviene per quei giornali online che vendono con successo i propri contenuti, come il New York Times e il Wall Street Journal, il lettore percepisca chiaramente che sta acquistando un prodotto di qualità”.
di MARCO MASCIAGA
fonte: repubblica.it
fonte: repubblica.it
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