Ha deciso di essere ultima tra gli ultimi. Non poteva sottolineare meglio la sua umanità “Mamma Africa”, l’anziana maestra di Rosarno che domenica, così come fa ogni settimana, ha dedicato la sua giornata ai tanti migranti della Piana. E’ stato un pranzo speciale, quello di domenica scorsa, offerto dal Movimento dei Popolari e Liberali, che in Calabria ha come leader l’on. Giovanni Nucera, segretario-Questore del Consiglio regionale della Calabria. “Incontrare Mamma Africa è stato davvero emozionante – commenta Nucera al termine di una giornata intensa nel corso della quale ha avuto l’occasione di incontrare e parlare con numerosi lavoratori migranti. In massima parte giovanissimi. L’età media non supera i 24-25 anni. In 200 hanno avuto la possibilità, alternandosi a scaglioni al tavolo di “Mamma Africa”, di disporre in un pasto completo. Ha 84 anni Norina Ventre, capelli biondi, sempre in ordine. Mamma Africa è il nome che le hanno affibbiato i migranti che lei aiuta. Ne ha aiutati tanti in questi anni. “E’ dal 1991 che Rosarno – spiega – è diventata terra di immigrazione. Una presenza che si è via via rafforzata fino a raggiungere cifre ragguardevoli. Mi chiamano tutti cosi: polacchi, ucraini, tunisini… Forse loro sentono la mancanza della mamma. C’è stato un ragazzo malato di Aids, l’ho seguito l’ho fatto curare, l’ho affidato ad alcuni istituti specializzati. Ma scappava sempre, per tornare da me. E’ venuto a piedi da Oppido dove era stato ricoverato. “Non mi hanno fatto gli spaghetti”, mi disse motivando così la sua fuga. Il suo desiderio era di morire accanto alla madre. Lo abbiamo accontentato. Con una colletta abbiamo pagato le spese di viaggio per farlo tornare a casa. Ho saputo che è morto” – conclude commossa Mamma Africa. E’ davvero una mamma. Ringrazia di cuore il consigliere regionale Giovanni Nucera per questo suo importante gesto di solidarietà e di attenzione per i migranti di Rosarno.
“E’ stato un onore per me. Non me l’aspettavo. Quando, tempo fa, si avvicinò in chiesa per dirmi di questa sua volontà, non lo conoscevo affatto. Chi viene a casa mia è sempre ben accetto. E’ la prima volta che un onorevole viene nella mia casa di campagna per aiutarmi in questa mia missione. Siamo poveri in mezzo ai poveri. Abbiamo sedie rotte e tavoli vecchi.
“Certe volte rimprovero me stessa – aggiunge – Oggi mi sono stancata tanto, e ad un certo punto non ce la facevo più. Poi mi sono presa un po’ di caffè e ho ricominciato”.
Nel garage della sua abitazione, trasformata nella sede dell’Associazione “Mamma Africa” che raccoglie le vedove di Rosarno come lei impegnate in iniziative umanitarie, una Fiat Punto grigia: è carica di sacchetti. Ogni sacchetto contiene, riso, pasta, latte, scatolame. “E’ il minimo necessario che grazie a donazioni private ed al banco alimentare riusciamo a fornire ai migranti per le loro necessità per il resto della settimana”. Nonna Norina ha fatto voto di consacrazione perpetua. E’ una suora laica. Ha intenzione di vendere alcune proprietà per realizzare un istituto dove ospitare anziani soli. A casa sua sta realizzando una piccola cappelletta per gli esercizi spirituali e i momenti di preghiere che le donne dell’associazione effettuano due volte la settimana.
Andiamo in campagna dove accanto ad una casupola, sotto una tettoia sono state allestite due file di tavoli. E’ qui, che pian piano si alternano i migranti man mano che tornano dai campi di raccolta. Hanno sulle spalle anche dodici ore di lavoro, ma non c’è sofferenza o segni di fatica sui loro volti. Sorridono e abbracciano con affetto Mamma Africa. Il freddo è pungente. Qualcuno ha abiti troppo leggeri per quella temperatura. Mamma Africa li invita ad attendere: “dopo il pranzo distribuiamo vestiti” – avverte.
Aiutata dai volontari della Caritas e dell’Azione Cattolica di Palmi si cominciano ad apparecchiare i tavoli, a servire i pasti. Mamma Africa è sempre con loro, con a fianco l’on. Giovanni Nucera e i giovani dell’Associazione “Nuovi Sentieri” di Reggio Calabria. A Rosarno sono presenti anche amministratori locali del Movimento dei Popolari e Liberali: Emanuele Oliveri, Sindaco di Melicuccà; Nino Di Giglio, consigliere comunale a Laureana di Borrello. Ci sono i ragazzi del Movimento giovanile dei Popolari e Liberali della provincia di Reggio Calabria.
Mamma Africa non è affatto confusa dalla presenza di fotografi e cineoperatori. Ci è abituata. Saluta tutti con un sorriso e con parole che consolano il cuore.
