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mercoledì 11 gennaio 2012

ADICO: le news

Stop al cambio in euro, rischia di perdere 10 milioni di lire. Adico: «Il decreto non venga convertito o via ad azioni legali»
P.V., consumatrice veneziana, non sapeva del provvedimento del Governo Monti. Il presidente Garofolini: «Chi ha risparmi in pericolo si rivolga ai nostri uffici per assistenza».
Una scadenza anticipata di tre mesi, che potrebbe costare – secondo i dati Bankitalia – 1 miliardo e 300 milioni di euro agli ignari cittadini italiani. Quanti sanno, infatti, che all’interno del decreto “Salva Italia” era presente una norma che anticipava al 6 dicembre scorso, data della pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale, il termine ultimo per cambiare le vecchie lire in euro? Stando al numero di persone che soprattutto durante il periodo festivo si sono rivolte ad Adico Associazione Difesa Consumatori, gli informati sono una minima parte: tantissimi cittadini infatti intendevano approfittare proprio delle ferie natalizie per recarsi alla filiale più vicina della Banca d’Italia e cambiare i gruzzoletti più o meno consistenti di banconote e monete del vecchio conio, magari per affrontare con maggior tranquillità le spese per i regali di Natale vista la crisi. C’è chi si era dimenticato di farlo in questi dieci anni, chi invece aveva aspettato appositamente, considerando quei soldi una sorta di risparmio da usare al momento opportuno. Ma tutti si sono sentiti gelare il sangue nelle vene di fronte al no al cambio del denaro. Come è accaduto a P.V., signora veneziana, che sotto un metaforico materasso aveva conservato ben 10 milioni di lire, pari a 5.164,57 euro.
Intorno alla metà di dicembre la consumatrice si è recata alla Banca d’Italia di Rialto per la conversione, e invece di uscire con un bel malloppo in euro quella che ha rimediato è stata una doccia fredda: «Il Governo con il decreto del 6 dicembre scorso ha stabilito, all’articolo 26, la prescrizione con decorrenza immediata a favore dell’Erario di tutte le banconote e monete in lire ancora in circolazione ed il relativo controvalore è versato all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnato al Fondo ammortamento dei titoli di Stato, quindi le lire non si possono più cambiare in euro a partire da quella data e non più dal 28 febbraio 2012» è la risposta che la signora presumibilmente si è sentita dare. Ma l’aver contribuito a rimpinguare le casse dello Stato con il controvalore dei suoi risparmi ormai inutilizzabili di certo non l’ha rincuorata, visto che si è recata subito allo sportello Adico di via Volturno per avere ulteriori spiegazioni in merito al provvedimento.
«A questo punto confidiamo nel buon senso del Governo e nel fatto che il decreto non venga convertito in legge – commenta il presidente di Adico Associazione Difesa Consumatori Carlo Garofolini – ci sono 60 giorni di tempo perché venga fatto, quindi fino a quel momento si può ancora sperare che il termine resti quello stabilito dalla legge del 1997 e dal successivo decreto legge del 1998, cioè il 28 febbraio 2012, e che quindi i risparmiatori italiani abbiano tutto il tempo per decidere, in piena coscienza e consapevolezza, cosa fare delle lire che ancora custodiscono in casa. Sull’anticipo della scadenza c’è stata una colpevole mancanza di informazione – affonda ancora Garofolini – che non si può giustificare in nessun modo. L’urgenza da parte dello Stato di far cassa non si può tradurre nel furto ai consumatori di 1,3 milioni di euro».
Se il decreto invece diventerà legge, e quindi sarà confermato che dal 6 dicembre scorso le lire sono ufficialmente carta straccia o merce da collezionisti, c’è la possibilità di presentare un ricorso alla Corte Costituzionale sostenendo l’incostituzionalità del provvedimento che anticipa termini di prescrizione già fissati per legge e senza prevedere un pur minimo periodo di adeguamento. «Ma si tratta di una strada molto difficile da intraprendere – anticipano dall’ufficio legale di via Volturno – ciò comunque non toglie che tutti coloro i quali si sentano danneggiati dalla prescrizione anticipata possano rivolgersi all’Adico che valuterà le azioni più opportune del caso».


Schifani, Casini e Rutelli: brindisi alle Maldive
Non soltanto veline e calciatori. Anche i politici scelgono le Maldive per le vacanze natalizie. Ed è così che sul sito del settimanale Oggi finiscono le immagini esclusive del brindisi di fine anno, sull’isola di Madhiriguraidhoo, di Renato Schifani, Pier Ferdinando Casini e Francesco Rutelli. Un Capodanno bipartisan, dunque, che ha coinvolto i due leader del Terzo Polo e il presidente del Senato, tutti e tre in vacanza assieme alle rispettive consorti. A salutare il 2011 sull’atollo di Lhaviyani anche l’onorevole Stefania Craxi col marito il bomber, Francesco Totti (con Ilary Blasi e figli) e gli ex calciatori Christian Panucci e Gianluca Pessotto.
C’ERA ANCHE FINI? – Vacanze di lusso. Oggi non manca di sottolinearlo, specificando anche che mentre il governo chiede sacrifici ai cittadini, i politici «se la spassano» su isole da sogno. In zona, tra gli altri Caterina Balivo col fidanzato Guido Maria Brera, il giornalista Salvo Sottile con la moglie direttore di SkyTg24 Sarah Varetto. Secondo il settimanale, alle Maldive sarebbe arrivato a un certo punto anche il presidente della Camera Gianfranco Fini (con famiglia) che però avrebbe scelto di soggiornare su un atollo meno affollato.

Fonte: il corriere.it

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