Torino, 11 mar. (TMNews) - Nega di aver avuto rapporti con la 'ndrangheta, Fabrizio Bertot, l'ex sindaco di Rivarolo (Torino), comune sciolto per mafia l'anno scorso, oggi in aula bunker a Torino al processo Minotauro, per le infiltrazioni della criminalità organizzata calabrese in Piemonte. Sentito come teste al processo l'ex sindaco ha spesso risposto con la frase "Non ricordo". Le risposte evasive dell'ex sindaco non sembrano convincere il giudice Paola Trovati. "La domanda è chi era per lei Giovanni Iaria?" il giudice ha incalzato Bertot sul boss di Cuorgne' scomparso in carcere il 12 febbraio scorso per un infarto. "Perché abbiamo sentito in questa aula, commercianti, gente umilissima, non politici, che hanno parlato di lui, e sapevano chi era, e lei mi dice che non sapeva chi fosse?" . Bertot non nega di aver avuto il sostegno di Antonio Battaglia, ex segretario del comune di Rivarolo, finito agli arresti domiciliari proprio nell'ambito dell'inchiesta Minotauro. Per sponsorizzare Bertot alle elezioni europee del 2009, secondo l'accusa, l'ex funzionario non avrebbe esitato a tessere rapporti con le 'ndrine locali. Ma la versione di Bertot e' diversa: "Il sostegno di Battaglia alla mia attivita' politica - ha raccontato - parti' come una cosa scherzosa: visto che ostentava le sue origini calabresi, gli chiesi di occuparsi dei calabresi, che sul nostro territorio sono molto presenti e fanno comunita'". Bertot ha sostenuto di non sapere nulla di 20mila euro che, secondo l'accusa, sarebbero stati versati da Battaglia al defunto boss torinese Giuseppe Catalano sempre per il sostegno durante le europee 2009. Anzi i Calabresi lo votarono soprattutto in virtù della sua amicizia con l'ex sindaco di Reggio Calabria, ha sostenuto in aula l'ex sindaco.
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