“Noi prepariamo sempre per 200 – ci spiega - Alle volte il cibo ci manca, alle volte ci resta qualche cosa. Lo facciamo ogni domenica. Due volte la settimana distribuiamo dei vestiti; per tutti, non solo per le persone di colore”. Racconta di quando si intrattiene con i migranti. “Chiedo loro di cantarmi le loro canzoni. Loro o fanno. Poi concludo io cantanto “Calabrisella”. Si prega anche insieme, recitando il Padre Nostro. Non importa se sono cristiani i musulmani. Dio è uno solo – dice giustificandosi di fare solo il suo dovere. “Per me sono tutti figli” – conclude.
“E’ la speranza che si concretizza – ha commentato l’on. Giovanni Nucera – Mamma Africa rappresenta la speranza per tanti africani, ma per tanti giovani dell’Est Europa, per quanti sentono il bisogno di un riscatto; un riscatto di dignità. Mamma Africa è riuscita a creare non solo un momento di ristoro, ma anche un momento di certezza, un momento di accoglienza per questi giovani, dando così l’immagine della Calabria che noi vogliamo. Una Calabria positiva. Una Calabria che crea prospettive e crea futuro. Una terra che non è il solito leit-motiv della ‘ndrangheta, del malaffare, che ha un suo cuore e che riesce a portarlo all’esterno. E non è solo l’esempio di una semplice ed umile donna di Rosarno. E’ anche il coinvolgimento di tanti altri giovani, di una società che giorno dopo giorno cresce. Mamma Africa – aggiunge Nucera – non è sola in questa sua missione. Lei sa che ha tanti tifosi al suo fianco. Personalmente mi considero uno di questi. Mi considero uno che avendo conosciuto la storia di questa donna meravigliosa ho voluto condividere, non da oggi, l’opportunità di poter concretizzare questo segno di vicinanza ai migranti. Si tratta di giovani che partono dai loro Paesi portandosi dietro la speranza e la possibilità di poter realizzare nel loro Paese una vita diversa. Vengono qui ed hanno un impatto violento con gli effetti di una crisi globale; si scontrano con la naturale difficoltà a comunicare e spesse volte diventano vittime di gente senza scrupolo e senza pregiudizi che pur di aumentare le loro immeritate e floride condizioni economiche, utilizzano e sfruttano questi giovani come tanti schiavi. A tutto questo – prosegue Nucera – la risposta immediata che una società moderna è chiamata a dare è solo questa: stare vicino, combattendo le organizzazioni degli sfruttatori, facendo rispettare la legge, reintrodurre la legalità. Senza scontri, senza violenza , ma in un incontro di civiltà. Perché se il popolo della Piana, il popolo calabrese è stato un popolo di emigrati, oggi vogliamo essere additati come un popolo di immigrazione; vogliamo essere indicati come un popolo che sa rinunciare a tante cose ma non sa rinunciare a quello che è il vero spirito della Calabria che è appunto questa capacità di saper ricevere ed accogliere gli altri. E gli altri sono i nostri figli, i nostri fratelli di tanti nostri parenti che per diverse generazioni sono stati in terre lontane e magari sono stati costretti a vivere nelle stesse condizioni in cui vivono questi giovani. Loro vengono qui carichi di dignità. E’ un sentimento che dobbiamo preservare per farli sentire uomini liberi, rispettati. Valorizzati per quello che riescono a dare: dai lavori più umili a quelli più importanti. Molti di loro hanno studiato, hanno affrontato nel loro Paese le difficoltà della vita, e sono qui proprio perché vogliono che i loro figli nella loro terra abbiamo una prospettiva diversa. Ed è bello essere oggi qui con Mamma Africa, in questo rapporto, forte, vero e sincero di una donna di 83 anni che non rinuncia a nulla della sua personalità, del suo spirito. Una donna che ha tanta fede addosso, che ha tanto spirito di altruismo, ma che ha soprattutto un balcone fiorito che ci accoglie in casa sua. Sono il fiore, il seme della speranza che matura e si manifesta in colori diversi come diverse sono le nazionalità di questi giovani che lei accoglie. L’esempio che Mamma Africa offre deve essere l’esempio che ognuno di noi deve portare nel difficile mondo dell’integrazione dentro nel cuore. Perché solo le persone umili e semplici come Mamma Africa riescono a trasmettere sentimenti umili e semplici, che danno una grande ricchezza, che è la ricchezza del cuore”.
Dall’improvvisato “Centro Manitese” lungo la Nazionale verso Mileto dove Mamma Africa accoglie questi disperati, l’ex centro Pomona è molto distante. E’ lì il vero inferno dove sono costretti a vivere migliaia di immigrati. Accampati alla meglio senza acqua né luce, in mezzo al fango o tra i ruderi di questa ex fabbrica per la lavorazione degli agrumi. Una beffa. Nella terra degli agrumi, una fabbrica così è costretta a chiudere. Mentre a tavola i volontari di Mamma Africa servono dell’aranciata “Fanta”, prodotta chissà dove e con chissà quali arance.
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