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mercoledì 11 gennaio 2012

Last News Calabria (ore 14:30)

MAFIA: SOS IMPRESA, SOLIDARIETA' A GIORNALISTA TIZIAN CHE VIVE SOTTO SCORTA Catania, 11 gen. - (Adnkronos) - Sos Impresa e Rete per la legalita' in una nota esprimono solidarieta' al giornalista freelance Giovanni Tizian, sotto scorta dal 22 dicembre scorso a Modena, e annunciano la loro adesione alla campagna ''Io mi chiamo Giovanni Tizian'', promossa dall'Associazione daSud ''per organizzare iniziative, presentazioni, dibattiti e campagne web a sostegno del giornalista precario''. ''Cosi' nella civilissima Emilia Romagna - affermano in una nota le due associazioni - puo' accadere che a Giovanni Tizian, un giornalista precario di 29 anni, impegnato sul fronte antimafia con l'associazione daSud, venga assegnata una scorta per il suo lavoro di inchiesta. Un percorso fatto in solitudine, lontano dalla ribalta. Precario, senza tutele''. Il giornalista e' figlio di Giuseppe Tizian, un bancario di 36 anni di Bovalino Reggio Calabria, ucciso a Locri il 23 ottobre del 1989.

DROGA: SPACCIO E TRAFFICO IN CALABRIA, SGOMINATE ORGANIZZAZIONI (2) (AGI) - Catanzaro, 11 gen. - Le indagini sono state avviate dalla squadra Mobile nel 2007 e hanno permesso di effettuare, durante lo sviluppo investigativo, numerosi arresti in flagranza e diversi sequestri di cocaina, marijuana e hashish. Il questore di Catanzaro, Vincenzo Roca, ha sottolineato nel corso della conferenza stampa che "la Calabria forse avra' ritardi in molti settori, ma rimane leader negli stupefacenti". Il procuratore capo, Vincenzo Antonio Lombardo, ha aggiunto che "e' stato messo ai margini un buon gruppo di soggetti che non potranno piu' nuocere ai nostri giovani. Abbiamo colpito due organizzazioni completamente autonome che partono dal rifornimento di sostanze stupefacenti che poi finisce sul territorio non solo calabrese. Tra i due gruppi esistono, comunque, contatti tra alcuni intermediari". Anche il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli ha espresso la propria soddisfazione per i risultati raggiunti: "La parte interessante di questa operazione - ha detto - riguarda Gaetano Muscia, legato ad elementi di assoluto spicco della criminalita' Vibonese". Borrelli, ricordando che le indagini sono state avviate nel 2007, ha aggiunto che "abbiamo recuperato l'arretrato che, quando ci siamo insediati, era di tre anni, con fascicoli che attendevano di essere iscritti. Attualmente, oltre alla registrazione in tempo reale, nel 2011 abbiamo definito circa mille procedimenti in piu' di quanto ne sono stati introitati". Per il capo della Mobile, Rodolfo Ruperti, la soddisfazione di avere disarticolato i due gruppi criminali, dimostrando che "lo spaccio di droga in citta' non e' solo un monopolio dei rom, ma ci sono organizzazioni del posto che si organizzano".

DROGA: SPACCIO E TRAFFICO IN CALABRIA, SGOMINATE ORGANIZZAZIONI (AGI) - Catanzaro, 11 gen. - Due distinte organizzazioni criminali dedite allo spaccio di sostanze stupefacenti a Catanzaro, con interessi e ramificazioni in provincia di Reggio Calabria e Vibo Valentia, ed accordi anche in Puglia e Basilicata. L'operazione "Doppio canale", portata a termine dalla squadra mobile di Catanzaro, ha permesso di smantellare i due gruppi. Il primo, guidato da Gaetano Muscia, 48 anni, di Tropea, vicino alla cosca Mancuso di Limbadi, con i canali di approvvigionamento a Gioia Tauro, grazie a Rocco Pasqualone, 43 anni, ritenuto un esponente di spicco delle 'ndrine del Reggino; il secondo gruppo, con al vertice Salvatore Caserma, 65 anni, di Catanzaro, Vittorio Nicoletta, 31 di Catanzaro, e Valentino Biamonte, 33, di Catanzaro. Per questa organizzazione, la droga arrivava dal versante jonico Reggino, grazie all' interessamento di Domenico Ruga, 55 anni, di Monasterace. Le indagini hanno permesso di ottenere riscontri su centinaia di casi di spaccio di droga, prevalentemente cocaina. Per una delle persone coinvolte, attualmente irreperibile, e' stato anche possibile formulare l'accusa di vendita illegale di dieci bombe a mano e armi da guerra, con il materiale che non e' stato recuperato, ma esistono intercettazioni chiare e univoche. Inoltre, Nuccio Berlingieri, 32 anni, di Catanzaro, e Nino Passalacqua, 37 anni, di Catanzaro, risultano indagati per furto aggravato ed estorsione per un caso di "cavallo ritorno" ai danni di una persona a cui era stata sottratta l' autovettura. Nel corso dell'operazione, e' stato tratto in arresto in flagranza di reato anche Valentino Biamonte, 33 anni, di Catanzaro, trovato in possesso di circa 190 grammi di marijuana.

