Le gravissime minacce ricevute dal giornalista Nicola Lopreiato caposervizio della Gazzetta del Sud di Vibo Valentia, contenute in una lettera inviatagli dal detenuto Leone Soriano, presunto capo ‘ndrangheta di Filandari, rappresentano una nuova sfida e un inequivocabile attacco alla libertà di stampa.
In primo luogo, quindi, a nome mio personale e dei Comunisti Italiani della Calabria, esprimiamo al dott. Lopreiato e alla sua famiglia la piena e incondizionata solidarietà e vicinanza del PdCI per la pesantissima intimidazione subita.
Contestualmente invitiamo il professionista vibonese a proseguire, senza alcun tentennamento, nella sua preziosa quotidiana attività e nel suo “scomodo” lavoro finalizzati ad informare la collettività in un territorio difficile e complicato.
Certamente questa vicenda pone, però, degli enormi interrogativi.
Ha, pertanto, ragione il segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria e componente della Giunta Esecutiva Fnsi, dott. Carlo Parisi, nell’evidenziare, pubblicamente, il paradosso costituito dalle azioni di chi vorrebbe imbavagliare la stampa e che, contestualmente, consente ad un detenuto di scrivere e spedire, tranquillamente, dal carcere una lettera di minacce ad un giornalista che svolge il duro mestiere di cronista.
E’, quindi, del tutto evidente che è necessario un intervento per evitare il ripetersi di atti di questa eccezionale gravità.
Il tema della libertà di stampa, diritto costituzionalmente garantito, è attualissimo.
E’, pertanto, indispensabile porre al centro delle emergenze la denuncia contro i tentativi di zittire e imbavagliare la stampa e i tantissimi cronisti che, con grandi rischi e in assoluta solitudine, svolgono un basilare e indispensabile servizio di civiltà e democrazia.
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