(di Piercarlo Presutti) (ANSA) - ROMA, 12 NOV - L'ultimo contropiede lo hanno messo a segno i carabinieri di Reggio, arrestando Sebastiano Pelle, capo dell'omonimo clan di San Luca: ma non c'e' dubbio che in Calabria la partita sia ancora in mano alla 'ndrangheta. Domani pero' la squadra del Bene schiera la nazionale, e chissa' che non si registri il primo successo concreto dell'era Prandelli. A Rizziconi, nella piana di Gioia Tauro, in un Comune ad altissima densita' mafiosa e attualmente commissariato, gli azzurri si alleneranno su un campo di calcio confiscato alle cosche e finalmente - grazie all'opera dell'associazione Libera di don Ciotti - consegnato ai ragazzi. ''Sara' una cosa simbolica, certo - dice all'ANSA Nicola Gratteri, procuratore aggiunto a Reggio Calabria, membro della Direzione distrettuale antimafia e soprattutto indiscusso numero 1 nella lotta alla 'ndrangheta - ma sapeste che valore possono avere quaggiu' certi segnali…''. ''Il calcio - spiega ancora il magistrato - e' un grande veicolo contro le mafie, come pure la musica: insegnare ai ragazzi a suonare uno strumento e' educativo. Stessa cosa per il pallone: dovere imparare a tirare in porta, a fare gol o a difendere li impegna e li allontana dalla prospettiva di diventare garzoni di 'ndrangheta. I bambini di oggi sono spugne, sono migliori rispetto a 15 anni fa, ma il problema e' che nessuno intercetta il loro bisogno di modelli positivi. E nel calcio per fortuna ce ne sono molti''. Si', tutto vero: ma la Nazionale sbarca a Rizziconi, fa il suo show in diretta tv e subito riparte. Cosa resta dopo? ''Intanto tre ore sono meglio di niente, e comunque rimane il ricordo: che aiuta a credere di potercela fare''. Non dice, Gratteri, se domani sara' in tribuna anche lui: ''Vorrei, ma non posso dire niente sui miei spostamenti''. Su una cosa pero' ha certezze: ''In giro sara' pieno di 'ndranghetisti, a loro come a tutti al Sud, il pallone piace. E poi lo utilizzano a scopo di ostentazione, di visibilita'. La mafia fa schifo, e' il titolo scelto dai ragazzi al mio ultimo libro, ed esiste dove c'e' denaro e potere. I soldi li fa con traffico di cocaina, estorsione, usura ed appalti. Ma quando serve la visibilita' e il consenso li trova attraverso lo sport e la religione. Gli 'ndranghetisti si fanno avanti per ristrutturare chiese, per gestire le processioni: uguale per il calcio, un capocosca o un suo uomo e' sempre presidente della squadra. A vedere la partita va la gente che conta, il farsi vedere nella stessa tribuna della classe dirigente e' per loro positivo. I capicosche sono gli artefici dei successi, investono soldi per comprare giocatori. Poi arriviamo alle iperboli, uno dei Pesce giocava nel Cittanova, era il capitano: e chi gliela contendeva la fascia? Altra storia e' quella dei minuti di silenzio: per la morte del boss Cordi' a Locri; e poi quello a San Luca per la morte di Gambazza, uno dei Pelle. Comunque, gestire squadre e' un lusso, le mafie possono farsi avanti perche' hanno liquidita'. Si presentano come modelli vincenti''. Piace anche a lui, il pallone: eppure non puo' andare allo stadio (''un sogno inappagato, metterei a repentaglio la sicurezza di tutti''), e ha dimenticato l'ultima volta che ha giocato. ''Da ragazzo ero un centrocampista di fatica''. Ora invece in un certo senso e' un regista: ''E' vero, coordino anche 20-30 inchieste. Da oltre 20 anni vivo in cattivita', sempre scortato. E il mio rapporto con lo sport e' atipico: mi 'alleno' zappando l'orto la domenica''. Parla di calciatori con proprieta' e competenza : ''Una volta ero juventino, il mio idolo era Anastasi, quanti sogni mi ha regalato. Ora non tifo piu', i calciatori cambiano squadra addirittura a meta' campionato: a me invece piacciono le bandiere''. Ma un ultimo regalo ai campioni del calcio lo chiede: ''Il mio auspicio e' che i bambini rimangano folgorati per la Nazionale a Rizziconi, che i bimbi trovino lo scatto d'orgoglio per innamorarsi di esempi puliti e vincenti. Gattuso, Buffon e gli altri nazionali possono salvarli. Gattuso ha grande seguito, e' un modello positivo: partito dal basso in Calabria, con grinta e determinazione e' risultato un modello positivo. E poi e' molto vicino ai giovani non solo nel firmare gli autografi, ma proprio in maniera concreta. Per gli adulti invece non c'e' speranza: mi interessa poco, ormai le scelte di campo sono state fatte, chi e' onesto e' onesto, chi no giochera' sempre per la squadra del Male''.
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