'NDRANGHETA: PIGNATONE, CON FAVORI A COSCHE LAVORI SCADENTI PER ACCUSA GESTIONE IRRESPONSABILE HA PROVOCATO CROLLO GALLERIA (ANSA) - REGGIO CALABRIA, 11 GEN - ''Le imprese, prima di installare il campo base di inizio dei lavori, si accordano con gli emissari delle cosche della ndrangheta''. Per il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, il meccanismo e' noto da tempo e lo ha spiegato incontrando i giornalisti nella caserma dei Carabinieri del Comando provinciale per illustrare i particolari dell'operazione ''Bellu lavuru 2''. ''Tengo a precisare - ha aggiunto - che le responsabilita' dei singoli responsabili locali di Condotte d'Acqua non coinvolgono direttamente i vertici della societa'''. Dirigenti che, e' emerso dalle indagini, avevano incontri conviviali con i vertici delle cosche. ''Il risultato di tale condotta - ha sottolineato Pignatone - e' che l'esigenza di favorire le cosche si e' risolta in una elevata soglia di approssimazione dell'esecuzione dei lavori, scadenti di qualita', come sottoscritto da una perizia''. L'inchiesta ha anche rilevato ''l'assenza di controllo da parte dell'Anas, in particolare le omissioni plurime del direttore dei lavori, Vincenzo Capozza, anche quando ha rilevato inadempienze da parte della societa' appaltatrice''. L'irresponsabile gestione dell'appalto, per gli inquirenti, ha determinato il crollo della galleria ''Sant'Antonino'' di Palizzi Marina, il 3 dicembre 2007, perche' realizzata in difformita' al contratto d'appalto. ''E' una situazione, questa - ha sostenuto Pignatone - denunciata peraltro anche da Confindustria nazionale con dirigenti locali di imprese nazionali che si piegano a logiche mafiose a discapito della qualita' e della sicurezza delle infrastrutture''. Il procuratore ha poi reso noto che l'Anas, nella vicenda, e' parte lesa. L'indagine, condotta dai Carabinieri del comando provinciale diretti dal colonnello Pasquale Angelosanto, sono state coordinate dal sostituto procuratore distrettuale Giuseppe Lombardo.

'NDRANGHETA: ANAS, SI COSTITUISCE PARTE CIVILE E SOSPENDE RAPPORTO CON DIPENDENTI COINVOLTI Roma, 11 gen. - (Adnkronos) - In riferimento all'operazione dei Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria contro le cosche della 'ndrangheta della fascia jonica, l'Anas esprime "il suo plauso agli inquirenti e la soddisfazione per aver individuato l'organizzazione criminale oggetto dei provvedimenti restrittivi emessi dal Gip, su richiesta della Dda". "L'Anas - si legge in una nota - ha deciso con decorrenza immediata la sospensione dei rapporti di lavoro in essere, dopo aver gia' disposto il 10 dicembre 2007 la rimozione dagli incarichi operativi dei lavori di costruzione della variante di Palizzi sulla strada statale 106 'Jonica' del funzionario, architetto Vincenzo Capozza, e dei dipendenti Diego Vadala' e Domenico Candela". "E' utile ricordare che, per dare piena attuazione ai protocolli di legalita' stipulati dall'Anas, - sottolinea ancora la nota - l'Azienda istitui', anche su segnalazione delle indagini all'epoca in corso, uno specifico servizio di auditing interno per 'la verifica dei materiali e delle forniture', nonche' il servizio per la 'tutela della legalita' e trasparenza'". "L'Anas, inoltre, intende costituirsi parte civile nel procedimento giudiziario per tutelare i suoi interessi e la sua immagine. Infine, - conclude la nota - l'Anas sottolinea di non aver effettuato il pagamento dei lavori per la realizzazione della galleria di Palizzi, oggetto delle indagini, in quanto difformi dal capitolato di gara e che l'impresa appaltatrice Condotte d'Acqua ritenne di dover recedere, senza alcun indennizzo, dal contratto di appalto".

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