“Sulla situazione di grande confusione che caratterizza la vertenza di Acquereggine non mi presto ad eventuali conflitti politici che da qualche parte, forse artatamente, si vogliono alimentare. Il problema finanziario che da tempo rende difficile la gestione di questa società non produce solo contraccolpi di natura sociale, ma anche di gestione di un servizio di pubblica utilità e di tutela ambientale con tutti i risolti ad esso connaturati, non ultimo quello di natura penale”. Lo afferma il Presidente dell’Amministrazione Provinciale Giuseppe Raffa, il quale evidenzia che l’intervento dell’Ente di via Foti, prima con il suo predecessore Giuseppe Morabito ed oggi dall’Amministrazione in carica, ha consentito di limitare i danni di una situazione di crisi di Acquereggine che già dal prossimo mese di febbraio riproporrà l’attuale drammatico momento.
“Il problema di fondo – sottolinea Raffa – è che siamo di fronte ad un sistema, quello della depurazione, fortemente disorganizzato all’interno del quale le scelte adottate, spesso, rispondono alla logica dell’emergenza facendo perdere di vista l’obiettivo molto più importante dell’individuazione di percorsi razionali e strutturalmente stabili. In atto la volontà dell’ente che presiedo di esercitare un ruolo attivo e propositivo, nonché di coordinamento dei sindaci del territorio è limitato da scelte normative in contrasto tra loro, in cui la Regione Calabria si era impegnata di istituire, entro lo scorso 31 dicembre, l’Ato unico regionale per la gestione del sistema della depurazione. Una scelta sbagliata e assurda perché lontana dai bisogni dei cittadini: centralista rispetto a quelle che sono le logiche periferiche nel governare questi processi, ma, soprattutto, in contrasto con la legge “Mille proroghe” che mantiene in vita gli Ato fino al 31 dicembre di quest’anno. In passato – è il caso di dirlo senza volere, ancora una volta, fare emergere contraddizioni – sono stati fatti grossi errori, poi sanzionati dalla Corte dei Corti, che hanno esposto i sindaci a responsabilità penali. La giurisdizione contabile, infatti, ha fatto emergere queste difformità individuando responsabilità degli Ato provinciali e della regione Calabria. L’obiettivo che ci poniamo, anche rispetto al protocollo che la Provincia ha siglato con i sindaci, è quello di realizzare un sistema sinergico di gestione uniforme di tutto il sistema della depurazione. Ribadiamo, ancora una volta, che la Regione, nonostante le promesse di realizzare entro il prossimo 31 marzo una gestione unica, difficilmente potrà risolvere il problema. Ed allora formuliamo – afferma ancora il Presidente della Provincia di Reggio - la proposta di dare agli Ambiti Territoriali Ottimali quel ruolo di coordinamento che hanno avuto in passato e che, forse, hanno male esercitato. Ma con compiti e funzioni totalmente diversi, iniziando dalla bollettazione che abbiamo sperimentato con successo nel comune di Monasterace. Un modello da allargare ad altre amministrazioni locali con la Provincia che, svolgendo un ruolo di coordinamento, potrebbe fare con una sua struttura, che potrebbe essere lo stesso ATO. Ci poniamo in termini propositivi nei confronti della Regione, sottolineando che siamo in grado di proporre il modello di sviluppo di un settore oggi alle prese con il caos. Di fronte all’attuale situazione, dunque, non è azzardato– conclude il dott. Raffa -, affermare che ulteriori interventi di ordine economico sortiranno solo l’effetto di una boccata d’ossigeno per i lavoratori, i quali, purtroppo, già dal prossimo mese si troveranno nuovamente a dover fare i conti con lo stato di crisi dovuto alla precarietà del sistema”.
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