La ricerca disperata ed
affannata di giustizia va ad incanalarsi verso strade che si presentano
certamente difficili per papà Gabriele. Lui, voleva e vuole, insieme a mamma
Maria, avere giustizia per la propria
figlia; ma la strada tortuosa di per sé, figuriamoci come si presenta se poi si
ricorre ad artifici. Tra perizie medico legali ed avvocati papà Gabriele si è
dovuto “armare” consapevole di dover affrontare un qualcosa più grande di lui,
ma il bene di un padre non conosce barriere o steccati inespugnabili ed
insormontabili. Seppur per la giustizia combatti, quando dall’altra parte ti
trovi una casta in camice bianco, il
tutto diventa più difficile perché – spesso e volentieri - ci si scontra con
macigni intoccabili e talvolta con una giustizia sbrigativa. Ne è prova, il
tentativo datato 27 Luglio 2012 di archiviare il “caso Giulia”, per fortuna sventato grazie alla capacità e
professionalità dei periti medico legali coordinati dal legale avv. Massimo
Micaletti, tutti protesi a sostegno di papà Gabriele e della piccola Giulia, che
con prove documentate sono riusciti ad ottenere uno spiraglio di luce. E’ giunta
infatti la lieta novella, nel giorno della manifestazione realizzata a Vibo
Valentia dall’associazione onlus “unasperanzaxgiulia”, il giudice preposto ha
deciso di sentire le parti in camera di Consiglio per poi deliberare se
archiviare o proseguire. Non è certo una vittoria, ma oggi i Montera sono nuovamente
in gioco e sono riusciti a sventare il primo immediato tentativo di archiviare
il “caso Giulia”. Un tassello importante dunque in quelle che spesso sono cause
perse in partenza, ma papà Gabriele firmatario della denuncia penale presentata
in data 10-06-2011 a
difesa della sua piccola Giulia era già consapevole della difficoltà di un procedimento
penale, ma imperterrito non ha deciso di avviare un tutelato e facile
procedimento civile che forse ad oggi si sarebbe concluso in suo favore.
Purtroppo oggi le cose
sono diverse e tentano di prendere una piega non certamente bella. “Chi ne ha
facoltà” e le risorse finanziare, sta cercando di attaccare papà Gabriele con
altri sistemi. Gabriele Montera, voleva e vuole con tutte le forze difendere
Giulia, ma stanno tentando di tappargli la bocca con una sfilza di querele per “minacce”
e “diffamazione”. Gabriele, che sta
dedicando ogni risorsa finanziaria – anche con la solidarietà di tante persone
di buona volontà - per tentare soprattutto di salvare Giulia ed al tempo stesso
di rendere a lei giustizia; certamente non ha soldi per potersi difendersi affrontando
le spese legali di uno o più legali in questi neo procedimenti, e come è ben
noto seppur esiste il gratuito patrocinio, le cose si complicano e l’attenzione
verso la causa principale, quella che tende a dimostrare che vi è stata negligenza
medica sulla piccola Giulia e l’attenzione verso la corsa contro il tempo per
organizzare manifestazioni a raccolta fondi per i viaggi della speranza ma
anche verso la realizzazione del film “Giulia Montera una vita spezzata” non
può che rallentare la marcia. E questo sicuramente non giova a Giulia. In queste
ore è stata presa la decisione da parte di papà Gabriele al fine di
sensibilizzare l’opinione pubblica che le sue pagine face book, nonché quelle
dell’associazione “unalottaxlavita” (insieme superano i 5000 amici univoci)
restino in assordante dirompente silenzio. La speranza è che le coscienze si
smuovano e gli oltre 18.000 e più amici scendano in campo e si mobilitino al
fianco di papà Gabriele. Non è escluso che nei prossimi giorni, gli amici fb di
papà Gabriele e di “unalottaxlavita”, ma anche di mamma Maria decidano di scendere
in piazza a Corigliano Calabro per gridare forte il proprio NO a questo stato
di cose. L’associazione “unalottaxlavita” ha già avviato la ricerca di aziende pronte a
sponsorizzare – unitamente a quelle già offertasi direttamente - l’arrivo in
città di svariate centinaia di persone mettendo a loro disposizione pullman che
da varie località italiane possano giungere nella città natia della piccola Giulia,
per far si che i veri amici che credono nell’operato di papà Gabriele e nella
magistratura, unitamente ai cittadini di Corigliano, possano gridare uniti
GIUSTIZIA.
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