Il provvedimento cautelare, è scaturito al
termine di minuziose attività d’indagine condotte dal Nucleo Investigativo a seguito
di un grave episodio intimidatorio che nel giugno del 2010 che aveva causato il
danneggiamento e l’incendio di un’abitazione di un imprenditore di Melito di
Porto Salvo, peraltro vittima, nella circostanza, di atti di natura estorsiva.
Le indagini dei Carabinieri, coordinate per la
Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, supportate da attività
tecniche di intercettazione e dalla collaborazione di testimoni e della vittima
stessa, hanno permesso di accertare le pressioni esercitate da IAMONTE Francesco[1]
e GULLÌ Giovanni[2]
ai danni dell’imprenditore, al fine di sottrargli arbitrariamente un
appezzamento di terreno di sua proprietà contiguo all’abitazione. Tali pressioni,
d’altronde, sono state esercitate anche ai danni degli operai che stavano
costruendo la villa, minacciando inoltre la vittima di non far terminare i
lavori con atteggiamento e condotte di natura tipicamente mafiosa. Peraltro proprio
GULLÌ era stato inizialmente incaricato di effettuare i lavori nella villa e
questi, a seguito dei primi rifiuti da parte della vittima di cedere a IAMONTE
a titolo gratuito l’appezzamento di terreno, aveva rinunciato all’incarico.
Il rifiuto netto dell’imprenditore di aderire
alle richieste, aveva indotto IAMONTE e GULLÌ ad organizzare e commissionare il
danneggiamento e l’incendio, che nella circostanza aveva distrutto finestre,
balconi, muretti ed impianto elettrico della villetta.
L’attività investigativa dei Carabinieri ha
permesso di far emergere chiaramente come i reati di danneggiamento, incendio
ed estorsione siano stati commessi con l’aggravante di aver agito con condotte
e forme di intimidazione di tipo mafioso, infatti, a carico di entrambi è
emersa inequivocabile l’aderenza e la contiguità con la cosca IAMONTE egemone
in quel territorio.
Nel corso delle attività di esecuzione, presso
l’abitazione di IAMONTE, i militari hanno rinvenuto e posto sotto sequestro un
revolver cal. 8 marca Lebel, verosimilmente di tipo Bulldog - con matricola
abrasa ed armata - e nr. 82 colpi.
Al termine delle operazioni, pertanto, Francesco
IAMONTE è stato tratto in arresto anche per detenzione di arma clandestina
(art. 23 L. 18 aprile 1975, n. 110) e tradotto presso la locale Casa
circondariale.
A GULLÌ, invece, il provvedimento è stato
notificato presso la Casa Circondariale
ove si trova ristretto, poiché arrestato sempre dai Carabinieri di Reggio
Calabria il 24 febbraio scorso, per associazione di tipo mafioso e tentata
estorsione aggravata dall’aver favorito un sodalizio mafioso, nell’ambito
dell’inchiesta denominata Affari di Famiglia.
[1] IAMONTE Francesco, nato a Melito di Porto Salvo (RC) il
04.02.1973, ivi residente.
[2] GULLÌ Giovanni, nato a Melito di Porto Salvo (RC) il
12.10.1978, ivi residente.
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