“E’ stato un
incontro molto utile per affrontare nel concreto e verificare alla prova dei
fatti di ogni giorno, l’attuazione delle misure a sostegno degli imprenditori
che denunciano il racket”.
E’ quanto
dichiara il Consigliere regionale Salvatore Magarò, presidente della
Commissione contro la ‘ndrangheta di Palazzo Campanella, dopo essersi recato a
Lazzaro di Motta San Giovanni a far visita a Filippo Cogliandro,
l’imprenditore-coraggio, proprietario del ristorante L’Accademia, che ha detto
no al pizzo denunciando e facendo condannare i suoi estorsori.
“Avevo già
conosciuto Cogliandro in occasione di iniziative e riunioni pubbliche –
aggiunge Magarò – ma ho voluto incontrarlo per testimoniargli la mia vicinanza
e per poter discutere con lui delle problematiche anche quotidiane che
angosciano e assillano gli operatori economici che non soltanto hanno avuto il
coraggio di denunciare i loro estorsori ma non hanno esitato a costituirsi
parte civile nelle aule giudiziarie”.
“In Calabria,
come del resto anche in altre aree del Paese – continua Magarò – non è certo
facile la vita e l’attività economica degli imprenditori che si oppongono al
racket. Io sono tra quelli che pensano, invece, che sia necessario rendere
‘conveniente’ la resistenza e la denuncia delle estorsioni, aiutando chi dice
no al pizzo e creando per loro delle corsie privilegiate. Si deve attuare,
insomma, anche su questo fronte quella ‘filosofia della premialità’ che ritengo
indispensabile al fine di rendere i cittadini e gli imprenditori protagonisti
di una vera e propria ribellione civile contro le cosche e la sub-cultura di
ndrangheta, mafia e camorra”.
Dalla viva voce
di Filippo Cogliandro, Magarò ha raccolto le difficoltà grandi e piccole che
tormentano coloro che hanno denunciato il pizzo. Vincere la paura non è
sufficiente. Poi arriva l’isolamento e tante altre negatività che spingono ad
arrendersi, a gettare la spugna. Al ristorante L’Accademia, nonostante si
preparino menu prelibati, per tanto tempo non andava piu’ nessuno. Tanti,
racconta Filippo Cogliandro al presidente Magarò, avevano paura di potersi
trovare in mezzo a un attentato. E poi ci sono i fornitori da pagare e i debiti
con le banche da saldare, le “tegole” dell’Etr e la difficoltà, a volte
insormontabile, a mettersi perfettamente in regola con le norme contributive.
“Intendo
tradurre la presa d’atto delle problematiche esposte da Filippo Cogliandro –
afferma Magarò – in iniziative concrete. In gran parte queste difficoltà erano
già note perché emerse da altre vicende analoghe”. “Ci sono, però – conclude
l’esponente politico – , anche aspetti specifici da affrontare, operativamente
ma pure con interventi normativi. C’è una mia proposta, che è diventata legge
regionale nel 2012, che deve trovare piena attuazione. Si dovrebbero riservare
esenzioni di tributi e tasse, a cominciare da quelle di competenza regionale, e
si dovrebbero privilegiare nelle forniture e negli appalti pubblici gli
imprenditori che resistono e denunciano il racket. Sono pochi, per ora, ma
vanno aiutati e il loro esempio va incoraggiato: ancora una volta ricordo che
un filo solo si spezza facilmente ma se s’intreccia con tanti altri fili
diventa una grossa fune capace di resistere anche a forze assai potenti”.
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