Visita il nuovo sito Italia Inchieste

E' ONLINE IL NOSTRO NUOVO SITO ITALIA INCHIESTE (http://italiainchieste.it/) CON PIU' NOTIZIE, PIU' SPAZIO PER I LETTORI, PIU' INTERATTIVITA', VIDEO E NOVITA'... VI ASPETTIAMO!!!

giovedì 19 luglio 2012

ADICO: LE NEWS


POVERO L’11% DELLE FAMIGLIE. PENALIZZATI I NUCLEI CON FIGLI


18 luglio 2012
La crisi non fa sconti: l’11,1% delle famiglie italiane (per un totale di oltre otto milioni di persone) è relativamente povero, il 5,2% delle famiglie lo è in termini assoluti. È quanto emerge dall’ultimo rapporto Istat sulla povertà nel nostro Paese, relativo al 2011. La povertà, sia assoluta sia relativa, è stabile ma deriva da un peggioramento della povertà relativa per le famiglie in cui non ci sono redditi da lavoro e in cui vi sono operai. In particolare, l’incidenza della povertà relativa aumenta dal 40,2 al 50,7% per le famiglie senza occupati né ritirati dal lavoro e dall’8,3% al 9,6% per le famiglie con tutti i componenti ritirati dal lavoro, per lo più anziani soli o in coppia.
La povertà assoluta cresce (dall’8,5% al 16,5%) tra le famiglie in cui non ci sono redditi da lavoro e almeno un componente è alla ricerca di occupazione e tra le famiglie con a capo una persona con profili professionali e titoli di studio bassi.
Peggiora anche la condizione delle famiglie con figli minori, in particolare per quelle con un solo figlio, la cui povertà relativa passa dall’11,6 al 13,5% e quella assoluta dal 3,9% al 5,7%. Sono un milione 863mila le famiglie del Mezzogiorno che vivono in condizioni di povertà relativa, pari al 23,3% di tutti i nuclei residenti al Sud: una condizione diffusa soprattutto tra le famiglie più grandi, con tre o più figli piccoli. Al Sud aumenta anche l’intensità delle povertà, passata dal 21,5% del 2010 al 22,3% del 2011.
In particolare, dal rapporto emerge che l’incidenza della povertà relativa è diminuita dal 5,3 al 4,4% per le famiglie in cui la persona di riferimento è impiegata o dirigente, mentre è passata dal 15,1% al 15,4% nei nuclei il cui capofamiglia è operaio. E lo stesso vale per la povertà assoluta: diminuita dall’1,4% all’1,3% nelle famiglie di impiegati e dirigenti e cresciuta dal 6,4% al 7,5% in quelle di operai.
 PESANO I BASSI LIVELLI DI ISTRUZIONE
Povertà, bassi livelli di istruzione e altrettanto bassi profili professionali vanno di pari passo. È quanto ribadisce l’ultimo report sulla povertà in Italia dell’Istat. Insieme all’esclusione dal mercato del lavoro, l’istruzione e la formazione professionale sono fattori che si associano al livello di povertà di una famiglia. “Se il livello d’istruzione della persona di riferimento è basso (nessun titolo o licenza elementare) – spiega l’Istat – l’incidenza di povertà è più elevata (18,1%) ed è quasi quattro volte superiore a quella osservata tra le famiglie con a capo una persona che ha conseguito almeno la licenza media superiore (5%). Sale al 27,8% se è alla ricerca di occupazione”.
Per quanto riguarda la povertà assoluta, invece, risulta “elevata tra le famiglie con persona di riferimento avente al massimo la licenza elementare, per le quali l’incidenza (9,4%) è quasi cinque volte superiore a quella delle famiglie in cui la persona di riferimento possiede almeno un diploma di scuola media superiore (2%)”. La difficoltà a trovare un’occupazione o un’occupazione qualificata, inoltre, si associa a livelli di povertà decisamente elevati, spiega l’Istat. “È povero il 27,8% delle famiglie con a capo una persona in cerca di lavoro (il 42,5% nel Mezzogiorno) e il 50,7% delle famiglie in cui non vi sono occupati né ritirati dal lavoro”.
La diffusione della povertà tra le famiglie con a capo un operaio o assimilato, inoltre, “è decisamente superiore a quella osservata tra le famiglie di lavoratori autonomi e, in particolare, di imprenditori e liberi professionisti”.
Fonte: avvenire.it

NUOVO RECORD DEL DEBITO PUBBLICO


17 luglio 2012
A maggio il debito pubblico italiano è salito ad un nuovo record, attestandosi a 1.966,303 miliardi di euro, in aumento rispetto al record storico toccato ad aprile (1.949,242 miliardi). E’ quanto risulta dal Supplemento al Bollettino statistico della Banca d’Italia dedicato alla Finanza pubblica. Le entrate tributarie nei primi cinque mesi del 2012 si sono attestate a quota 142,101 miliardi di euro, in aumento dell’1,14% rispetto ai 140,494 dello stesso periodo dello scorso anno, soprattutto grazie alle accise sulle risorse energetiche. E’ quanto emerge dal Supplemento al Bollettino statistico della Banca d’Italia dedicato alla finanza pubblica.
Il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 17,1 miliardi rispetto al mese precedente, raggiungendo un nuovo massimo storico. Le cause sono da ricercare nell’aumento delle disponibilità liquide detenute dal Tesoro (di 8,3 miliardi, a 35,8), al fabbisogno (6,2 miliardi), a scarti di emissione (2,3 miliardi) dovuti all’emissione di titoli sotto la pari, alle variazioni del cambio (0,2 miliardi). In partciolare su fabbisogno ha inciso per circa 1,8 miliardi la quota di pertinenza dell’Italia versata nell’European Financial Stability Facility (EFSF). Al netto di questo fattore, il fabbisogno sarebbe stato pari a 4,4 miliardi, inferiore di 2,2 miliardi rispetto al corrispondente periodo del 2011. Nel complesso nei primi 5 mesi il fabbisogno complessivo (53,1 miliardi) è stato superiore di 5,0 miliardi rispetto a quello registrato nel corrispondente periodo del 2011 (48,2 miliardi).

