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giovedì 12 gennaio 2012

Reggio Cal.: Raffa: La chiusura della dogana? Un drammatico scippo che ci ruba il futuro

Ancora una volta, a Reggio, piove sul bagnato. L’annuncio di stampa sulla  soppressione, fosse anche solo un ridimensionamento,  della Sezione operativa territoriale della Dogana dell’ Aeroporto dello Stretto”,  pur  non confermata dagli Uffici competenti, getta  nello sconforto l’istituzione che presiedo.
Lo “scippo autorizzato” costituirebbe un nuovo gravissimo atto contro il sistema economico della città e dell’intero comprensorio.
Ciò premesso, chiamo a raccolta tutte le forze politiche, sindacali e civili del reggino invitando tutti ad affiancarci in questa nuova dura lotta che stiamo per intraprendere in tutela degli interessi di questo territorio.
La SO.G.A.S. SpA, attenta alle esigenze del bacino di interesse e nella prospettiva del possibile sviluppo del traffico aereo per passeggeri e merci, ha già fatto la sua parte con in capo il presidente  e amministratore delegato Carlo Alberto Porcino che ha scritto a chi di dovere: a noi resta l’onere ben più difficile che è quello della sensibilizzazione della deputazione parlamentare  e della consiliatura  regionale che la nostra comunità esprime,  senza per questo essere ricambiata né in attenzioni, né tanto meno in solerzia da parte di chi dovrebbe levare alta la voce  per  difendere ciò che altri ci sfilano , complice il loro silenzio omertoso.
Nel rispetto del mandato che i reggini mi hanno dato affidandomi il governo dell’Ente provincia, non posso tacere  né restare impassibile di fronte ad una nuova  decisione unilaterale, che interviene  senza alcun confronto preventivo con la governance locale.
 Non tiro in ballo i sindacati e dunque fra le argomentazioni non metto al primo posto la tutela delle 15 unità che in turnazione lavorano nella sede doganale dell’Aeroporto: il danno per l’intera area reggina, presto metropolitana, è di gran lunga superiore  e per questo molto più grave ed irreversibile, considerato lo sforzo economico che abbiamo messo in campo per ridare fiato ad una infrastruttura che è parte integrante di un sistema logistico cui vorremmo evitare l’ agonia. Per invertire la rotta che abbiamo trovato già tracciata al nostro insediamento  abbiamo ottenuto da Enac la promessa di rivedere le limitazioni che bloccano a Reggio il proliferare delle low-cost, così come non abbiamo lesinato sforzi nel rilanciare importanti opere di ristrutturazione ed ampliamento delle infrastrutture partendo dal rifacimento delle piste, dei piazzali di sosta aeromobili  compresa la nuova aerostazione.
E proprio aspettando tempi migliori per attirare con pieno titolo al Tito Minniti nuovi collegamenti realizzati da Alitalia, ma anche da altri vettori,  non possiamo tollerare la  decisione capestro delle Dogane, che se fosse tale,  è assolutamente deprecabile per lo sviluppo del comprensorio.
 Uno screening anche sommario sulla infrastrutturazione aeroportuale è già eloquente: l’aeroporto di Reggio vocato anche ad un nuovo e possibile sviluppo del traffico merci è dotato  di una struttura per lo stoccaggio ed il controllo sanitario e doganale per i prodotti di derivazione animale introdotti con il mezzo aereo nella U.E. (P.I.F.),  così come si avvale di strutture per il controllo delle merci radioattive, con i magazzini di temporanea custodia sotto il vincolo doganale. Infrastrutture che, inserite in un nuovo scenario operativo,  farebbero sperare al meglio, proprio perché parte integrante dell’ambizioso programma di risanamento societario (pareggio del bilancio 2011) e di rilancio dello sviluppo dell’aeroporto, che SO.G.A.S. SpA, con tutti gli Enti Soci istituzionali, sta portando avanti con determinazione. 
A nome di tutti i reggini, invito quindi  il direttore delle dogane di Roma  Giuseppe Pileggi, , di fugare ufficialmente  ogni dubbio sui “si dice” che minano la tranquillità di un territorio già penalizzato da molte scelte centrali, ed  inconsulte. E lo invitiamo a far presto prima che una nuova protesta di massa intervenga per scongiurare il drammatico scippo che ci ruba il futuro.

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