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lunedì 11 marzo 2013

CRISI/ PIL 2012: in calo. Ecco, secondo Adiconsum, che cosa deve fare il Governo


Ancora un dato negativo del PIL per il nostro Paese. Lo ha registrato l’Istat quantificandolo in un -2,4% nel 2012 e in un -0,9% nel IV trimestre dello stesso anno.

I quasi sette milioni gli italiani in grave crisi economica - dichiara Pietro Giordano Segretario Generale Adiconsum - sono la prova provata di un calo dei consumi ormai insopportabile e specchio di una recessione che tarda ad essere sanata, aggravata dall'incertezza del quadro politico che non riesce a dare un Governo al Paese, con l'inevitabile aggravamento del quadro economico e sociale dello stesso.
Un Governo Costituente capace di operare le grandi riforme, da quella fiscale a quella della giustizia – prosegue Giordano - è ormai indispensabile se non si vuole cadere nel girone dantesco del populismo di destra e di sinistra, con derive che rischiano di condurre al ridimensionamento, se non all'annullamento della Democrazia, con il rischio di nuovi totalitarismi.
Solo la realizzazione di un Governo stabile può dare certezze alle famiglie e realizzare un circolo virtuoso che rilanci i consumi e quindi riavvii la produzione di beni e servizi, con rilancio dell'occupazione, della disponibilità di maggiore reddito e quindi di nuovo maggiori consumi.
Per far ciò, un Governo stabile, a giudizio di Adiconsum, deve:
·       tagliare gli sprechi della politica (soppressione delle Province, accorpamenti dei comuni e taglio delle municipalizzate, regionalizzazione del Senato, forte ridimensionamento dei contributi elettorali)
·       condurre un’efficace lotta all'evasione fiscale colpendo sia le grandi che le "piccole" evasioni
·       avviare le grandi riforme del Paese.
Riforme che – continua ancora Giordano - devono iniziare dall'abbattimento delle aliquote fiscali più basse, quelle cioè che colpiscono sia i lavoratori dipendenti che i pensionati che sostengono l'80% delle entrate erariali, e continuare con la riduzione del cuneo fiscale ridando fiato soprattutto alle piccole e medie imprese che "strozzate" dell'eccessivo costo del lavoro hanno finito col non assumere più e hanno bloccato il turn over occupazionale. La stessa lotta alla precarietà non si opera attraverso leggi dragoniane che annullano la Legge Biagi e il ruolo delle parti sociali, finendo con l'espellere o produrre lavoro nero, anziché includere occupazione, con ulteriori danni ai consumi e alla filiera produttiva.
La campagna elettorale sarebbe dovuta finire da tempo, ma sembra che ciò non sia – conclude Giordano -  È tempo che le forze politiche votate dai cittadini trovino le intese necessarie per ridare sviluppo e speranza al Paese e quindi ai consumatori.

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