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


ECCO LE TRUFFE DEI CONTRATTI PORTA A PORTA: “NON HO MAI VISTO E FIRMATO NULLA HANNO PRESO LA BOLLETTA DALLA POSTA”


18 luglio 2012
Il signor Ottavio lo ha scoperto comunicando la lettura del gas al suo gestore. È stata l’Enel a informarlo che non era più un loro cliente. Nel frattempo era diventato, chissà come, un cliente di Eni. “Non ho mai firmato alcun contratto con Eni, nessuno mi ha mai telefonato per propormi qualcosa. Un paio di mesi fa erano venuti due venditori a casa – ricorda Ottavio – hanno parlato con gli inquilini che ci abitano in affitto che non ricordano di aver firmato nulla. E neanche avrebbero potuto farlo, visto che l’intestatario sono io. Ora ho paura che quei venditori abbiano falsificato la mia firma. E io sono pronto a fare denuncia ai Carabinieri”.
La storia di Massimo Di Pasquale, di Roma, avrebbe potuto ispirare un romanzo di Franz Kafka. Lui, oltre a non aver mai firmato alcun pezzo di carta, non ha neanche ricevuto la visita dei venditori porta a porta. Eppure si è ritrovato con due nuove utenze: sia di luce che di gas. In entrambi i casi il nuovo operatore è Acea. “Ho ricevuto una lettera a casa dall’Eni: c’era scritto che, in virtù della mia disdetta, a partire dal primo novembre 2011 ero passato ad altro operatore gas: Acea libero mercato. E proprio grazie a questa lettera mi sono accorto del doppio raggiro”. Insospettito, il signor Di Pasquale confronta infatti anche le nuove bollette dell’energia elettrica con quelle che ha sempre ricevuto fino a novembre. Sono quasi identiche, cambia solo una piccola dicitura in alto a sinistra. Se prima c’era scritto “servizio di maggior tutela” (il regime tariffario stabilito dall’autorità garante), adesso compaiono due parole: “libero mercato”.
 Qualcuno, magari scartando le bollette dalla cassetta della posta per copiare i dati, lo ha imbarcato nel mare magnum del libero mercato con una semplice firma falsa. E a caro prezzo, visto che per il signor Massimo sia le nuove bollette di luce elettrica che quelle del gas sono quasi raddoppiate. Ora si è rivolto all’Aduc, un’altra associazione di consumatori che riceve quotidianamente segnalazioni di questo tipo. Nel frattempo ha presentato in Polizia una denuncia per truffa ed è in guerra con Acea: “Al telefono mi dicono che sono stato io a firmare questi contratti. Ma voglio andare fino in fondo, perché Acea non può dimostrare nulla: io non ho mai chiesto né con una firma, né per e-mail né al telefono, la disdetta. Mi hanno attivato un’utenza che non volevo e oltretutto si sono presi sei mesi di tempo per mandarmi la bolletta di chiusura”.
Nel club dei truffati ci sono anche diversi amministratori di condominio. Per un venditore disonesto sono vittime molto ambite perché gli amministratori hanno potere di firma sui contratti di luce elettrica per l’illuminazione delle aree comuni, come le scale o le cantine. Chi gestisce decine di condomini è ancora più appetibile, perché basta avere accesso alle bollette di tanti gli stabili per realizzare una truffa in grande stile.
Poi ci sono i clienti che firmano davvero, ma non quello che avevano pensato. Nell’istruttoria dell’Antitrust che nel 2010 ha portato a due multe da 65.000 euro verso Italcogim (ora conosciuta come Gdf Suez), l’autorità ha rilevato che le firme erano state apposte “dietro rassicurazione che i documenti non avevano carattere vincolante. Ai consumatori venivano indicati come moduli di richiesta informazioni, contratti non definitivi, richieste di proposte contrattuali, modulistica a fini statistici”. E non solo, pur di farsi aprire la porta c’è chi si spaccia per un operatore Enel, un nome che rassicura soprattutto i clienti più anziani.
Tra le vittime ci sono anche quei consumatori che firmano in piena consapevolezza, ma senza essere stati informati a sufficienza dal venditore. Manuela – il nome è di fantasia – è titolare di un ambulatorio veterinario vicino a Torino. Convinta da un venditore porta a porta ha accettato di cambiare operatore di energia elettrica. Dopo un paio di mesi le hanno staccato la luce. Dopo mille telefonate, ha scoperto che il suo nuovo gestore e la sua banca non erano in convenzione. Il rid bancario non andava in porto, così Manuela è stata trattata alla stregua di un cliente insolvente. “Il venditore che è venuto in ambulatorio non mi ha avvertito di nulla, o per malafede o perché non lo sapeva neanche lui” ci racconta, “intanto ho dovuto mandare via diversi clienti, perché senza luce elettrica non ho potuto fare le radiografie ai loro animali”.
Fonte: inchiesterepubblica.it

Nessun commento:

Posta un commento

Puoi commentare questa notizia.