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mercoledì 13 marzo 2013

TLC: Dopo “3”, anche TIM e Bip Mobile lanciano spot pubblicitari poco chiari


Dopo “3” , anche i nuovi spot di TIM e Bip Mobile enfatizzano il messaggio che con pochi euro si hanno tantissimi minuti per parlare a tutti. Ma è davvero così? Purtroppo  come realmente funziona l'offerta e quali sono le condizioni è difficile capirlo dallo spot.
TIM con “Tutto a secondi” reclamizza 800 minuti al mese verso tutti a soli €3 a settimana e Bip “500” con 500 minuti al mese a €5. La verità, in parte dichiarata nello spot per pochi secondi e con carattere microscopico, è diversa: i minuti promessi sono ripartiti per 7 giorni e quindi vanno consumati anche in 7 giorni, pagando il traffico eccedente a tariffa normale. Con TIM, quindi, occorre non superare i 200 minuti/settimana e con Bip 125 minuti/settimana.
I dettagli delle offerte - afferma Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum - ancora una volta sono sottaciuti. Malgrado la richiesta di chiarezza formulata più volte dalle Associazioni dei Consumatori e l'evidenza di pratiche commerciali scorrette sanzionate in più occasioni dall’ Antitrust, le aziende telefoniche continuano sulla strada di messaggi pubblicitari incompleti. Si tratta di un sistema che porta danni ai consumatori, ma anche all’immagine delle imprese.
È necessario creare nuovi meccanismi – prosegue Giordano - per evitare all'origine la promozione di spot ingannevoli. Adiconsum propone la costituzione di un Organismo strutturato fra Aziende TLC e Associazioni Consumatori, finalizzato ad offrire servizi per la tutela del consumatore, con il compito anche di verificare la trasparenza delle offerte, finanziato da un Fondo alimentato con quote di servizio, ovvero microversamenti sulle bollette.
Solo così - conclude Giordano - con un impegno strutturato e condiviso tra Associazioni dei Consumatori ed Imprese TLC, sarà possibile rendere concreti tutti i diritti riconosciuti al consumatore, soprattutto per il c.d. “consumatore medio”, che potrebbe non essere a conoscenza delle “soglie” di traffico. È proprio nei confronti del consumatore “medio” che si  configura l’ingannevolezza del messaggio: la conoscenza, infatti, delle soglie e delle conseguenze del loro superamento (con il pagamento di un’extrasoglia) è fondamentale per la corretta informazione al consumatore.

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